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Pescara, 25/07/2024
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Data: 02/12/2016
Testata giornalistica: L´Editoriale
L’Ama spa confluira’ in Tua, ai tavoli manca Massimo Cialente. Un’operazione che costerebbe 2milioni di euro e che rinforzerebbe le potenzialità di una società piccola che di certo, con la liberalizzazione dei servizi, non riuscirebbe a stare sul mercato, mettendo seriamente a rischio il posto di lavoro di autisti e dipendenti

Si sta definendo sui tavoli regionali l’assorbimento di Ama spa, la società partecipata al cento per cento dal Comune dell’Aquila che gestisce la mobilità locale, da parte di Tua, l’Azienda unica per il trasporto abruzzese. Un’operazione che costerebbe 2milioni di euro e che rinforzerebbe le potenzialità di una società piccola che di certo, con la liberalizzazione dei servizi, non riuscirebbe a stare sul mercato, mettendo seriamente a rischio il posto di lavoro di autisti e dipendenti. Sarebbero comunque a buon punto grazie al grande avallo offerto dalle rappresentanze sindacali, la Cgil in prima linea, pronte a sedersi intorno a un tavolo per contrattare il futuro dei lavoratori. Assente Massimo Cialente, probabilmente non è stata sua, l’iniziativa di chiudere al più presto la trattativa, perché alla vigilia della tornata elettorale è sempre utile mantenere appeso il dialogo con maestranze e dipendenti, pronti a garantire il voto a chiunque prometta loro la salvaguardia del posto di lavoro. D’altra parte pare non l’abbia presa affatto bene, la mossa portata avanti senza neanche invitarlo a fare la presenza e di certo lo faranno sedere nei prossimi tavoli, ma non potrà rivendicare un fattivo contributo al primo vero atto che comincerà a razionalizzare le società partecipate. Deboli per capacità amministrativa, economica e finanziaria, fragili negli esuberi strutturali, per nulla controllate nei decenni dalla proprietà, cioè dal Comune dell’Aquila, perché da sempre terreno di spartizione politica e clientelare, oltre che elettorale, quindi di fatto, i loro bilanci in rosso sono stati sempre votati e salvati da contributi straordinari, che non hanno fatto crescere di una virgola le gestioni fallimentari di decenni. Fu proprio la Cgil con l’allora rappresentante Rita Innocenzi, a voler trattare, per alleggerirle, il taglio dei tanti, troppi quadri dirigenziali, basti guardare il Sed spa che conta un dirigente ogni nove impiegati, ma la politica di Cialente non ha mai voluto metterci le mani. Ha sempre giocato, il cialentismo, alla vecchia solfa delle clientele dei decenni passati senza cambiare gli assetti. Aveva tutta la forza nel 2007 per poterlo fare, non ha voluto. Ha avuto una seconda chance con il sisma del 2009, che ha garantito fior di milioni aggiuntivi ai polmoni sfiancati di queste gestioni, ma non ha mai preso il treno giusto. I milioni aggiuntivi hanno solo saldato spese correnti e ordinarie, mai una riorganizzazione, mai un colpo d’ala, mai una politica coraggiosa e innovatrice. La privatizzazione del Centro turistico è stata un fallimento annunciato, i dipendenti di tutte le società non sono sufficientemente qualificati per reggere l’urto del mercato, qualsiasi consulente ingaggiato da Cialente in questi anni ha sempre ribadito gli stessi concetti. Tutte le ipotesi di riforma, di accorpamenti e scioglimenti sono rimaste pura teoria, ma sono state pagate fior di quattrini. Così, tanto per. E intanto sono andate avanti a forza di contributi straordinari, come i 2milioni di euro girati all’Asm spa con un emendamento fuori sacco del sindaco qualche mese fa e ripianamenti di ogni risma. Ed eccoci qua. L’Ama spa, nonostante i malumori degli amministratori, di certo confluirà in Tua, un’operazione buona, l’unica, che la politica di Massimo Cialente non ha mai ricercato più di tanto.

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