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Data: 23/11/2016
Testata giornalistica: Prima da Noi
Task Force per il Masterplan, ai fedelissimi D’Alfonso concede 3 mln di euro. Balducci (Pd) «solo 2500 euro l’anno» Per loro un lavoro straordinario e un compenso aggiuntivo allo stipendio.

ABRUZZO. Un lavoro immenso, straordinario e con priorità assoluta per arrivare primi in Italia a sottoporre all’amico Matteo Renzi il Masterplan. Immenso quanto costoso, cifre mai viste tutte insieme in Abruzzo: oltre 1,5 miliardi di euro per opere pubbliche.
Adesso che il documento ufficiale è firmato bisogna muoversi ed essere fattivi.
Per verificare che tutto procederà come deve procedere è stato creato dal presidente della Regione Abruzzo un super gruppo di lavoro, una task force per dirla con un tocco internazionale, che dovrà lavorare sodo nei mesi prossimi.
E dal momento che il lavoro è impegnativo si è deciso di attribuire ai già dipendenti pubblici un compenso aggiuntivo allo stipendio già percepito.
Una cifra comprensiva pari a 3 milioni di euro.
Apperò.
Un lavoro che è di sicuro ben pagato e che presuppone molte ore di sudore, tra l’altro sottratte alle altre di lavoro ordinario degli stessi dirigenti (ricaduta non da poco).

I CANI DA GUARDIA
Matteo Renzi alla firma del Masterplan era stato chiarissimo: «un amministratore dovrebbe vigilare sul lavori pubblici come vigila quando gli rifanno il bagno di casa».
Per questo D’Alfonso ha piazzato i suoi cani da guardia, persone fedelissime sulle quali evidentemente sa di poter contare. Perché Renzi sta a guardare.
Lo ha fatto con una delibera di giunta (la numero 693 di inizio novembre) con la quale ha stabilito “d’imperio” i baciati dalla fortuna che fanno parte di questo super gruppo.
E sempre la delibera di giunta stabilisce per loro, come detto, un compenso aggiuntivo rispetto a quello che già percepiscono come dipendenti pubblici.
Questo potrebbe essere un problema perchè sarebbe dovuto essere pacifico il fatto che lo stipendio è omnicomprensivo così come ribadito più volte dalla Corte dei Conti.
Questa volta è diverso?
Cosa è cambiato?
Mauro Febbo, presidente della Commissione Vigilanza, ha deciso di chiedere un nuovo parere ai giudici contabili per verificare se sia corretto quanto fatto da D’Alfonso. «Si chiede di sapere», scrive l’esponente di Forza Italia, «se, a parere della Codesta Autorità Contabile, l’Amministrazione regionale può disporre l’attribuzione di indennità accessorie non ricomprese nei C.C.N.L., qualora siano segnalati dipendenti con qualifica di dirigente o funzionario, incaricato di posizioni organizzative e/o di altre categorie».
In pratica Febbo vuole sapere dalla Corte dei Conti di pronunciarsi per consentire la verifica dell’eventuale sussistenza di responsabilità connesse alla violazioni di disposizioni di legge che disciplinano sia la corretta gestione delle risorse pubbliche sia quanto previsto dal contratto collettivo.
Ma in realtà la Corte dei Conti su questa materia si sia già espressa attraverso due pronunciamenti (era il 2010) dove viene ribadita la onnicomprensività del trattamento economico.
In soldoni la regola generale è che lo stipendio comprende già tutto, non sono ammesse cifre extra. Lo dice la legge. Ad esempio, per le figure dei Rup, i responsabili del procedimento che sono pur sempre dirigenti, viene stabilito un compenso aggiuntivo ma è la legge che lo dice chiaramente. Dunque anche in questo caso, secondo alcuni esperti, dovrebbe essere la legge a prevedere l’eccezione specifica del pagamento aggiuntivo al supergruppo.

