Alla fine hanno fatto pace. Non proprio quella vera con baci abbracci e pacche sulle spalle, ma i segnali ci sono tutti. I tre ribelli, Donato Di Matteo, Andrea Gerosolimo e un po’ meno Mario Olivieri, sembrano rientrati nei ranghi, anche se la riunione ufficiale col presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso ci sarà soltanto sabato prossimo, con tanto di maggioranza a mettere il timbro sul nuovo programma voluto dai dissidenti.
Intanto però il primo segnale è arrivato con l’approvazione in giunta della delibera sull’edilizia sanitaria by Silvio Paolucci, nonostante proprio quella delibera con i 5 project financing fosse il tema della prima lettera di fuoco spedita a Dalfy con la quale i tre hanno ufficializzato la rottura.
“Non siamo contrari ma queste scelte vogliamo condividerle”,
scrissero nella famosa lettera. Ieri, invece, si sono accontentati di un emendamento molte chiacchiere e pochi fatti sull’ospedale di Popoli, in cui si dice che occorre
“focalizzare la capacità di investimenti ulteriori a Popoli per il finanziamento di un polo innovativo di alta riabilitazione”, al quale Dalfy a penna aggiunge “dato rilievo all’obiettivo strategico di finanziamento e realizzazione di un Polo innovativo di alta riabilitazione a Popoli, valorizzando la vocazione riconosciuta dalla programmazione regionale al riguardo, ivi comprendendo la compresenza di tutte le specialità occorrenti per il raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti dall’ Organizzazione mondiale della sanità”.
Insomma, un tale contorsionistico giro di parole che all’occorrenza potrà essere usato per dire: ma quando mai.
Fatto sta che i due assessori ex ribelli hanno messo il timbro e tanti saluti. Poi però si sono giustificati dicendo che per Penne e Sulmona gli investimenti rispettivamente di 12,5 e 17,5 milioni di euro non provengono da project financing (che riguardano solo Vasto, Lanciano e Avezzano) ma da risorse pubbliche.
I segnali di pace però sono anche altri: intanto da alcuni giorni Di Matteo e Gerosolimo sono attivissimi, comunicati e dichiarazioni si sprecano, e questo vuol dire che Dalfy gli ha lasciato un po’ di briglia. Non solo: il governatorissimo ha acconsentito al rinvio della legge sui sentieri di montagna oggetto tempo fa di uno scontro violentissimo tra Di Matteo e il consigliere aquilano Pierpaolo Pietrucci, e soprattutto ha spianato la strada all’approvazione in giunta delle nuove linee guida in materia di urbanistica proposte sempre da Di Matteo, che tengono conto del nuovo Piano paesaggistico regionale.
Spazio e visibilità in cambio di un po’ di pace politica, almeno fino al 4 dicembre. Dopo il referendum Dalfy può sempre girare le spalle e mandarli a quel paese, tanto Giorgio D’Ignazio, consigliere Ncd e fedelissimo della sottosegretaria Federica Chiavaroli, sta già facendo le prove da assessore davanti allo specchio.
ps: e oggi nuovo step del Consiglio regionale. E chissà se i tre si presenteranno.