Ferrovia dello zuccherificio ex Saza: l'avvocato Renato Simone, amministrativista marsicano ed ex consigliere comunale di Avezzano, animatore tra l'altro della lista Verde, tira fuori dal cassetto una copia del Messaggero del 21 luglio del 1985. In quel numero viene pubblicata una lettera aperta inviata al nostro giornale e firmata dallo stesso Simone nella quale si affronta proprio il problema della ferrovia ex Saza. Simone proponeva di partire da lì per dotare la città di una pista ciclabile, utilizzabile anche come percorso pregevole e desiderabile dal punto di vista ambientalistico. E l'idea per lui dopo trent'anni è ancora valida.
Procediamo con ordine. Giorni fa il Messaggero ha dato notizia del fatto che l'attuale proprietà dell'ex zuccherificio aveva delimitato gli accessi alla ferrovia con dei paletti. La circostanza ha destato alcune perplessità, tanto più che molti cittadini hanno approfittato della situazione per utilizzare quei ritagli di spazio per parcheggiare le loro auto. Così si pone il problema: quelle vetture sono soggette a una sanzione per divieto di sosta?
Contemporaneamente è intervenuto Augusto Di Bastiano, deus ex machina del Centro per la tutela dei diritti del cittadino, il quale sostiene che sarebbe il caso di non smantellare la ferrovia dal momento che potrebbe essere utilizzata per il trasporto merci come lo è stata fino a ieri. Il dibattito va avanti dal momento che, pare, l'attuale proprietà sia disponibile a cederla al Comune ma «dietro lauto compenso - come osserva l'avvocato Alfredo Iacone, a sua volta acuto e solerte osservatore di quanto accade in città ed ex Consigliere Pdl - troppo lauto, direi».
Resta in piedi il suggerimento dell'avvocato Simone il quale ricorda che quel percorso ferroviario darebbe la possibilità a molti ciclisti di arrivare dalla Stazione ferroviaria di Avezzano fino quasi alla Petogna di Luco de Marsi attraverso uno splendido percorso e fino a una location nota per la sua caratteristica naturalistica e storica. Lì confluiscono e le acque dell'ex lago. Dunque l'idea è bellissima: sulla vicenda inoltre occorre osservare anche altre vicende. Tutti si aspettavano che a contestare quelle catene e quei paletti posti al limite della ferrovia andassero i vigili. Ma gli agenti non sono andati. E' lecito ipotizzare che tra il sindaco e l'attuale proprietà dell'ex Saza sussista un accordo di massima sconosciuto ai più.