ROMA Una premessa e quattro punti. Il documento che riapre la stagione contrattuale tra governo e sindacati è un testo snello. La premessa è che i «lavoratori sono il motore del buon funzionamento della pubblica amministrazione». Ma la macchina dovrà marciare. Per questo la «Repubblica nel suo complesso e le singole amministrazioni», dovranno porsi obiettivi trasparenti, misurabili e idonei a migliorare la qualità dei servizi. Fatta la premessa, il testo parte proprio dal riequilibrio tra legge e contratto, dando maggior peso a quest'ultimo. Detto questo, però, il governo non rinuncia ad uno dei sui mantra: quello della valutazione individuale dei dipendenti, alla quale saranno agganciati anche i premi. Per questo è scritto nel testo che «le parti si impegnano ad individuare nuovi sistemi di valutazione che garantiscano un'adeguata valorizzazione delle professionalità e delle competenze e che misurino e valorizzino i differenti apporti individuali all'organizzazione». In quest'ottica saranno rivisti e semplificati i fondi per l'erogazione del salario accessorio. Nella contrattazione, poi, saranno individuati anche dei meccanismi per incentivare «più elevati tassi medi di presenza». Un altro punto centrale dell'accordo, è l'impegno del governo a superare il precariato nella pubblica amministrazione. Il governo, si legge nel documento, assicurerà innanzitutto «il rinnovo dei contratti precari attualmente in essere e di prossima scadenza». Ma sarà solo il primo passo, perché ci sarà anche «una definitiva regolamentazione da realizzarsi con la riforma del Testo unico del pubblico impiego». Un passaggio ritenuto cruciale. Tanto che i sindacati hanno ottenuto che fosse scritto nell'intesa, l'impegno formale di Palazzo Chigi «ad un preventivo confronto con le organizzazioni sindacali». Anche la riforma delle regole del lavoro pubblico, dunque, entra nell'accordo sottoscritto ieri dal governo.