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Pescara, 25/07/2024
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Data: 21/11/2016
Testata giornalistica: Rassegna.it
Manutenzioni autostradali, 3.600 posti da difendere

Le segreterie nazionali di Fillea, Filca e Feneal all’indomani di alcune dichiarazioni istituzionali sulla vertenza: "Siamo da sempre per la libera concorrenza, la legalità e la trasparenza. Respingiamo al mittente le accuse di essere contro il mercato"

“Noi difendiamo il posto di lavoro di 3.600 persone, si smetta di fare confusione e si risolva questo problema”. È quanto affermano le segreterie nazionali di Fillea, Filca e Feneal, all’indomani di “dichiarazioni istituzionali sulla vertenza che abbiamo aperto con le concessionarie autostradali per difendere i lavoratori da licenziamenti possibili, dovuti all’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti".
“Ricordiamo a tutti quali sono, da sempre, le nostre posizioni”, continua la nota dei sindacati: “Innanzitutto, siamo favorevoli alle gare per assegnare le concessioni autostradali in un’ottica di libera concorrenza, legalità e trasparenza. Pertanto, respingiamo al mittente le accuse di essere contro il mercato, accuse che ci vengono rivolte proprio da chi ha votato nel recente passato le proroghe alle concessioni”.
“Siamo contrari allo smantellamento delle poche aziende strutturate che manutengono e progettano le autostrade italiane, con conseguente licenziamento dei lavoratori”, proseguono le sigle di categoria, che chiedono di “estrapolare la manutenzione e la progettazione autostradale dai vincoli previsti dal nuovo codice per l’assegnazione diretta dei lavori”.
“Respingiamo l'accusa di essere fiancheggiatori delle concessionarie che fanno i soldi – tanti – con le tariffe e non con le società controllate che hanno i bilanci sempre in precario equilibrio, e ribadiamo che il nostro obiettivo è salvare 3.600 addetti a rischio di licenziamento”, aggiungono i sindacati.
“Apprezziamo lo sforzo del Mit, a partire dagli accordi sindacali sottoscritti, per trovare una soluzione al problema. E la soluzione è che il governo modifichi questo punto del decreto legislativo nel previsto decreto correttivo”, concludono i confederali delle costruzioni.

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