PESCARA Vincenzo Boccia trova un Abruzzo che vuole tornare a correre, con alcuni indicatori economici importanti, come l'export, riposizionati sul segno più ma in un contesto di transizione e di incertezza - spiega il presidente di Confindustria - che non si discosta molto da quello di altre aree del territorio: «Lo stato di salute delle imprese abruzzesi è un po' lo specchio del Paese. Abbiamo imprese che vanno molto bene, altre che vanno mediamente bene e altre ancora che vanno molto male». Quanto alla cura: «Bisogna aiutare le aziende che sono avanti a correre ancora di più e quelle della fascia media a costruire un percorso dimensionale e culturale di apertura».
Con quali strumenti? Boccia parte dal dibattito del momento, esprimendo la posizione dell'associazione degli industriali sul referendum costituzionale: «Se vince il Sì avremo un'occasione per modernizzare il Paese». Poi c'è lo scenario internazionale, il braccio di ferro aperto dal governo con Bruxelles a imporre altre riflessioni: «Se questo serve ad aprire un grande confronto all'interno dell'Europa, a discutere sul futuro, a riportare la crescita all'attenzione dell'Europa, ben venga questo confronto. La verità - avverte - è che la partita non è tra paesi d'Europa e governi d'Europa, ma tra Europa e mondo esterno». Dunque, rivedere la politica economica dell'Unione: «Lo abbiamo detto chiaramente insieme alla Confindustria tedesca qualche settimana fa». Ed è quello che dice anche Susanna Camusso, la segretaria nazionale della Cgil presente ieri alla convention di Pescara, ma con l'invito a un maggior pragmatismo: «Con l'Europa bisogna aprire discussioni vere e anche le risorse nazionali vanno utilizzate per creare occupazione vera, non provvedimenti tampone».
POLITICHE LOCALIPoi c'è Agostino Ballone, il presidente di Confindustria Abruzzo, a riproporre alcune questioni della politica regionale ancora aperte, dopo aver rispolverato un po' d'orgoglio corporativo: «Valori quali la tenacia, il coraggio, l'intraprendenza, ci appartengono da sempre. Ma le parole chiave, oggi, devono essere innovazione e competitività». Occhio, dunque, agli scenari che stanno caratterizzando il nostro tempo chiamando alla sfida anche l'Abruzzo: «Industria 4.0, l'industria automatizzata e connessa - dice Ballone - ci porta a confrontarci con una nuova realtà. Una vera rivoluzione. Ma da noi, carenze strutturali e ritardi non sono più sostenibili». Per il presidente di Confindustria si può parlare di passi importanti (il masterplan) anche a livello regionale, ma non basta: «Il contesto ambientale è insufficiente su molte questioni. Fragilità burocratiche e infrastrutturali impediscono un percorso di crescita virtuoso. Proposte e richieste che formuliamo da anni non trovano risposta, mentre Industria 4.0 ci dice cosa dovrebbe essere l'Europa, l'Italia e l'Abruzzo da qui a venire».
Non solo la politica del rigore a tenere in ostaggio chi vorrebbe liberarsi dalla morsa della crisi per tornare a correre: Ballone chiede una svolta anche sulle politiche regionali, con lo snellimento della procedure burocratiche, la digitalizzazione della Pubblica amministrazione, la liberalizzazione dei servizi pubblici: dalla sanità ai trasporti, dal servizio idrico alla gestione dei rifiuti. Ma anche sul sistema formativo, scolastico e universitario, sulla pressione fiscale, sui servizi alle imprese.