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Pescara, 25/07/2024
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Data: 01/12/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Padovano: rilanciamo il porto con l’aiuto di capitali privati. Il consigliere prospetta un project financing da 50 milioni con banche o compagnie di navigazione. L’obiettivo è affidare dragaggio e manutenzione dei fondali in cambio della gestione dei servizi

PESCARA Un porto commerciale nuovo di zecca con banchine ampie e funzionali per l'attracco delle grandi navi da crociera, una galleria come a Napoli, Genova o Barcellona e una biglietteria aperta tutto l'anno. Progetto ambizioso e di lungo termine, costo 50 milioni di euro, che con l'aiuto dei colossi privati del mare doterebbe la città di infrastrutture e porterebbe la profondità della darsena a 8 metri, mettendo fine alla stagione degli insabbiamenti periodici e dei mini dragaggi da pochi metri cubi di sabbia. A carezzare l'idea di coinvolgere grandi società italiane ed europee nella realizzazione, gestione e accollo dei costi delle opere pubbliche dello scalo pescarese è il consigliere comunale di maggioranza, in quota socialista, Riccardo Padovano, delegato dal sindaco all'economia del mare e al porto. L'ipotesi di un project financing per restituire nuova linfa all'infrastruttura, fresca dell'approvazione del piano regolatore portuale, sarà esaminata durante un incontro che si terrà sabato 10 dicembre nella Sala dei Marmi della Provincia e vedrà la partecipazione del viceministro dei Trasporti, Riccardo Nencini. «Lo sblocco dello strumento urbanistico, dopo anni di attesa», spiega Padovano, «è un passo importantissimo compiuto dalla Regione e dal presidente Luciano D'Alfonso. Oggi abbiamo le risorse per compiere i primi passi, ossia i lavori di riapertura della diga foranea e di costruzione di una barriera soffolta che eviti l'ingresso della sabbia verso la darsena. Ma questi interventi non sono sufficienti. Dobbiamo giocarci l'ultima chance per riaprire il mercato e far decollare il nostro porto rimasto improduttivo per anni». Per tagliare la diga foranea realizzata nel 1992 e consentire finalmente all'acqua del fiume di defluire al largo, evitando di finire sul litorale nord e ristagnare lungo la costa, l'amministrazione di centrosinistra ha a disposizione 3,5 milioni di euro. La somma consentirebbe di cominciare i lavori entro gennaio, giocando d'anticipo rispetto alla stagione estiva. Ma questa sarebbe soltanto una parte del piano di interventi compresi nel piano regolatore generale. «Servono», rimarca Padovano, «dai 30 ai 50 milioni di euro per dotare Pescara di un porto commerciale appetibile e all'avanguardia. Innanzitutto, è necessario un dragaggio integrale che porti la profondità dei fondali ad almeno otto metri. Solo in questo modo le grandi navi crocieristiche che trasportano passeggeri e imbarcazioni possono tornare a considerare la rotta adriatica. La sabbia prelevata dovrà essere utilizzata per riempire le vasche per la costruzione delle piattaforme delle nuove banchine. Infine servirà una biglietteria all'avanguardia, un terminal per i mezzi pubblici e negozi per intrattenere i turisti come sui moli delle grandi città». «La mia proposta», aggiunge Padovano, «non è folle. A Barcellona, ad esempio, è stato realizzato un progetto simile. Ma per esportarlo a Pescara c'è bisogno di una grossa società che finanzi e realizzi queste opere, ricevendo in cambio la gestione per un periodo di tempo definito. Penso a una grande compagnia di navigazione o persino una banca».

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