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Pescara, 25/07/2024
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Data: 23/11/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Aeroporto incompiuto. E L’Aquila non vola più. È anche al centro di un’inchiesta giudiziaria sul presunto sotterramento illecito di macerie. Il processo è stato fissato a maggio del 2017

L’AQUILA L’aeroporto fantasma. Oppure lo scalo che non decolla. Basterebbero queste due metafore, ampiamente utilizzate, per riassumere la storia dell’Aeroporto dei Parchi “Giuliana Tamburro”. Un progetto portato avanti tenacemente dall’amministrazione comunale, naufragato dopo che l’Enac, ad aprile dello scorso anno, ne ha decretato la fine, disponendo la chiusura dello scalo aquilano al traffico commerciale. Ma resta in piedi la volontà di trasformarlo nella base di riferimento, per l’Italia centrale, della Protezione Civile. Tanto che ieri, in Regione, il sindaco Massimo Cialente ha chiesto al presidente Luciano D’Alfonso di sbloccare i 2,8 milioni dei fondi Fas, destinati all’ampliamento e alla messa in sicurezza della pista. Fuori pista. Un’opera costellata di critiche per lo «sperpero di denaro pubblico». Nonostante le vicende giudiziarie che incombono sullo scalo, il rinvio a giudizio per tre dei componenti la commissione gara che ha affidato la gestione ventennale alla Xpress e l’inchiesta sul sotterramento illecito di macerie – il processo è stato fissato per il mese di maggio del 2017 – il Comune ha liquidato per intero i 588mila euro garantiti in tre anni alla Xpress come start-up per lo sviluppo commerciale dello scalo. Non solo: ha erogato 46mila euro per i lavori di sicurezza sulla Resa (Runway End Safety Area) e altri 10mila euro per il volo inaugurale riservato alla stampa. Ammonta poi a 900mila euro la spesa sostenuta dalla Protezione Civile dopo il terremoto del 2009 per i lavori di adeguamento dello scalo in occasione dello spostamento del G8 dalla Maddalena all’Aquila. E c’è poi la questione della concessione mai rescissa, nonostante in questi anni l’aeroporto abbia visto transitare per Milano soltanto 7 passeggeri, mentre la Xpress aveva assicurato 12.600 passeggeri per il 2012, 56mila per il 2013 e 100mila per il 2014. Ora il Comune, in vista del processo del prossimo maggio, si è costituito parte civile, chiedendo il risarcimento quantificato in 550mila euro non solo per il danno all’immagine, ma anche per l’impossibilità, da parte dell’amministrazione comunale, di «portare a conclusione l’opera pubblica di ampliamento della pista essenziale per lo sviluppo del territorio». Voli a perdere. Ci sono 2,8 milioni di euro di fondi Fas arrivati dall’Unione Europea che sono bloccati. Ma che potrebbero presto tornare disponibili, se inseriti nella programmazione regionale. Il sindaco Cialente, affiancato dall’assessore comunale all’aeroporto Emanuela Iorio e dall’amministratore unico della Xpress Giuseppe Musarella, ha illustrato al presidente D’Alfonso il progetto di ampliamento e messa in sicurezza della pista, richiesto dall’Enac. «Una volta realizzato», ha spiegato Cialente, «non ci saranno più ostacoli per far diventare lo scalo di Preturo l’aeroporto di riferimento della Protezione Civile nell’Italia centrale. La struttura è stata ampiamente testata durante l’ultimo terremoto di Amatrice: alle 5,30 del mattino era già aperta ai voli dell’emergenza. Altri 200mila euro, sempre fermi in Regione, potrebbero servire per definire la sede della Protezione Civile, nel capannone già esistente. Inoltre, si potrebbero potenziare le altre vocazioni, dai voli privati, alla scuola per i brevetti di volo, fino al transito di cargo. Tutto questo senza porsi in concorrenza con l’aeroporto di Pescara». Il sindaco, a fine mandato, si toglierà qualche sassolino dalle scarpe: «Sto preparando un dossier che racconterà tutta la verità, sulla vicenda. Un resoconto dettagliato degli avvenimenti, delle polemiche e degli ostacoli messi in campo, ma anche di tutti i soldi tirati fuori e di come sono stati usati. Lo renderò pubblico», ha concluso Cialente, «tra qualche mese, quando non sarò più sindaco».

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