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Pescara, 25/07/2024
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Data: 21/11/2016
Testata giornalistica: Rassegna.it
Camusso, decontribuzione non ha dato risultati attesi “Penso che sia ora di ringiovanire la Cgil. E penso anche che, alla fine del mio mandato, non continuerò a stare sulla scena pubblica”

Così il segretario generale della Cgil Susanna Camusso ha concluso l’intervista realizzata dall’Agi nella sua trasmissione “Viva l’Italia”. Un’intervista a tutto campo, che ha tenuto assieme aspetti personali alle molte questioni sindacali e politiche. “La nostra idea di paese – ha aggiunto – è che i diritti del lavoro sono gli stessi per tutti, sono in capo alle persone e non alle singole forme di lavoro. La crisi e le scelte politiche che sono state fatte hanno frantumato e indebolito il lavoro: occorre tornare a unificarlo e a dargli forza, ed è quanto abbiamo detto con la nostra Carta dei diritti”.
Sul tema dell’occupazione, Camusso ha sottolineato come le “macro-cifre ci dicano che siamo il paese europeo con la più alta disoccupazione giovanile. Questo significa che la politica di decontribuzione non ha certamente favorito i giovani”. Sulla decontribuzione, in particolare, Camusso ha rimarcato “la sensazione di una sproporzione tra risorse utilizzate e risultati ottenuti. Abbiamo messo in questa misura ben 18 miliardi, una cifra che avrebbe permesso di creare davvero tanti posti di lavoro. Ma gli effetti non sono certo stati questi”.
Negativo il giudizio anche su Garanzia Giovani. “Un progetto gestito male, fondato sull’idea dei ‘lavoretti’, del lavoro gratuito, del mettersi a disposizione, insomma l'idea che i giovani non sanno niente” spiega Camusso: un progetto, dunque, che “non è servito a investire sui giovani, a inserirli nei luoghi di lavoro, bensì soltanto ad accedere a risorse pubbliche per avere personale gratis”. Maggiori speranze invece sembra suscitare l’iniziativa di “Casa Italia”. Per il segretario generale Cgil è “un progetto straordinariamente importante, che unisce il paese, ma non può essere fatto solo di bonus. E poi, il piano della messa in sicurezza del paese deve andare assieme a un grande piano del lavoro, e questo ancora non c’è”.
Camusso ha poi parlato del rinnovo dei contratti del pubblico impiego, rimarcando che “il governo non fa la propria parte, cioè essere il datore di lavoro di tre milioni di lavoratori pubblici”. Ha sottolineato che “le risorse per il rinnovo contenute nella Legge di bilancio sono insufficienti. Inoltre non c'è ancora stata la modifica della legge Brunetta che è quella che impedisce la contrattazione, inoltre l'esecutivo non ci dà risposte sul tema dei precari”. In conclusione ha ricordato come su questo tema “c’è un'opinione unitaria. È stato chiesto un incontro con il ministro Madia e sono mesi che non si realizza. Abbiamo detto unitariamente che il contratto dei lavoratori pubblici deve avere almeno le stesse risorse dei privati”.

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