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Pescara, 25/07/2024
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Data: 26/11/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Contratto statali alla stretta finale sugli aumenti il nodo bonus Renzi

ROMA Traballante, ma per ora il tavolo tra sindacati e governo per il rinnovo del contratto degli statali tiene. Il ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, ha convocato per giovedì prossimo i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Segno evidente che l'intenzione è di chiudere la partita prima del referendum costituzionale. Le prossime 72 ore si preannunciano dunque di lavoro intenso. Anche perché i nodi emersi non sono stati ancora sciolti. E altri se ne sono palesati. Ieri è stato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan a sollevare, con un messaggio sibillino, una delle principali questioni che dovranno essere affrontate con il rinnovo. Parlando degli 85 euro di incremento della busta paga degli statali, il ministro ha chiarito che si tratta di «un aumento medio. Poi», ha aggiunto, «è chiaro che bisogna mettere a punto dei dettagli per verificare che in termini lordi o netti non ci siano sperequazioni, ci stiamo lavorando». Il punto è questo: chi guadagna 25 mila euro, oggi ha diritto al bonus Renzi da 80 euro. Un aumento di 85 euro lordi mensili, farebbe scavallare la soglia dei 26 mila euro, quella oltre la quale quel bonus non si incassa più. Morale, in una tasca entrerebbero 85 euro lordi ma dall'altra ne uscirebbero 80 netti. In realtà questo è un problema che non riguarda soltanto gli aumenti nel pubblico impiego, ma anche quelli nel settore privato. E la questione in qualche modo dovrà essere risolta. Il secondo punto sottolineato da Padoan, è che gli 85 euro mensili lordi di aumento che il governo si è detto disponibile a concedere, vanno considerati come una cifra «media pro capite». I sindacati invece, chiedono nel verbale di accordo che dovrà essere sottoscritto, sia scritto che l'aumento sia «non inferiore a 85 euro».
LE DIFFERENZELa differenza è sostanziale. Nel primo caso, quello indicato da Padoan, qualcuno avrà aumenti di 120 euro e qualcuno di 50 euro, e così la media sarà di 85 euro. Nella proposta dei sindacati, il livello minimo di aumento dovrebbe essere 85 euro e poi a salire. L'uscita di ieri del ministro dell'Economia non è stata ben accolta dalle sigle sindacali. «Il governo sa benissimo che ci vuole un aumento non inferiore agli 85 euro», ha commentato il leader della Cgil Susanna Camusso. «Non capisco», ha detto, «cosa significhi parlare di un aumento medio di 85 euro». Anche al segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo l'uscita di Padoan non è piaciuta. «Il confronto», ha replicato il sindacalista, «si fa al tavolo e solo lì si raggiunge l'accordo o si testimonia la rottura. Non vorremmo constatare», ha proseguito, «che fuori dal confronto prevalessero i fans del non accordo, perché com'è stato detto ieri sia dalla ministra Madia che da noi, se si sottoscriverà il testo, esso ha obiettivi importanti che vanno nell'interesse del Paese, della pubblica amministrazione e dei lavoratori pubblici. Evitiamo», ha concluso, «uscite a gamba tesa». Chi ha plaudito alla nuova convocazione, è stato invece il segretario confederale della Cisl Maurizio Bernava. «Siamo vicini», ha detto, «a una svolta storica, ad un accordo innovativo, che rimette in equilibrio il rapporto tra legge e contratto, a favore di quest'ultimo».

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