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Pescara, 25/07/2024
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Data: 08/12/2016
Testata giornalistica: Il Centro
La legge di bilancio 2017 - Fisco e servizi, la manovra ora è legge. Fiducia e approvazione in tempi record: non aumenta l’Iva, assunzioni agevolate al Sud, fondi per combattere la povertà. Ora resta l’ultimo treno dei decreti d’urgenza

ROMA Il disegno di legge di bilancio passa in tempi record, a causa della crisi di governo, e porta con sé per l’anno prossimo un nuovo taglio delle tasse, dal canone Rai al disinnesco delle clausole di salvaguardia, un ricco capitolo welfare e pensioni, con l’avvio dell’Ape, e una lunga serie di «bonus», dall’asilo nido ai diciottenni, dalle ristrutturazioni antisismiche ed energetiche all’acquisto di strumenti musicali. Ecco alcune delle principali misure contenute nella manovra da 27 miliardi che entrerà in vigore dal 1° gennaio. Scongiurate clausole di salvaguardia, Iva non aumenta. Il «grosso» della manovra sta nella cancellazione delle clausole sull’Iva per 15 miliardi di euro. Nel 2017 non ci saranno quindi aumenti delle tasse legati alle clausole lasciate in eredità dal passato. Il problema rimane però per il 2018 e il 2019, rispettivamente per 19,6 miliardi e di 23,3 miliardi. Sconti assunzioni, raddoppia premio produttività. La versione originale della manovra prevedeva la decontribuzione per le assunzioni stabili (anche in apprendistato) degli studenti che abbiano svolto alternanza scuola-lavoro. Il tetto era di 3.250 euro l’anno per massimo 36 mesi. Con un decreto ministeriale si è poi intervenuto per alzare la soglia ad 8.060 euro, ma solo per le assunzioni al Sud di giovani e disoccupati. Salgono i tetti di detassazione al 10% dei premi produttività (fino a 4.000 euro su redditi di massimo 80.000 euro). 800 euro a mamme, 1.000 per asili e bambini malati. La manovra mette a disposizione 392 milioni l’anno per il bonus nascita da 800 euro, stimando una platea di 490mila future mamme. Bonus da 1.000 euro anche per l’asilo nido e per i bambini malati fino a 3 anni che hanno bisogno di assistenza a casa. Ampliato anche il congedo per i neo-papà: resta a 2 giorni nel 2017, salendo a 4 nel 2018 (5 se uno a valere su quelli della madre). Pacchetto investimenti, arriva iperammortamento. Nel 2017 viene confermato il superammortamento al 140% sui beni strumentali ma arriva anche l’iperammortamento al 250% per gli investimenti in innovazione. Sgravi aggiuntivi sono previsti anche per quelli in ricerca e sviluppo. Per le imprese scatterà da gennaio anche la riduzione dell’Ires dal 27,5% al 24%. Per le Pmi arriva la nuova Iri (sempre al 24%). Ape, opzione donna, esodati e lotta a povertà. L’anticipo pensionistico scatta il primo maggio 2017, rimane in vigore in via sperimentale fino alla fine del 2018. Si può chiedere con 63 anni di età e 20 di contributi. La penalizzazione è del 4,5%. Il governo ha però previsto l’Ape social a costo zero per disoccupati e disabili (63 anni di età a 30 di contributi) o lavoratori impegnati in attività pesanti (63 anni e 36 di contributi).

Case, sconti per i lavori con bonus eco e sisma
ristrutturazioni energetiche e anti-terremoto

