ORTONA «Le riforme sono il cambiamento che consentono di disegnare un quadro e cioè di cambiare in meglio la vita delle persone». Sono le parole del ministro per la Semplificazione della pubblica amministrazione, Marianna Madia, che ieri pomeriggio ha partecipato a un incontro istituzionale al Teatro Tosti di Ortona chiuso poi con il taglio del nastro alla nuova sede di via Cavour del locale Partito democratico. In un teatro gremito di autorità, ospiti e semplici cittadini, la Madia ha parlato della riforma della pubblica amministrazione sottolineando che fare le riforme stesse significa «assumersi tutti un pezzo di responsabilità per far sì che qualcosa cambi». L’intento del giovane ministro è contribuire a disegnare «una repubblica unitaria e semplice che risolva la sua complessità». Sul palco dopo i saluti del sindaco Vincenzo D’Ottavio e l’introduzione del consigliere regionale con delega ai trasporti nonchè commissario del Partito democratico di Ortona, Camillo D’Alessandro, sono intervenuti anche il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, e la dottoressa Erika Guerri, sostituto procuratore generale presso la Procura della Corte dei Conti per l’Abruzzo. Proprio il governatore ha parlato della riforma Madia come una possibile rivoluzione a patto che «questa legge diventi norma, cioè entri nel patrimonio del conosciuto e dell’usato, poichè oggi il prodotto normativo di cui dispone l’ordinamento italiano è molto più avanti del patrimonio di consapevolezza di cui disponiamo». L’obiettivo è azzerare i tempi di risposta della pubblica amministrazione: «La vita amministrativa», ha sostenuto D’Alfonso, «deve essere una funzione della vita economica». Al termine dell’incontro l’appuntamento si è spostato nella nuova sede del Partito democratico, con il taglio del nastro della Madia affiancata da D’Alessandro e D’Alfonso. Nell’occasione si è parlato anche del referendum costituzionale. Se il 4 dicembre dovesse affermarsi il sì, secondo il ministro «con la riforma vincerebbero trasparenza e partecipazione». Per il presidente della Regione Abruzzo, invece, «chi sostiene il no non ha una proposta alternativa ma ha soltanto un atteggiamento ostruente».