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Pescara, 25/07/2024
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Data: 19/11/2016
Testata giornalistica: Prima da Noi
Fondi a pioggia, M5S sbeffeggia i consiglieri tra pizzini, fritti e buffet per tutti. Febbo (Fi) imbufalito: «sciacquatevi la bocca e studiate»

ABRUZZO. Giornata agitata ieri in Consiglio regionale dove si è continuato a discutere la legge ‘Omnibus’ per ben 15 ore per l’ostruzionismo ad oltranza del M5s. La legge che via via è divenuta più corposa destina con affidamenti discrezionali circa 4,5 milioni di euro ad associazioni culturali e sportive, comuni e centri di ricerca e formazione senza criteri specifici, o bandi ad evidenza pubblica come pure sarebbe opportuno.
Centrosinistra e centrodestra compatti, Movimento 5 Stelle e consigliere Leandro Bracco (oggi Sel) le voci fuori dal coro per l’opposizione all’approvazione.
Gli oppositori hanno parlato di «mercatino senza precedenti» o di «lista della spesa» per accontentare piccole e grandi organizzazioni che ne hanno fatto informale richiesta e non sono mancate urla e accuse reciproche ma anche prese in giro.
Come quando il consigliere regionale pentastellato, Domenico Pettinari, ha annunciato di aver ricevuto un «pizzino» dall’esterno con titoli di sub emendamenti che il Movimento 5 Stelle era pronto a sposare ma solo dopo una concertazione con centrodestra e centrosinistra («di solito non concertiamo mai, ora facciamolo», ha detto Pettinari).

Ce n’è «uno per ogni provincia», ha introdotto Pettinari prima di leggere i titoli (assurdi): «‘buffet per tutti, dolci amari e molti fritti’, secondo proposta: ‘mangi tu che mangio anche io’, terza proposta: ‘giro giro tondo siamo senza fondo’, e l’ultima ‘giochiamo a nascondino e restiamo col cerino’».
Pettinari, prendendosi gioco di centrodestra e centrosinistra, ha chiesto anche una sospensione per discutere con gli altri partiti così «concertiamo tutti insieme, istituiamo il partito della nazione e finalmente siamo tutti amici, siamo tutti uguali e andiamo d’amore e d’accordo».
Uno sberleffo che è suonato più come una presa per i fondelli per tutti quei consiglieri che non hanno più titolo a sedere in Consiglio (come pure è stato detto in seguito alla contestazione di numerose violazioni di legge). Una satira corrosiva anche di quel modo di fare che vorrebbe i consiglieri destinatari di “messaggi” che arrivano dall’esterno, come vere imbeccate che servono per inserire emendamenti e richieste di nuovi finanziamenti o lo sfottò per la “concertazione” continua che c’è stata tra centrodestra e centrosinistra.

La provocazione non è stata affatto gradita dal consigliere regionale di Forza Italia, Mauro Febbo, che se l’è presa anche con il presidente del Consiglio regionale Di Pangrazio («non può permettere di offendere l’intelligenza dei consiglieri») e attaccato «il camerata Pettinari» : «sciacquati la bocca o il cervello, non ti puoi permettere. Non è tollerabile. Noi abbiamo fatto la gavetta nei consigli comunali prima di sedere qui, non siamo stati baciati da un comico. Smettete di offendere e studiate».
Il consigliere Camillo D’Alessandro, invece, ha tirato fuori l’etimologia di ‘pizzino’ definendo «molto grave» il fatto che il consigliere Pettinari avesse definito così un sub emendamento.
E poi il quesito finale lanciato dall’esponente della maggioranza: «i pizzini forniscono la chiara panoramica dei livelli gerarchici della mafia perché sono messaggi che passano tra il padrino, il capofamiglia e il picciotto. Lei cos’è? Chi glielo ha inviato? Nella scala gerarchica chi rappresenta?»
Qualche ora dopo la consigliera regionale Sara Marcozzi ha chiesto di abbassare i toni e sostenuto che i 5 Stelle non accettano inviti ad andare a studiare «da chi non conosce nemmeno l’italiano».
E' stato solo un breve episodio di un tormentatissimo consiglio regionale nel quale da una parte si è contrapposta la politica con esperienza e dall’altra quella dei grillini che vogliono uno stravolgimento di metodi e regole del passato.
Compresi i sospetti di clientelismo.

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