L’AQUILA «La fusione nell’azienda unica regionale dei trasporti è l’unica strada per salvare l’Ama dell’Aquila». Sono perentori, i sindacati, in merito al progetto, che vedrebbe l’azienda aquilana confluire in Tua. Ma l’operazione, caldeggiata dal sindaco Massimo Cialente, si è arenata. Le organizzazioni sindacali del settore, un maniera unitaria, hanno scritto al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, al consigliere regionale con delega ai Trasporti, Camillo D’Alessandro, e allo stesso sindaco Cialente: «Non è più rinviabile un pronunciamento chiaro sul percorso di fusione di Ama spa nell’azienda unica regionale dei trasporti Tua». Nella lettera si fa riferimento al fatto che «gli appuntamenti che attendono il settore, il livello, la quantità e la qualità dei servizi da rendere ai cittadini dipendono da scelte non più rinviabili. Il 2019, data fissata per l’affidamento dei servizi attraverso gare, è alle porte». «Il nostro obiettivo», sottolineano tutte le sigle sindacali, «era e rimane quello di avere un trasporto collettivo pubblico, efficiente ed efficace nella nostra regione e, di conseguenza, anche nella città capoluogo. Tale traguardo può essere raggiunto, però, solo attraverso una struttura aziendale capace di rispondere alla sfida». Ma Ama non è pronta: «Non può farlo», aggiungono i sindacati, «poiché, pur con una organizzazione del lavoro efficiente ed economicamente sostenibile, la dimensione aziendale limitata, la scarsa o nulla capacità di investimenti propri, la vetustà dei mezzi e le impossibili economie di scala, la rendono non compatibile con le sfide future. Per tali motivi non siamo più disposti a sostenere confronti su temi impattanti per i lavoratori, senza che vi sia un’indicazione chiara sul destino dell’azienda. Non pensiamo possa continuare a perseguirsi l’obiettivo, limitato e non sufficiente, di integrazione dei servizi, tenendo in vita la struttura aziendale così come oggi la conosciamo, e come il vertice aziendale ancora si ostina a mantenere. Non è sufficiente e non potrà esserlo in futuro, vista la scarsità di risorse destinate al settore, che solo una struttura che permetta economie di scala può combattere. Noi che quotidianamente ci confrontiamo in azienda per garantire efficacia ed efficienza, non siamo più in grado di ricercare soluzioni credibili senza una definizione, una tempistica certa e veloce per traghettare il percorso di fusione». A Regione e Comune viene chiesto dunque chiesto di fare una scelta: «Altri scenari, oltre a non essere da noi condivisi, non coglierebbero le sfide che attendono il settore e non garantirebbero la qualità e la quantità dei servizi che i cittadini meritano. Ora è il tempo della scelta»