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Pescara, 25/07/2024
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Data: 19/11/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Porto, dragaggio a dicembre. E arriva la nave da crociera. A breve i lavori, rinviati da luglio, per scavare diecimila metri cubi dai fondali. Da marzo a ottobre 2017 già pianificati i viaggi in Adriatico con tappa a Pescara

PESCARA Un mini dragaggio da diecimila metri cubi da far partire e realizzare subito, entro l'anno, che potrebbe consentire la riattivazione della nave cisterna, bloccata da mesi. Poi, nel 2017, l'avvio dei lavori per ridisegnare il porto, così come previsto dal Piano regolatore, che ha appena avuto il via libera definitivo dal consiglio regionale. E infine, se tutto andrà per il verso giusto, da marzo fino a ottobre 2017 arriverà a Pescara (una volta al mese) una piccola nave da crociera che si sposta lungo l'Adriatico: un’imbarcazione con un pescaggio di appena tre metri, lunga 60 metri e che trasporta 50 passeggeri e 20 componenti dell’equipaggio per volta. Il viaggio prova è previsto il 29 novembre, quando la nave, con il solo staff tecnico, dovrà ormeggiare ad Ortona, visto che i fondali del porto di Pescara sono insabbiati. Poi, una volta eseguito il mini dragaggio ormai imminente, si potrebbero creare le condizioni ideali per l'approdo in città, e «la pianificazione dei viaggi c'è già», anticipa Giuseppe Ranalli, dell'agenzia marittima Archibugi Ranalli, che ha fatto da mediatore. Il comandante della Capitaneria Enrico Moretti, che incontrerà l'armatore il 29, guarda favorevolmente all’interesse mostrato dalla compagnia per «il sistema portuale abruzzese» e per Pescara in particolare, la cui attrattività è legata alla «vicinanza con Roma». La chiavve di lettura più appropriata da usare, per Moretti, è quella del «sistema portuale» che insiste in una stessa area geografica e all’interno del quale ogni scalo deve sviluppare i propri traffici. Pescara dovrà «seguire la sua vocazione che è quella del trasporto passeggeri, con l'apertura a piccole navi da crociera, approfittando del fatto che la Capitale è a due ore di distanza». Certo, questo disegno decollerà «nel momento in cui i fondali avranno una profondità adeguata» per cui si tratta di discorsi in prospettiva. Per ora si ragiona ancora «in termini di emergenza», fa notare Ranalli, e il dragaggio da realizzare a breve (rinviato da luglio per questioni procedurali) è solo «un intervento tampone». Subito dopo si dovrebbe pensare a un lavoro di escavo «più esteso», che consenta agli operatori portuali di riprendere a lavorare, essendo fermi da luglio, con danni pesantissimi. Il 2017 sarà un anno «cruciale», come lo definisce Moretti, sia per l'inizio dei lavori che per una programmazione puntuale per il futuro ma perlomeno «si è arrivati alla definizione del destino del porto attraverso l'attuazione del Prp, che consentirà di avviare un processo di riqualificazione, correggendo gli errori del passato», osserva Ranalli. Alla sollecitazioni di armatori e operatori portuali per un dragaggio consistente, degno di questo nome (le somme per procedere dovrebbero esserci già) Moretti aggiunge che la draga dovrà entrare in azione «ogni anno, a prescindere dal Piano regolatore portuale, che non ha l'effetto di una bacchetta magica. Certo, avere una infrastrutturazione piuttosto che un'altra può consentire di ridurre al minimo il dragaggio e poi, con degli interventi costanti, la qualità della sabbia migliora» ma il tema degli escavi costanti resterà sempre e comunque una priorità. Qualcosa di più sulle prossime tappe si saprà la prossima settimana quando si terrà un incontro con la ditta incaricata di avviare i lavori previsti nel Piano mentre ieri il rappresentante della marineria, Mimmo Grosso, ha partecipato a un sopralluogo sulle banchine nord e sud del porto con Moretti, con l'assessore regionale Dino Pepe e il direttore del dipartimento Politiche dello Sviluppo Rurale e della Pesca Antonio Di Paolo per esaminare i problemi della marineria e valutare il da farsi. «Alcune soluzioni potranno essere rintracciate nell'ambito del Flag Costa di Pescara, il progetto appena finanziato dalla Regione (per un milione di euro) per il rilancio della pesca e delle tradizioni marinare mentre altre risorse andranno individuate nel Fondo europeo per la pesca», dice Grosso. «Puntiamo a rendere fruibili le banchine, a realizzare dei gabbiotti per la vendita del pesce a miglio zero, a sistemare il cantiere navale, che vogliamo all'avanguardia, e a creare un centro di lavorazione e trasformazione del pesce povero, che altrimenti viene buttato». Ora c’è solo da attivarsi.

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