ROMA È ancora una volta la casa ad essere uno dei capisaldi della manovra 2017. Ecco le norme nei dettagli. Ecobonus - sconto 65% per un altro anno. Le spese per interventi di riqualificazione energetica godranno per tutto il 2017 della detrazione al 65%. Per condomini vale fino a 2021. Per gli interventi di riqualificazione energetica relativi «a parti comuni degli edifici condominiali», la stessa detrazione è prorogata di cinque anni. Lo sconto fiscale sale al 70% nel caso di interventi sull’involucro del palazzo e al 75% nel caso di interventi finalizzati a migliorare la prestazione energetica e che conseguano determinati standard fissati dal Mise. Le detrazioni sono calcolate su un ammontare complessivo delle spese non superiore a 40.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono il condominio. Le detrazioni sono usufruibili anche dalle case popolari. Per gli interventi i condomini possono cedere la detrazione ai fornitori che hanno effettuato gli interventi. Rimane però esclusa la cessione ad istituti di credito ed intermediari finanziari. Ristrutturazioni e sisma-bonus - sconto 50% per un altro anno. La manovra prevede la proroga fino al 31 dicembre 2017, della detrazione al 50% per gli interventi di ristrutturazione edilizia. Fino a 80% per 5 anni per lavori antisismici. Dal 1º gennaio 2017 fino al 31 dicembre 2021 viene prevista una detrazione del 50%, ripartita in cinque quote annuali di stesso importo. Il beneficio si applica non solo agli edifici delle zone sismiche ad alta pericolosità, ma anche agli edifici situati nella zona sismica in cui possono verificarsi forti terremoti ma rari. Qualora dalla realizzazione degli interventi relativi all’adozione di misure antisismiche derivi una riduzione del rischio sismico che determini il passaggio ad una classe di rischio inferiore, la detrazione di imposta sale al 70%. Se il passaggio è di due classi, la detrazione è all'80%. Bonus più alto per condomini. Se i lavori per la messa in sicurezza riguardano edifici condominiali, le detrazioni sono del 75% per il passaggio di una classe e dell’85% per il passaggio di due classi. Le detrazioni si applicano su un ammontare delle spese non superiore a 96.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari. Come previsto per i bonus edilizi, è prevista la cessione del credito ai fornitori ma non alle banche. Tra le spese detraibili, rientrano anche quelle per la classificazione e verifica sismica degli immobili. Bonus mobili. Torna anche lo sconto fiscale del 50% (per tutto il 2017) sulle spese per l’acquisto di mobili. Il limite di 10.000 euro per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici è considerato per gli interventi iniziati nel 2016 al netto delle spese per le quali si è già fruito della detrazione.


Ora resta l’ultimo treno dei decreti d’urgenza

ROMA La questione banche (con la soluzione statale per Mps in prima fila); i nodi aperti con gli enti locali (dalla ripartizione del maxi-fondo ad alcune misure per le zone terremotate dell'Emilia e dell'Abruzzo); la norma Ilva, con i 50 milioni da destinare alla situazione sanitaria di Taranto; il decreto Milleproroghe. Questi i nodi che rimangono aperti con la decisione di blindare la manovra al Senato e approvarla in via definitiva con "fiducia tecnica" entro oggi pomeriggio, in sole due letture. L’EREDITÀ. Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, si sta pensando di lasciare in eredità al Parlamento per l'anno nuovo due o tre decreti d'urgenza da varare in fretta entro il 31 dicembre: uno sulle banche; uno per recuperare misure che sarebbero dovute entrare in manovra, dalla norma Ilva alla ripartizione del fondo degli enti locali; e il consueto decreto Milleproroghe. Tra le possibilità che si stanno vagliando, c'è quella, se necessario, di varare un decreto Banche già questa domenica. LE BANCHE. Primo grande capitolo, quello di Mps: se i mercati non permetteranno alla banca di gestire in autonomia il necessario aumento di capitale da 5 miliardi di euro, lo Stato interverrebbe con una soluzione che potrebbe prevedere ad esempio la sottoscrizione di Mps bond. Nello stesso decreto il governo introdurrebbe anche la misura sul fondo di risoluzione già inserita in manovra, poi stralciata dalla Camera e che l'Esecutivo non è riuscito a reintrodurre nè nel dl Fisco nè nella stessa legge di Bilancio. La misura permetterebbe alle grandi banche di rifinanziare il Fondo di risoluzione bancario con elargizioni aggiuntive da spalmare fiscalmente in bilancio su cinque anni. Questa misura permetterebbe di rimpinguare il Fondo, che ha ricapitalizzato per 1,8 miliardi di euro le quattro good bank (Banca Marche, Banca Etruria, Carichieti e CariFerrara). Allo stesso modo nel decreto dovrebbero entrare le misure sulle Dta e le Bcc che il Governo aveva inserito nell'emendamento banche, presentato alla manovra alla Camera e poi dichiarato inammissibile. LE POPOLARI. In questo ipotetico decreto non dovrebbero invece entrare al momento misure sulle banche popolari, benché buona parte di parlamentari, della maggioranza e delle opposizioni, ha spinto per innalzare da 8 a 30 miliardi la soglia limite di utili oltre la quale una banca popolare deve trasformarsi in Spa. Finalità prioritaria era quella di "salvare" la Popolare di Bari dalla trasformazione imminente, che porterebbe la banca a una crisi sicura. Nel frattempo è arrivato però il congelamento della riforma delle Popolari, con il Consiglio di Stato che ha bocciato la parte della riforma sulla possibilità di recesso dei soci e ha rimesso la decisione finale alla Corte costituzionale. In attesa di questa sentenza la trasformazione per la Pop di Bari dovrebbe essere rinviata e sembra escluso che il governo possa intervenire su una norma prima ancora che i giudici si esprimano.

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