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Pescara, 25/07/2024
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Data: 07/12/2016
Testata giornalistica: Prima da Noi
Stipendi: la provincia de L’Aquila prima tra le abruzzesi con quelli più alti. Teramo l’ultima e in coda tra le italiane

ABRUZZO. L’Aquila è la provincia abruzzese a più alto reddito (27.585 euro annui lordi), in una classifica che vede la media nazionale attestarsi sui 29.176 euro annui lordi, (28.653 quelli dell'anno scorso).
Regina d’Italia Milano con i suoi 34.414 euro annui lordi, ovvero quasi 7 mila euro di differenza con quelli di un lavoratore della provincia aquilana.
E' quanto emerge dal Geography Index 2016 realizzato dall'Osservatorio Jobpricing, la classifica della retribuzione media rilevata nelle 110 province italiane trai dipendenti del settore privato. L’analisi è giunta alla sua seconda edizione.
Dopo la provincia aquilana, che si posiziona al cinquantesimo posto nazionale, c’è Pescara (69° nazionale) con 26.568 euro annui lordi. A chiudere Chieti e Teramo, tra le peggiori 40 province d’Italia. Chieti si posiziona all’83° posto nazionale con 25.692 euro annui lordi mentre Teramo al 96° posto nazionale con 24.282 euro annui lordi (praticamente 10 mila euro di differenza con Milano).
La media regionale si attesta a 26.076 euro annui lordi.


LE REGIONI
La Lombardia continua ad essere la regione con le retribuzioni medie più alte, seguita da Trentino- Alto Adige ed Emilia-Romagna. Al Centro è in evidenza il Lazio (che tuttavia perde una posizione nella graduatoria, collocandosi 5° a livello nazionale). Le retribuzioni annue lorde medie del Sud e Isole restano più basse del dato medio nazionale di circa 3.400 euro; gli ultimi posti della classifica accolgono Molise, Calabria e Basilicata.
Rispetto al 2015 Toscana, Campania, Umbria, Abruzzo, Sardegna e Calabria esprimono un migliore rapporto con la RAL media nazionale (sebbene si collochino comunque nella seconda metà della classifica).

LE PROVINCE
Milano è la provincia con la retribuzione media più alta (34.414 euro), con uno stacco di quasi duemila euro dalla seconda in classifica, Bolzano. Roma è al decimo posto, con una retribuzione annua lorda pari a 30.685 euro, un valore migliore a quello registrato l’anno precedente e sempre molto alto rispetto alle altre province della regione e del Centro Italia, che popolano la parte centrale e finale della classifica.
Per le 3 fasce della graduatoria, spiccano in testa Cremona, Vicenza, Lecco e Mantova, che guadagnano dalle 12 alle 8 posizioni in classifica. Varese, Pesaro-Urbino e Treviso scendono invece di 11, 8 e 7 posti rispettivamente. Nel corpo centrale i delta più significativi interessano in positivo in particolare la Toscana, con Siena (+15), Pisa (+13) e Livorno (+12) e in negativo Forlì-Cesena (-14), Palermo e Imperia (-12).
Nelle retrovie recuperano 8/9 posizioni le province di Benevento, Oristano, Ogliastra e Olbia-Tempio, mentre scendono ulteriormente Matera (che finisce penultima, con -14 posizioni), Bari (-13) e Taranto (-12). Sei regioni smentiscono la tendenza per cui il capoluogo di regione ha le retribuzioni migliori: Trentino-Alto Adige, dove Bolzano occupa la seconda posizione della classifica nazionale, mentre Trento solo la 16° (perdendone 4 rispetto all’anno precedente); Veneto, in cui le province con una RAL maggiore di Venezia sono, nell’ordine, Verona, Vicenza e Treviso; Emilia-Romagna, dove Parma, Ravenna e Reggio Emilia antecedono Bologna; Marche, dove sebbene Pesaro-Urbino abbia perso 8 posizioni e sia ora 25°, ha una RAL media comunque maggiore di Ancona; Umbria, dove Terni stacca di 11 posizioni Perugia, ferma al 76° posto; Calabria con Catanzaro davanti a Reggio Calabria anche se di sole 5 posizioni, ma con una differenza di circa 1600 euro.

«COSTO DELLA VITA PIU’ ALTO»
Mario Vavassori, Founder e Partner dell’Osservatorio JobPricing commenta questi dati, con un focus sul divario retributivo persistente che interessa il Nord Italia rispetto alle altre regioni: «le retribuzioni lombarde e del Nord in generale sono il risultato di due forze compresenti e che si auto alimentano: il costo della vita più alto che tipicamente interessa queste province e la natura del mercato occupazionale (quale riflesso del tessuto imprenditoriale), maggiormente contraddistinto rispetto ad altre regioni da figure specialistiche e manageriali, che alzano il valore medio complessivo dell’area considerata. Questo fenomeno è significativo nonostante la perdurante situazione di deflazione che caratterizza l’intero mercato del lavoro e delle retribuzioni».

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