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Pescara, 25/07/2024
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Data: 09/12/2016
Testata giornalistica: Il Centro
La funivia continua a dividere. E i politici rintuzzano D’Amico. Il rettore che ha accusato la città di non fare squadra e di non saper progettare un effettivo rilancio incassa l’appoggio di Sottanelli e Di Sabatino. Critici Brucchi e Tancredi: non ha ascoltato il territorio

TERAMO Le voci della politica sostengono all'unanimità il ruolo strategico dell'università ma i rappresentanti teramani declinano in modo diverso la lettura sui rapporti tra l'ateneo e il territorio. Il rettore Luciano D'Amico ha fatto precise puntualizzazioni sulla mancata sinergia tra le istituzioni teramane e l'università, soffermandosi sul “casus belli” della funicolare ateneo-centro storico e ha suscitato reazioni differenti nel mondo politico e istituzionale. Totalmente d'accordo con il "magnifico" si è dichiarato il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino secondo cui «non si può essere sempre critici verso chi matura idee di sviluppo di un territorio senza al contrario elaborare alcuna proposta». Di Sabatino non risparmia critiche al suo stesso schieramento: «Non conosco le posizioni assunte dagli esponenti del mio partito sulla funivia. Un gruppo politico che si candida ad essere forza di governo non può evitare di prendere posizione sui temi oggetto di dibattito di un territorio». Il richiamo del rettore a una maggiore lungimiranza della politica trova anche la condivisione del deputato di Scelta Civica Giulio Sottanelli che dice: «L'ateneo è un partner importante, come lo sono la prefettura o il tribunale. Bene ha fatto il rettore a richiamare un gioco di squadra». «Credo che le contrapposizioni siano nate dalla circostanza che molti amministratori vedono in D'Amico un possibile "concorrente"» ha detto Sottanelli, «ma se ciascuno mette avanti la propria carriera politica piuttosto che il senso delle istituzioni questa città è condannata alla decadenza. Teramo ha un ospedale a Villa Mosca, l'università a Colleparco e un centro commerciale a Piano d'Accio. Io trovo che sia apprezzabile lo sforzo del rettore di ricucire un tessuto economico e sociale attraverso un'infrastruttura che porterebbe solo benefici ai commercianti e ai tanti teramani che affittano gli appartamenti in centro agli studenti». Nessun dubbio che l'università sia una risorsa anche per il deputato del Pd Tommaso Ginoble, tuttavia egli ritiene che qualche riflessione in più andrebbe fatta sulla localizzazione della stessa e anche sulla funivia. «Chi ci ha preceduto ha scelto sempre di collocare l'università al centro del contesto urbano. Così è stato inizialmente anche a Teramo. L'attuale localizzazione non dipende dalle attuali forze politiche, né dal rettore» ha detto Ginoble, «ma certamente va ripensato un disegno complessivo della città che è già penalizzata per altri fattori. La nostra è una provincia che rischia di essere marginalizzata dall'asse Chieti-Pescara troppo più forte. Teramo non può competere alleandosi solo con L'Aquila che di per sé è debole come noi. Teramo deve recuperate vivacità lavorando su altre leve, sbagliano le istituzioni a non dialogare ma anche il rettore dovrebbe avere una visione più complessiva». Sminuisce la portata della polemica il sindaco Maurizio Brucchi che sottolinea come il Comune sia sempre stato disponibile a dialogare con il territorio tanto da istituire in passato un tavolo permanente per esaminare le criticità. «Peraltro» dice Brucchi, «mai come in questo momento, con un territorio messo in ginocchio dal sisma, è necessario fare squadra. Ma per farlo bisogna anche ascoltare un territorio e questo con la funivia non è accaduto». Per il deputato di Ncd Paolo Tancredi è invece il rettore a dover colloquiare di più con la città. «La cabinovia» dice, «è un progetto estemporaneo nei modi, nella proposizione, e nei contenuti. Nessun ostracismo, l'università è una risorsa, ma deve anche fare la sua parte».

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