Dopo le due inchieste penali (quella sull’affidamento ventennale alla società Xpress e quella sulle macerie sotterrate all’interno del sedime aeroportuale) per le quali il Comune si è costituito parte civile, lamentando non soltanto il danno all’immagine arrecato dagli imputati, ma anche il mancato sviluppo aeroportuale a causa dei presunti comportamenti illegali, ora a verificare la correttezza degli importi elargiti dal Comune alla società Xpress, che gestisce lo scalo intitolato a “Giuliana Tamburro”, è la stessa Procura contabile. Il via alla verifica contabile da un esposto a firma del presidente dell’aeroclub, Arcangelo De Giuseppe (assistito dall’avvocato Fausto Corti), nel quale lo stesso ha messo in evidenza presunte irregolarità. Secondo De Giuseppe, il Comune nulla avrebbe detto e fatto in relazione al fatto che dopo la chiusura al traffico (da parte dell’Enac) la società avrebbe adibito lo scalo “ad un uso privatistico, non contemplato dalla convenzione”. Altra circostanza segnalata ai magistrati contabili, le spese che, sempre a giudizio del denunciante, avrebbero dovuto essere sopportate dalla società e non dal Comune: oltre 121 mila euro, per acquisto apparati controllo sicurezza, riparazione della tettoia di collegamento crollata sotto manto nevoso, approvazione del progetto verifica strutturale degli hangar e loro agibilità, interventi per l’adeguamento della segnaletica orizzontale della pista di volo ed infine adeguamento della strip di volo. Pertanto secondo De Giuseppe il Comune era perfettamente a conoscenza di quanto stava accadendo e avrebbe rivendicato a sé (anche attraverso conferenze stampa) la bontà delle azioni. Ad oggi il Comune ha liquidato per intero i 588 mila euro garantiti in tre anni alla Xpress come start-up.