TERAMO I numeri degli sfollati provocati dall'ultimo terremoto parlano chiaro: la provincia di Teramo è quella che ha pagato più duramente gli effetti del sisma visto che oltre il 96% degli sfollati assistiti in Abruzzo proviene dal Teramano. Il dato è fornito dal capo gabinetto della prefettura Gianluca Braga e si basa sulle indicazioni fornite dai Comuni evidenziando che, rispetto al totale di 3.428 sfollati abruzzesi, 3.315 sono teramani. Nel capoluogo sono state evacuate 750 persone, a Montorio 619, a Crognaleto 335, a Torricella 260, a Castel Castagna 170, a Campli 150, a Cortino 145, a Tossicia 130. Numeri provvisori, visto che le verifiche sono a metà strada. Per fortuna non mancano le strutture ricettive. In provincia, per l’accoglienza delle popolazioni colpite, ne sono state messe a disposizione 124, per oltre 8.992 posti letto, su un totale di 187 in tutta la regione. Un dato, quest'ultimo, fornito dal Cor, ovvero il centro operativo regionale con il quale la prefettura è in stretto contatto. A Teramo la situazione si fa sempre più critica. «Abbiamo ancora tremila controlli da fare», avverte il sindaco Maurizio Brucchi, «ogni giorno che passa i numeri crescono e bisogna avviare nuove pratiche». Solo ieri le ordinanze di sgombero firmate dal primo cittadino sono state diciassette e hanno interessato venti famiglie. Le abitazioni dichiarate inagibili si trovano in via Cadorna, via Brodoloni, via Duca D'Aosta, via Cona, in discesa San Giuseppe e nelle frazioni di Sciusciano, Villa Romita e Rapino. La prima emergenza a Montorio è stata ormai superata, il comune con il maggior numero di sfollati dopo il capoluogo. «Venerdì abbiamo chiuso il palazzetto dello Sport, dove inizialmente avevano accolto circa 300 persone garantendo loro un letto e dei pasti caldi», spiega il sindaco Gianni Di Centa, «il problema su cui stiamo lavorando ora è rappresentato dalle scuole». I controlli nelle abitazioni, comunque, proseguono anche a Montorio, mentre sono stati conclusi quelli sugli edifici a rischio crollo. «A questo punto dobbiamo assegnare i lavori di somma urgenza per metterli in sicurezza», conclude il primo cittadino, «in modo da poter ridurre le zone rosse nel centro storico». Il sindaco di Torricella Daniele Palumbi racconta che «una famiglia con due malati gravi non si sentiva a suo agio in albergo e per questo l’abbiamo sistemata nella casetta di legno del circolo bocciofilo». Altre quattro strutture dello stesso tipo sono state richieste al Cor per anziani e persone malate a cui il Comune non può trovare una sistemazione idonea. «Se ci verranno concesse», osserva Di Centa, »ci faremo carico delle opere di urbanizzazione». Il sindaco di Castel Castagna Rosanna De Antonis fa notare che in hotel sono andati soprattutto gli anziani e i malati, mentre gli altri hanno optato per l’autonoma sistemazione. «Una famiglia con un disabile allettato era terrorizzata e ci siamo offerti di accoglierla in un container», evidenzia, «la popolazione è provata ma non vuole allontanarsi da casa». Il sindaco cita il caso di «due ottantenni che hanno dormito per giorni in un camper davanti alla loro abitazione inagibile prima di accettare l’idea di trasferirsi». Le verifiche della Protezione civile sono state avviate ieri a Cortino. «Nei prossimi giorni il numero degli sfollati potrebbe aumentare», osserva il sindaco Gabriele Minosse, «molta gente è andata via per la paura e altre persone sono state costrette a trasferirsi in hotel.Nell’ostello del paese sono state accolte una quarantina di persone che fanno la spesa, cucinano, mangiano e trascorrono il tempo insieme, cercando di superare il momento difficile».