Iscriviti OnLine
 

Pescara, 25/07/2024
Visitatore n. 738.563



Data: 06/12/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Comune, la vittoria del No rimette in discussione Brucchi. Gatti potrebbe voler approfittare dell’indebolimento dei Democratici e tornare subito al voto

TERAMO L'esito del referendum pone nuovamente l'esecutivo del sindaco Maurizio Brucchi a un passo dalla fine della propria esperienza amministrativa. Le indiscrezioni che si rincorrono dietro le quinte della politica da ieri notte rilanciano la possibilità imminente di nuove elezioni anche per il Comune di Teramo. Questo poiché i maggiorenti del centrodestra, in primis il leader del gruppo consiliare più numeroso Paolo Gatti, potrebbero voler approfittare del forte indebolimento politico del Pd per proporre una nuova alternativa di centrodestra alla guida della città. Cosa che non sarebbe possibile lasciando in vita Brucchi per altri due anni, che potrebbero concedere al Pd tempo utile a riguadagnare posizioni. La volontà di Gatti di capitalizzare la vittoria referendaria a Teramo fa il paio con una crisi politica che è stata messa sotto il tappeto dal terremoto, ma che non è stata mai superata da una ricomposizione politica visto che pochi giorni prima del sisma i riflettori dell'opinione pubblica erano accesi sulle dimissioni dell'assessore alla cultura Marco Chiarini. E proprio il vice presidente del consiglio regionale Paolo Gatti, chiamato a rispondere sul tema, conferma che i tempi per una riflessione sono maturi. «Più che della crisi del Pd», ha detto Gatti, «credo che adesso debba porsi il tema di una scelta per gli amici che, riconoscendosi nel centrodestra, hanno partecipato a questa esperienza amministrativa. Bisogna dare il tempo di metabolizzare il risultato ai soggetti politici che nei giorni scorsi si erano espressi in maniera differente da noi appoggiando il Sì, ma è anche ora di fare una scelta. Se avesse vinto il Sì alcuni amici sarebbero saliti sul carro della monarchia renziana. Assodato che siamo rimasti fortunatamente in una repubblica, adesso va fatta un po' di chiarezza, rapidamente se possibile». Il riferimento è ovviamente alla componente del Nuovo Centrodestra, ma anche al gruppo consiliare di riferimento di Alfonso “Dodo” Di Sabatino, forze che hanno appoggiato la riforma targata Renzi. «Dopo queste divaricazioni di coscienza», dice Gatti, «bisogna capire se c'è una sufficiente e duratura stabilità della maggioranza, che io auspico, e che sarebbe la precondizione per fare un lavoro amministrativo per la città. Se questa amministrazione andasse benissimo, e loro possono sciogliere questo dubbio, non ci sarebbe tema. Invece una riflessione permanente c'è da tempo ed è figlia dell'instabilità del Comune, che non ha a che vedere con la debolezza del Pd. Messo a posto il referendum, che ha preso molto tempo a ciascuno di noi, ci sono posizioni che vanno chiarite: non sono io che ho assottigliato la maggioranza del sindaco, o che ne ha chiesto le dimissioni (come ha fatto di recente Di Sabatino, ndr). Chi aveva dubbi ce li ha ancora? Ho detto che sarei tornato a parlare del Comune di Teramo solo a dicembre, e ci siamo. Ma è preliminare sapere che consistenza ha oggi la maggioranza». Parole, quelle di Gatti, che hanno il chiaro intento di far uscire allo scoperto Di Sabatino e il leader teramano di Ncd Paolo Tancredi ma che lasciano presagire chiaramente il dubbio sull'opportunità di lasciar proseguire il mandato del sindaco Brucchi. Intanto ieri quest'ultimo, soddisfatto per l'esito del referendum, ha fatto un commento salomonico mettendo in evidenza tre aspetti a suo giudizio significativi: «Il primo è che i cittadini, quando vengono consultati, esprimono voglia di partecipare. Il secondo è la necessità chiara e forte di tornare al voto. Il terzo è l'opportunità di un ricambio generazionale. Basta con le stesse facce sulle stesse poltrone».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it