MA CHI SONO I NOMI INDICATI DALLA DELIBERA?
Nel super gruppo di lavoro (dieci quelli citati nella delibera) c’è Claudio Ruffini: lui sarà il rappresentante per l’Abruzzo in seno al comitato di indirizzo e controllo.
Ruffini, ex presidente della provincia di Teramo, attuale componente della segreteria di presidenza, braccio destro di D’Alfonso, ombra e consigliere personale, proprio qualche giorno fa è stato nominato da D’Alfonso come commissario al Consorzio di Bonifica Centro Bacino Saline, Pescara, Alento e Foro, rinunciando all’indennità.
A luglio 2015, sempre D’Alfonso, lo aveva nominato presidente di Sviluppo Italia Abruzzo spa, società controllata da Abruzzo Sviluppo spa, a sua volta emanazione della Regione.
Ma l’incarico era inconferibile in quanto Ruffini nei due anni precedenti era stato consigliere regionale. Ha poi deciso da solo, dopo un pressing mediatico, di fare un passo indietro. Oggi ne fa nuovamente uno avanti speriamo che non sia anche questo falso.
L’ingegnere Emidio Primavera dovrà, invece, «coordinare e sovrintendere all’attuazione degli interventi previsti» dal Masterplan. Primavera nel 2015 è stato scelto proprio dalla giunta D’Alfonso come nuovo Direttore del Dipartimento Opere pubbliche, governo del territorio e politiche ambientali della Regione Abruzzo. Dal 2009 e per i successivi 6 anni era stato Dirigente del Genio civile di Pescara.
Saranno, invece, addetti alla verifica, al controllo e all’azione di sostegno ai soggetti attuatori 7 persone scelte direttamente dall’Ufficio di Presidenza del governatore. Si tratta di persone con cui D’Alfonso ha rapporti fiduciari da anni, in alcuni casi anche di forte amicizia.
Come Ebron D’Aristotile, fedelissimo di D’Alfonso già ai tempi in cui il governatore era presidente della Provincia (e D’Aristotile vice direttore generale).
A luglio 2015 ha ricevuto anche un encomio dalla Regione.
Encomio e task force pare siano una accoppiata vincente perché nel super gruppo D’Alfonso ha piazzato anche Evelina D’Avolio, 29 anni, posizionata per un anno anche nel consiglio di amministrazione di Tua.

Poi c’è Fabrizio Bernardini, ex segretario generale della Provincia di Pescara, da gennaio scorso nuovo capo di gabinetto di D’Alfonso (ha sostituito l’altro fedelissimo, Ernesto Grippo, ex comandante dei vigili di Pescara adesso a L’Aquila fino a fine anno).
Nella super squadra c’è anche Sergio Di Pietrantonio, già dipendente del Comune di Pescara e amico intimo della famiglia D'Alfonso, consigliere del Pd per quasi 20 anni a Lettomanoppello.
E poi ancora Sabrina Saccomandi, responsabile dell’ufficio fiduciario di assistenza specialistica e Andrea Marconi, ex consigliere comunale del Pd. Nei mesi scorsi proprio lui aveva fatto scoppiare un caso perché aveva accusato i dirigenti regionali di non spendersi per l’Ente per cui lavorano durante il fine settimana, a differenza dello staff del presidente.
Il Direr (sindacato dei dirigenti) non l’aveva presa bene chiedendone addirittura le dimissioni. E’ rimasto lì e si capisce, oggi più che mai con questo nuovo incarico, che D’Alfonso si fida di lui.
Chiude la lista Fabio Ferrante, ex assessore a Lettomanoppello, uomo forte Pd nella roccaforte del presidentissimo D’Alfonso, consigliere comunale con deleghe al Bilancio, Welfare, Protezione Civile, nonché dipendente Ato coinvolto in passato nell’inchiesta insieme a Giorgio D’Ambrosio.
Ferrante gode da sempre della fiducia del Presidente e per questo il presidente ha voluto il suo concittadino con sé nell’ufficio di presidenza, già affollatissimo di cervelli in perenne tempesta.
I due sono molto amici tanto che Ferrante, durante il processo Housework, disse in aula «ho aiutato D'Alfonso gratuitamente a traslocare a titolo di amicizia».
Nei mesi scorsi aveva fatto scalpore il fatto che l’Ato gli avesse dato il via libera a lavorare un solo giorno per seguire il Presidente.
E adesso il lavoro aumenterà ancora di più.

Alessandra Lotti


BALDUCCI: «CIFRE SBALLATE. I COMPENSI NON SUPERANO I 2500 EURO ALL’ANNO»
Il vicecapogruppo del PD in Consiglio regionale Alberto Balducci interviene precisando che «il Masterplan è stato realizzato completamente in house a costo zero senza alcun aggravio per le casse pubbliche né con le costose assistenze tecniche utilizzate in passato. La task force per l’attuazione del Masterplan, così come individuata nella delibera di Giunta regionale n. 693 del 5 novembre scorso e tuttora in fase di costituzione, non include e non includerà alcun membro dell’Ufficio di Presidenza della Giunta regionale».
Secondo Balducci i membri dell’Ufficio di Presidenza della Giunta regionale citati nella suddetta delibera avrebbero solo ruolo di controllo e di interfaccia con i dirigenti e «per questo compito non percepiscono alcun compenso aggiuntivo rispetto a quanto previsto dal loro contratto di assunzione».
«La cifra va poi divisa per il numero dei componenti della task force (circa 35) e per il numero degli anni (circa 5-6) in cui si svilupperanno gli interventi, e ad essa va ovviamente detratta la somma dovuta per tassazione di competenza. Il totale netto per singolo componente dovrebbe aggirarsi sui 2.900 euro all’anno, ovvero meno di 250 euro al mese. Le somme sono comunque soggette all’attuazione di apposito regolamento e al rispetto della normativa di settore», rassicura Balducci.

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