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Pescara, 25/07/2024
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Data: 02/12/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Tagliati 14 treni Intercity. Nove le regioni coinvolte: Toscana, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Liguria, Umbria e Campania. Dal 15 gennaio la scure si potrebbe abbattere sulle linee utilizzate dai pendolari. Lettera al ministero di 32 parlamentari. I sindacati: «Necessario intervenire»

ROMA Pendolari sul piede di guerra per il taglio di 14 Intercity dal prossimo 15 gennaio. Si tratta dei treni che percorrono lunghe tratte interregionali con più fermate e costi più contenuti delle Frecce. Il parco macchine è vecchio e capita spesso che questa categoria accumuli ritardi pesantissimi. La revisione delle spesa sarebbe sul tavolo delle trattative tra ministero delle Infrastrutture e Ferrovie dello Stato per la ridefinizione del nuovo contratto di servizio universale. In ballo ci sono le utenze di nove regioni: Toscana, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Liguria, Umbria e Campania. I primi a reagire sono stati i sindacati confederali toscani, avvertendo che la soppressione di due coppie di treni sulla tratta Napoli-Milano avrebbe penalizzato i lavoratori che si spostano giornalmente tra Prato, Firenze, Chiusi e Arezzo. «Crediamo - è scritto nella lettera inviata al ministero delle Infrastrutture e trasporti - che sia necessario intervenire tempestivamente prima della firma per aumentare l’offerta dei treni che attraversano e si fermano nella nostra regione. I clienti perderebbero gli ultimi collegamenti diretti esistenti provenienti da altre regioni e alcune città che sarebbero tagliate fuori dall’unico sistema di collegamento ferroviario extra-regionale». Immediata anche la reazione dell’assessore ai Trasporti Ceccarelli, che ha dichiarato: «Nessuno tocchi gli Intercity. Ormai da 3 anni abbiamo posto la questione sui tavoli del ministero, perché i servizi garantiti sono essenziali per l’utenza interregionale che non può accedere all’alta velocità, ma anche per tanti pendolari, che li utilizzano nei loro spostamenti quotidiani». Il Ministero è stato interpellato anche da 32 parlamentari, con un’interrogazione a firma dei parlamentari Pd Luigi Dallai e Marco Donati. Nel frattempo si stringe ulteriormente la borsa anche per i treni regionali che servono le zone tra la Campania e il Lazio. L’11 dicembre, infatti, entrerà in vigore il nuovo orario che, secondo l’Associazione pendolari del Sannio, porterà a «ulteriori sacrifici per tutti, ci saranno meno treni diretti sulla tratta Napoli-Roma via Formia, con buchi di quasi 4 ore di attesa, tagli alle fermate intermedie (Falciano e Sessa Aurunca), tempi di interscambio nelle stazioni di Aversa, Villa Literno e Formia molto esigui (tra i 5 e 7 minuti). Senza dimenticare il taglio delle fermate poste sulla tratta tra Minturno e Roma».

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