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Pescara, 25/07/2024
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Data: 17/11/2016
Testata giornalistica: Prima da Noi
Scrutatori: quando Del Vecchio diceva: «scegliamo i bisognosi». Il vice sindaco nella bufera per la lottizzazione ai seggi

PESCARA. E’ finito nell’occhio del ciclone con la sua «frittata» cotta in famiglia, Enzo Del Vecchio, vice sindaco di Pescara che nei giorni scorsi ha piazzato sua figlia tra i fortunati scrutatori che dovranno lavorare il prossimo 4 dicembre in occasione del referendum Costituzionale.

Il caso è emerso dopo che una scrutatrice di lungo corso ha raccontato di essere stata esclusa a vantaggio della figlia del vice sindaco. La donna ha protestato con Del Vecchio e poi ha chiamato pure il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso.
Del Vecchio non ha potuto di certo negare («ho fatto una leggerezza» ha detto a Il Centro) e ammesso di aver segnalato all’ufficio elettorale otto persone, in tutto: 3 disoccupati e 5 studenti tra cui sua figlia di 23 anni che studia a L’Aquila e una sua amica.
Quando si è trovato a dover chiarire la vicenda anche con il presidente della Regione che gli ha chiesto di «sistemare le cose» lui ha alzato le braccia: «ormai la frittata è fatta».
La figlia comunque rinuncerà all’incarico anche perché «non ha bisogno di 100 euro».
Oggi il vice sindaco sostiene di aver sbagliato e di averlo capito non appena l’esclusa («che sostengo come posso da anni, anche pagando a lei e alla sua famiglia le bollette di tasca mia») l’ha chiamato per protestare.
Ma il Pd è in subbuglio.
Addirittura il deputato Antonio Castricone sostiene che il vice sindaco si dovrebbe dimettere perché la vicenda «nuoce all’immagine del Partito democratico sia nazionale che regionale» e «certifica l’inadeguatezza del vice sindaco al ruolo che ricopre».
Proprio Del Vecchio, ricorda oggi l’ex consigliere regionale Maurizio Acerbo, si era opposto negli anni scorsi alla proposta di Rc di sorteggiare affidare il compito di scrutatori a disoccupati e cassintegrati attraverso un sorteggio.


IPSE DIXIT
Il deregistrato della seduta del Consiglio comunale del 25 gennaio 2013 lo conferma.
All’epoca del Vecchio era componente della commissione elettorale e ammise che la situazione era «molto delicata».
Secondo lui l’estrazione tra i nomi iscritti all'albo (oltre 7 mila all’epoca, oggi a quota 8.000) non sarebbe stata valida perché il computer avrebbe tirato fuori l'estratto e poi, per dirla come Del Vecchio, «non puoi intervenire a dire ‘togliamo l’ impiegato, l'avvocato, l’ industriale» che hanno acquisito un diritto e nessuno li può depennare.
Del Vecchio ammise che aveva sempre invitato a cambiare le norme è quello che è sempre stato fatto è di dire ai Consiglieri di individuare persone che hanno bisogno.
che sono disoccupati che sono studenti ed è sicuro che lì ci prendi subito senza possibilità di contrapposizione.
Nel 2013 sempre De Vecchio diceva: «buon senso vuole che questa attività dello scrutatore la deve fare, quando possibile, chi ne ha bisogno, chi ne ha diritto».


Ma che si sia andati avanti per anni con le raccomandazioni non è certo un mistero e lo stesso esponente del Pd lo raccontò pubblicamente : «cittadini sono venuti in ufficio, anche da me, sono venute tre persone e mi hanno chiesto ‘mia figlia disoccupata vuole fare la scrutatrice’. Abbiamo preso i nomi di tutti, ho preso i nomi di gente che non conosco però mi hanno detto che è disoccupata. Certo, non ho l'atto notorio però mi fido della mamma che mi ha raccomandato una figlia che è disoccupata»
Quindi, secondo Del Vecchio l'unico modo per poter procedere era «affidarsi al buon senso» e la proposta di Rifondazione invece doveva essere rigettata: «io», disse in chiusura, «preferisco responsabilmente indicare persone che ne hanno bisogno. Grazie».
«Invece di concepire la politica come capacità di studiare i problemi della comunità e risolverli continuano a alimentare una visione distorta per cui il "politicante" ha il ruolo di distribuire piaceri e favori, di essere intermediario tra il cittadino cliente e la pubblica amministrazione», commenta Acerbo.

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