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Pescara, 25/07/2024
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Data: 17/11/2016
Testata giornalistica: Prima da Noi
Alessandrini a Roma per il referendum con l’auto del Comune. Si giustifica: «ho fatto anche altro che deve rimanere segreto»

PESCARA. Il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, va a Roma negli studi della Rai per una trasmissione politica che riguarda il prossimo referendum e ci va con l’auto del Comune. La cosa emerge solo perchè al confronto c’era anche Maurizio Acerbo che ha fatto notare la cosa in trasmissione, polemizzando fortemente sul «palese malcostume» ed è scoppiato un nuovo caso.
Intanto bisogna dire che la Rai obbliga soggetti politici e istituzionali a lunghe trasferte romane quando in ogni regione ci sono una o più sedi distaccate dove si potrebbero svolgere comunque le registrazioni. Inoltre chi può utilizza l’auto blu, come il sindaco di Pescara, per una trasferta puramente politica, altri invece prendono mezzi pubblici. Sarebbe interessante sapere anche con quale mezzo si è recato negli stessi studi il sindaco Flavio Tosi proveniente dal Veneto…
«Per esempio», ha detto Acerbo di Rifondazione comunista durante il dibattito, «vedo che il sindaco del Pd è venuto con l’auto del Comune, anche con l’addetta stampa; io ritengo che -dato che fa il sindaco e qui è venuto a rappresentare una parte politica- poteva venire con la sua auto o con l’autobus e questo dà l’idea di chi predica lo snellimento. Il sindaco paghi la benzina perchè questo è un lusso che non possiamo più permetterci».
Alessandrini dal canto suo ha voluto spiegare con il suo eloquio il perchè fosse lì con l’auto pubblica:

«In un momento in cui soffia forte il vento dell'antipolitica c'è una retorica che afferma che se il sindaco va a Roma con l'auto di servizio e partecipa a un'iniziativa referendaria compie sicuramente un inammissibile abuso.
Con sconsolato stupore osservo la tendenza a credere che la realtà sia solo questa e non contempli invece il fatto che quando vado a Roma io possa cercare di fare più cose contemporaneamente, che di certo non sono lo shopping in via Condotti o assistere al tennis al Foro Italico, ma hanno a che fare con la città e con il mio mandato di sindaco e che alle volte è opportuno che restino anche riservate. Esattamente com'è accaduto ad esempio per il porto, l'aeroporto, per le questioni aperte dal federalismo demaniale, o lo Stadio, o, non ultimo per il piano di riequilibrio dei conti cittadini e com'è capitato oggi e ricapiterà, immagino, in futuro perché tante sono le questioni da risolvere.
Mi chiedo cosa abbiano portato a Pescara e all'Abruzzo, invece, i tanti viaggi in autobus e mezzi pubblici che ha compiuto chi oggi polemizza su questa ultima trasferta romana durante gli anni del suo impegno politico e istituzionale».


Dunque il sindaco Alessandrini sostiene che è andato a Roma per altre faccende istituzionali e che queste debbano rimanere riservate.
A parte la brutta abitudine di sventolare sempre segreti e privacy, quasi sempre fuori luogo, sarebbe proprio necessario che il primo cittadino dicesse dove è stato e a fare cosa, perchè non è più tempo di chiedere fiducia.
Ad ogni modo, proprio ad essere precisi, ha comunque impiegato sostanze e tenuto impegnati dipendenti pagati con soldi pubblici (addetta stampa e autista) per una deviazione che non è istituzionale, e questo è quanto meno antipatico.
Ma a dimostrazione del fatto che con l’auto blu non va a fare campagna elettorale si affretta a spiegare ancora:
«segnalo per la cronaca che domani pomeriggio, sempre al fine di sostenere le ragioni del sì al referendum, parteciperò, insieme ad altri sindaci di città del Sud (quello di Bari, Reggio Calabria e quello di Caserta, fra gli altri), ad una grande iniziativa a Napoli. Vado appositamente per essa e ci vado con la mia macchina personale. Se qualcuno è interessato, parto alle 12 da Pescara dopo aver esaurito i concentrati impegni della mattina a Palazzo di Città e rientro 12 ore dopo circa, pronto per affrontare gli appuntamenti di venerdì».
Chi vuole dunque può controllare di persona e magari scroccare un passaggio al sindaco per controbilanciare «il palese malcostume».
Sta di fatto che in questa furiosa campagna referendaria se ne sono viste tante, comprese feste, palchi, rinfreschi, striscioni, pranzi e tante altre spese per accogliere esponenti istituzionali in campagna elettorale (ieri Renzi, oggi il ministro Madia), o si ricordano le telefonate di invito per pubblicizzare questa o quella iniziativa politica con l’inevitabile impiego di forze lavorative degli enti pubblici per approntare l’organizzazione delle manifestazioni.
Se tutto questo è normale -così come da molto tempo la politica vuole che sia normale- allora non c’è nè scandalo, nè polemica ma, a questo punto, allora, intriga e incuriosisce la giustificazione del primo cittadino.
E' vero pure che oggi questa è una vicenda di scarso interesse visto che le sensibilità sono mutate e anche in giurisprudenza si tende a non sanzionare questo uso “personale” del mezzo pubblico anche se riguarda moltissimi rappresentanti istituzionali.
Del resto per lo stesso motivo, ieri Renzi e oggi Madia, sarebbero dovuti arrivare in Abruzzo con mezzi propri..

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