PESCARA Alluvione, abruzzesi risarciti. Una pioggia di milioni destinati a cittadini di 107 Comuni devastati, nel marzo del 2015, ma anche nel mese di novembre del 2013, da un nubifragio che colpì prevalentemente le infrastrutture ma anche le abitazioni. Crollarono strade nell'alto Vastese, nel Teramano, a confine con il Pescarese, e nell’area Vestina. Ma anche le abitazioni vennero allagate ed i mobili distrutti. Centinaia di imprese finirono in ginocchio. Ma a sette giorni dalla nomina del commissario dell’alluvione, il dirigente regionale della Protezione civile, Antonio Iovino, il governatore, Luciano D’Alfonso, ha diffuso un elenco di città e paesi abruzzesi con accanto il numero delle richieste di risarcimenti e le cifre. Alcuni esempi di danni e ristori: a Mosciano Sant’Angelo, dove cinque case crollarono, oppure gli smottamenti a Villa Celiera e quelli di paesi in provincia di Teramo, come Castiglione Messer Raimondo e Bisenti. Ma anche Lanciano e San Salvo. A Chieti però andranno solo briciole, a Pescara invece la fetta più grossa. È importante chiarire che si tratta di soldi destinati ai cittadini, ed è la prima volta che accade. Un capitolo a parte è rappresentato dalla imprese che dovranno attendere. In tutti e due i casi, abitazioni e fabbriche, si trattra di somme attinte dall'ultima Finanziaria che ha stanziato in totale un miliardo e mezzo per tutta l’Italia. Agli abruzzesi spettano oltre 23 milioni, da suddividere tra le 869 domande presentate. L’importo per i beni immobili (abitazioni) danneggiati è pari a 22 milioni 322mila 483 euro, quello relativo alle spese per le demolizioni ammonta a 620mila 116 euro e l'importo riguardante i beni mobili danneggiati è di 96mila 820 euro. «Presto», comunica la Regione, «ci sarà il ristoro dei danni subiti». Il presidente della giunta regionale, sulla base dell’ordinanza del Capo dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, del 16 agosto, intitolata “Disposizioni operative per l'attivazione dell'istruttoria finalizzata alla concessione di contributi a favore di soggetti privati e di attività economiche produttive relativamente agli eventi calamitosi verificatisi nel territorio della regione Abruzzo” marzo 2015 (l’elenco però si riferisce anche a danni pregressi del novembre 2013, che hanno riguardato soprattutto Pescara), ha trasmesso allo stesso Dipartimento il report finale sugli esiti delle istruttorie effettuate dai Comuni. Questi, dopo la dichiarazione dello Stato di calamità naturale, invitarono i cittadini che avevano subìto danni a presentare le domande di risarcimento. L’iter è in dirittura finale. D’Alfonso ha comunicato ieri che risultano rendicontati danni per 23.039.421,39 euro da parte dei Comuni. Dopo l’ok da Roma (la parola finale, attesa per dicembre, tocca al Consiglio dei ministri), ai cittadini abruzzesi che hanno fatta domanda arriveranno lettere con cui saranno avvisati della disponibilità delle somme. Ciascun cittadino dovrà indicare una banca convenzionata con la Cassa Depositi e Prestiti. Nel giro di pochi mesi la partita si chiuderà. Ma in ballo ci sono altri 30,5 milioni, già assegnati alla Regioni, per i danni subìti dalle amministrazioni pubbliche. In questo contesto è stato nominato, pochi giorni fa, il commissario Iovino col compito di spalmare i risarcimenti richiesti dai Comuni. Il numero delle richieste di interventi riguarda 80 frane: 42 in provincia di Chieti, 14 in quelle di Pescara e dell’Aquila e 10 in provincia di Teramo. Erano 273 i comuni coinvolti con 562 allagamenti e 345 persone sgomberate.