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Pescara, 25/07/2024
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Data: 25/11/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Sorpresa: la blogger M5S è la moglie di Brunetta

ROMA L'uomo dei cento tweet al giorno aveva una cyber spia in casa e non lo sapeva. Imbarazzo in FI, soccorso azzurro da parte di Berlusconi, incredulità nel Pd, esultanza nel M5S. Il mistero di Beatrice Di Maio, account virale pro-M5s, che le scorse settimane si accaniva a gettare fango su Renzi e perfino sul presidente della Repubblica Mattarella, sembra sia stato risolto. Chi era? Tommasa Giovannoni Ottaviani detta Titti, madre di due ragazzi. Arredatrice di interni, ma soprattutto moglie di Renato Brunetta. La confessione consegnata a Libero: «Sì, ma lui la premessa della signora (matrimonio in grande stile celebrato in Costiera amalfitana) - non c'entra in questa storia. Non è mai venuto a conoscenza di quello che facevo. Ora ha scoperto chi sono e quindi quella macchina del fango non esiste».
LO STRANO LINK
Il capogruppo FI ieri si aggirava in Transatlantico facendo finta di niente. Ufficialmente difende la compagna («Impegno civile e legittima satira»), ma non l'ha presa affatto bene. Come l'intero gruppo parlamentare. Il fronte del Sì non crede che si celi proprio lei dietro il nickname che aveva raggiunto 14mila follower in poco tempo e che si divertiva ad agire da militante pentastellata contro i dem. E anche ex grillini come Tinazzi, fondatore del meet Up 878 ed epurato da tempo, sulla rete manifestano i propri dubbi sulla vera identità di Beatrice di Maio. Finita nell'occhio del ciclone perché contro di lei era stata presentata una denuncia dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, con conseguente doppia (a Camera e Senato) interrogazione parlamentare.
«Ma allora perché si è cancellata dopo che era stata scoperta? Non ha senso. C'è un link - questo invece il convincimento del Comitato del Sì tra Brunetta e M5S, un collegamento che porta alla rete di Casaleggio».
«Se Lotti si è sentito offeso mi dispiace e me ne scuso», ha affermato la Ottaviani. «Ho denunciato chi mi ha dato del mafioso e credo che sia giusto che si vada in tribunale», la reazione del sottosegretario. A difendere Brunetta è sceso in campo il Cavaliere: «Non ho mai dubito della sua amicizia e lealtà. Spiace ha sottolineato l'ex premier - che questo clima così aspro per la campagna referendaria sia stato fatto anche da qualche giornale come dimostrato quest'oggi da Libero con l'ennesimo attacco personale». Ma la solidarietà non è arrivata dagli altri colleghi. Anzi, lo scivolone casalingo pesa nei difficili equilibri del gruppo. E soprattutto ha fatto sì che Grillo cantasse vittoria: «Hanno fatto la figura del menga. Il Pd ha sprecato soldi pubblici parlando di una macchina del fango automatizzata. Ci aspettiamo le scuse di tutti. Questa campagna diffamatoria contro di noi deve finire».
Lo scontro è tra i dem e M5S. «Prima hanno inseguito il fantasma di una presunta Spectre informatica vicina al M5S, ora stanno zitti», attacca la Ruocco. «I troll usati on line sono tutti parenti di Brunetta?», risponde il renziano Marcucci. Ma ad essere bacchettato è proprio il capogruppo azzurro: «È grave che la moglie di un parlamentare usi un falso nome per diffamare il governo», dicono dal Pd commentando l'ultima pagina di una partita che si gioca a dieci giorni dal voto soprattutto nella piazza virtuale. Tra bufale (ieri girava sul web la notizia falsa di schede ritrovate con il Sì già stampato) e profili fake.

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