Iscriviti OnLine
 

Pescara, 25/07/2024
Visitatore n. 738.564



Data: 23/11/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
D'Alfonso e dissidenti niente rottura ma nuovo programma

L'AQUILA Quasi tre ore di confronto, a tratti molto serrato, per ricucire alcuni strappi e affrontare la seconda parte del mandato senza le fibrillazioni degli ultimi tempi. Magari ma questo non è stato oggetto di discussione sfruttando anche il possibile allargamento ad Area Popolare che oggi fa riferimento al consigliere Giorgio D'Ignazio. Il vertice di maggioranza in Regione che si è tenuto ieri a ora di pranzo a palazzo Silone ha prodotto un certo rasserenamento del clima e soprattutto la volontà fattuale di stendere al più presto un nuovo programma con cui focalizzare alcuni temi chiave che hanno prodotto più di una divergenza. Alla fine della maxi discussione, a cui non ha partecipato uno dei cosiddetti ribelli, Andrea Gerosolimo, fermato da un'indisposizione, il governatore Luciano D'Alfonso si è limitato a un commento molto sintetico: «Abbiamo preso le misure alle questioni di agenda amministrativa e alle soluzioni. Segnali di pace? Segnali di lavoro». Più articolata l'analisi di Camillo D'Alessandro, a cui sempre in questi casi viene demandato il compito della sintesi: «Si è concordato sulla necessità, ormai a metà mandato, di elaborare un programma fino al termine della legislatura capace di nutrirsi delle cose fatte, ma anche di quelle da concludere e delle istanze che provengono dai territori». Il fronte più caldo è stato, come di consueto, quello sulla sanità. «La discussione ha detto D'Alessandro è stata molto orientata al merito dei problemi, piuttosto che alle questioni territoriali, neanche accennate. Esistono due binari: il decreto Lorenzin e la copertura finanziaria. Dentro questi c'è lo spazio della politica. Fuori c'è il ritorno al commissariamento».
LE TENSIONI
Le tensioni maggiori sono arrivate, come era lecito attendersi, da Donato Di Matteo, che spesso e volentieri ha sostenuto con impeto le sue tesi, ribadendo la disponibilità di rimettere le sue deleghe nelle mani del partito. «Non ha fatto un discorso per pezzi di deleghe ha detto D'Alessandro ma su come si dovrà fare maggioranza, in termini di obiettivi». In realtà le frizioni ci sono state, perché Di Matteo si è lamentato anche di alcuni mancati appoggi (ad esempio sui provvedimenti per l'housing sociale e per il Parco Sirente Velino, ma anche sulla sanità) polemizzando con Pietrucci, Paolini e anche Paolucci. E, sostenendo, la necessità di una maggiore condivisione. «L'incontro è stato positivo ha chiuso D'Alessandro e soprattutto molto opportuno. Da qui a poco ci riconvocheremo per una full immersion sul programma e per comunicare agli abruzzesi ciò che faremo fino alla fine della legislatura». Il possibile passaggio in maggioranza di D'Ignazio non è stato oggetto di discussione, ma D'Alessandro ha fatto intendere che il tema è in agenda: «L'allargamento è un obiettivo naturale per una coalizione che governa. Non deve essere un allargamento in sostituzione, ma sul programma, con l'obiettivo del consenso». In ogni caso al momento non sembra sussistere alcuna logica di rimpasto, così come nessuno ha accennato a una possibile sfiducia per il presidente dell'assise Giuseppe Di Pangrazio, argomento che ha alimentato il gossip politico degli ultimi mesi.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it