ROMA Per il rinnovo del contratto degli statali, bloccato da sette anni, è il giorno della verità. Questa mattina i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, incontreranno il ministro della Funzione pubblica Marianna Madia. Sul tavolo ci sarà una bozza di accordo per un aumento di 85 euro lordi mensili. L'incremento dovrebbe rimanere indicato come «medio», anche se nelle ultime ore si è ragionato della possibilità di eliminare questo inciso. Il governo insomma, rinuncerebbe alla dizione «aumenti medi» e i sindacati alla dizione «aumenti non inferiori a 85 euro». Altre aperture da Palazzo Chigi comunque sarebbero arrivate. I sindacati avevano lamentato un'incertezza sulle risorse economiche destinate alla contrattazione pubblica. Questo perché, nella legge di Bilancio, il governo invece di indicare la cifra destinata al rinnovo dei contratti, ha creato un «maxi fondo» da 1,4 miliardi nel 2017 e da 1,9 miliardi nel 2018, per finanziare diversi interventi. Oltre ai contratti anche la stabilizzazione del bonus da 80 euro per le Forze dell'ordine, il riordino delle carriere, e lo sblocco delle assunzioni.
I PUNTINella bozza di accordo che sarà discussa domani, anche se il fondo non dovrebbe essere diviso per le varie voci, sarà indicato che i soldi andranno «prevalentemente» ai rinnovi contrattuali. L'altra novità riguarda le cifre stanziate per il 2017 e il 2018, che dovrebbero salire a 1,9 miliardi e 2,4-2,6 miliardi di euro. Abbastanza per «garantire», come pure sarà scritto nella bozza di accordo, l'aumento da 85 euro lordi al mese. Il governo si impegnerebbe ad uno stanziamento anche per il 2019. L'altro nodo da sciogliere riguarda la scuola. I sindacati chiedono di dare più peso alla contrattazione anche per questo comparto modificando la legge sulla Buona scuola. Potrebbero essere accontentati. Sugli altri punti l'accordo era già fatto dalla scorsa settimana. A cominciare dalla possibilità di assegnare un maggiore peso a benefit non monetari, basati per esempio sul welfare e sulla defiscalizzazione, come accaduto per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Un meccanismo che permetterebbe anche di risolvere il rebus degli 80 euro del bonus Renzi, che gli aumenti contrattuali rischiano di far perdere a un certo numero di statali. Il governo poi, continua a chiedere che chi guadagna di meno abbia aumenti maggiori. Una circostanza che ieri ha scatenato la proposta dei sindacati dei dirigenti, preoccupati di essere esclusi dagli aumenti. Ma basteranno le aperture del governo per arrivare ad una firma? Cisl e Uil sembrano propense a chiudere positivamente la trattativa. L'unica, per ora, a marcare qualche differenza è la Cgil. Ieri Camusso ha spiegato che «se ci sono le condizioni e le risposte si va avanti, se non ci sono non c'è data che tenga». Il leader della Cgil ha sottolineato di capire «l'ansia da prestazione da parte di tanti, ma ci sono anche il 5-6 dicembre. Il governo - ha insistito - sa quali sono le risposte che mancano: risorse certe e modifica della legge Brunetta e della Buonascuola». Ieri il ministro del lavoro Giuliano Poletti, ha detto che «ci sono le condizioni per chiudere». Ieri, intanto, il ministro Pier Carlo Padoan è intervenuto sulla bocciatura da parte della Consulta della riforma della Pa. «È un esempio», ha detto il ministro, «di come il quadro istituzionale possa creare ostacoli non giustificati dell'efficienza dei risultati ma dovuta al fatto che esistono meccanismo perfetti di funzionamento costituzionale che vanno cambiati».