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Pescara, 25/07/2024
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Data: 22/11/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
D'Alfonso-Di Matteo, in conferenza stampa va in scena siparietto

PESCARA I panni sporchi si lavano in casa, cioè all'interno del partito e se ci sono rivendicazioni da fare la sede è questa prima di creare ostacoli all'azione del governo regionale facendo da spalla ad altri alleati di maggioranza. E' sostanzialmente questo il messaggio che il Pd lancia a Donato Di Matteo, l'assessore della Giunta D'Alfonso che nei giorni scorsi, assieme ai due esponenti di Abruzzo civico: l'assessore al Lavoro Andrea Gerosolimo e il presidente della commissione consiliare Sanità, Mario Olivieri, si era messo di traverso contestando in più punti (sia nel merito che nel metodo) l'operato di D'Alfonso e dell'esecutivo regionale. Un chiarimento necessario a 24 ore dal vertice di maggioranza previsto per la giornata di oggi, anche in considerazione del ruolo, non proprio secondario, che Di Matteo ricopre nel Pd.
Lo stesso D'Alfonso, sollecitato tra l'altro sulla questione della sua ricandidatura in Regione posta da Silvio Paolucci, ha cercato di riportare tutti alla calma, chiedendo di abbassare i toni (e le rivendicazioni personali) almeno fino al 4 dicembre. Lo spartiacque è proprio il voto sul referendum costituzionale. L'esisto della consultazione popolare, di cui ormai nessuno nega più la forte valenza politica, potrebbe avere effetti destabilizzanti sugli attuali scenari, sia nel centrodestra che nel centrosinistra. D'Alfonso è il primo ad esserne consapevole e fa il pompiere, anche a costo di ricorrere alla sua sottile ironia.
Ieri mattina Di Matteo e il governatore si sono presentati insieme nella Sala blu della Regione, a Pescara, per presentare le linee guida del nuovo piano urbanistico. Ma a chi chiedeva se tra i due fosse scoppiata la pace, Di Matteo rispondeva così: «Sono qui perché è un dovere dell'assessore presentarsi al fianco del presidente della Regione quando si tratta di annunciare provvedimenti così importanti». Poi, entrando nel merito della querelle, Di Matteo non ha negato che le distanze con D'Alfonso restano: «C'è un disagio, non c'è condivisione dei progetti. Qui nessuno vuole qualcosa, non chiediamo strapuntini. Io faccio il medico- ha tenuto a precisare- e non ho nessuna difficoltà a tornare al mio lavoro». Poi un altro siparietto in conferenza stampa, quando D'Alfonso si rivolge così al suo assessore, poggiandogli una mano sulla spalla in tono scherzoso: «Donato, tu che sei uomo di lotta e di governo...». Di Matteo gli dà il tempo di finire la frase e poi replica: «Sono più uomo di governo io di tanta gente che ci circonda...». Il siparietto è completo.
Da parte sua D'Alfonso si è trattenuto solo un paio di minuti all'incontro con i giornalisti, lasciando la scena al suo assessore per parlare del nuovo piano urbanistico che arriva dopo 33 anni. Una delle grandi questioni poste dai tre dissidenti di maggioranza è proprio quella della «scarsa collegialità» sulle partite decisive dell'azione di governo: dal riordino della rete ospedaliera alle aree interne, dalla gestione dei rifiuti al sociale, ai finanziamenti degli eventi culturali. Oggi, nel tavolo di maggioranza allargato alle liste civiche e a Sinistra italiana sarà messo probabilmente tutto sul tavolo.

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