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Pescara, 25/07/2024
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Data: 27/11/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Lombardi: le fabbriche devono avere le ferrovie. L’imprenditore, ex presidente di Confindustria- «Rispolverare il piano per un raccordo sulla Avezzano-Sora e vendere solo il tracciato cittadino». Il fondatore della Presider chiede un atto di coraggio all’attuale giunta e giudica suggestivo il punto di vista dell’Archeoclub.

AVEZZANO La ferrovia che taglia in due Avezzano può rappresentare ancora una risorsa per le industie e l’economia. Ne è convinto il cavaliere Donato Lombardi, uno dei più noti imprenditori della Marsica e già presidente di Confindustria Abruzzo. Proprio l’azienda di Lombardi, la Presider, è stata l’ultima ad avere sfruttato i quattro chilometri di binari che dalla stazione ferroviaria portano al nucleo industriale. Il dibattito in città ruota attorno al futuro delle vecchie rotaie. Il tracciato, che appartiene alla società Rivalutazione Trara srl dell’imprenditore celanese Ermanno Piccone, rischia di essere ceduto. Se il Comune di Avezzano non dovesse avanzare opzioni per l’acquisto i terreni dell’area di risulta verrebbero venduti a pezzi. Il sindaco Gianni Di Pangrazio è intervenuto di recente per affermare che l’amministrazione «è pronta a trovare la soluzione adeguata per l’ex ferrovia: l’attenzione è massima». Massima attenzione chiesta dall’Archeoclub dell’avvocato Umberto Irti per evitare che un possibile bene pubblico possa finire a una serie di privati. Già il presidente dell’Associazione consumatori, Augusto Di Bastiano, ha chiesto di lasciare i binari per scopi industriali. Soluzione condivisa dal cavaliere Lombardi. «In merito al destino del raccordo ferroviario», sottolinea l’imprenditore, «e dopo il punto di vista della proprietà e quello suggestivo dell’amico Irti, sento il dovere di condividere il parere di Di Bastiano: “Indispensabile per un nucleo industriale avere un collegamento ferroviario”. Da imprenditore e post presidente di Confindustria Abruzzo mi viene da pensare al disagio dei pionieri fondatori del nucleo industriale passati a miglior vita. Da titolare, sottolineo che la Presider, vanto dell’imprenditoria locale, italiana ed europea, ha in altri tempi investito sul rinnovo del raccordo 1,5 miliardi di vecchie lire e senza di esso sarebbe definitivamente condannata a morire. Certo, la situazione socio economica finanziaria attuale è grave. La recessione e la deprecata deflazione inducono allo scoramento. Il pensiero va alla crisi del ‘29. La bolla scoppiò allora per l’eccessivo rialzo dei titoli industriali. Vi furono molti suicidi e tribolazioni di ogni sorta. Ma dopo il ‘45 iniziò il più grande sviluppo economico e tecnologico che l’umanità abbia avuto in tutti i settori della civiltà. Come pensare oggi che tutto sia definitivamente perduto? E allora, in riferimento alla ripresa auspicata e ragionevolmente attesa, perché non pensare per il raccordo al progetto lucido e coraggioso proposto dai fondatori che giace in Comune da quasi mezzo secolo? Esso prevede di usufruire dei binari della linea Avezzano-Sora, che finalmente avrebbe una ragione produttiva, e la costruzione di un deposito-raccordo al nucleo industriale. O l’impresa spaventa gli attuali, moderni amministratori? Allora sarebbe finalmente plausibile alienare l’attuale raccordo cittadino portando a termine una operazione da sempre auspicata e proficua per le future generazioni».

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