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Pescara, 25/07/2024
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Data: 12/12/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Crisi di Governo - Gentiloni ci prova. Consultazioni avviate per il nuovo governo: «Definire le regole elettorali». Parte il toto-ministri. Il ministro uscente accetta con riserva, via alle consultazioni per la squadra «Ora legge elettorale»

ROMA «Ringrazio il presidente della Repubblica per l’incarico conferito, lo considero un alto onore e cercherò di svolgere il compito con dignità». Dopo tre giorni di consultazioni al Quirinale, il capo dello Stato ha conferito a Paolo Gentiloni l’incarico di formare un governo. Il presidente del consiglio incaricato ha accettato con riserva ma ha garantito che riferirà a Mattarella «il più presto possibile» perché la priorità è formare un governo nella pienezza dei suoi poteri in tempi rapidi. E la riserva potrebbe essere sciolta già oggi o domani. Gentiloni non ha lasciato spazio a dubbi su quello che sarà il suo lavoro a palazzo Chigi e soprattutto quali saranno le sue priorità: legge elettorale e provvedimento terremoto. Il tutto gestito da un esecutivo che prenderà forma (e ministri) nell’ambito della maggioranza uscente. «Nel corso delle consultazioni è emersa l’indisponibilità delle maggiori forze di opposizione a condividere la responsabilità in relazione al nuovo governo. Dunque non per scelta ma per responsabilità ci muoveremo nel quadro della maggioranza e del governo uscenti, coscienti della necessità di dare al paese un governo nella pienezza dei suoi poteri». E rende omaggio alla coerenza del suo predecessore: «È emersa la conferma della decisione del premier Renzi di non accettare un reincarico in coerenza con l'impegno assunto durante la campagna referendaria. E questa coerenza merita rispetto». I verdiniani entreranno ufficialmente nella compagine di governo? Il presidente incaricato ha avviato ieri sera le consultazioni a Montecitorio ed ha rivcevuto anche la delegazione di Ala-Sc, che a Palazzo Madama conta 18 senatori ed è indispensabile per garantire la fiducia al governo. Nell’attesa di capire come cambierà la squadra, a tenere banco sono le parole di Gentiloni sul profilo del suo esecutivo. Innanzitutto sono balzate agli occhi di tutti le parole del premier incaricato sulle riforme: tra i compiti del governo c’è anche la volontà di «accompagnare e, se possibile, facilitare il lavoro delle forze parlamentari per definire con la necessaria sollecitudine le nuove regole elettorali». Ci si attende dunque che l’esecutivo si disponga a passare la palla delle riforme al Parlamento, e si ipotizza un modus operandi diverso dal governo precedente che è giunto a mettere la fiducia sull’Italicum. Ci sarà una sorta di neutralità di merito, ma con una volontà di aiutare nel metodo, favorendo il dialogo e svelenendo il clima. Oltre alle riforme, Gentiloni ha indicato tra gli impegni del suo esecutivo «le priorità internazionali, economiche, sociali, a iniziare dalla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto». Su Gentiloni arrivano le critiche delle opposizioni, come prevedibile. «Stiamo con i cittadini, non con i voltagabbana» scrive su Twitter il leader del M5S Beppe Grillo, rinviando al post scritto da Luigi Di Maio: «Un’auto blu vuota è arrivata al Quirinale e ne è sceso Gentiloni #votosubito». A In mezz’ora il vicepresidente della Camera ha ribadito ancora che Gentiloni «è null’altro che l’Avatar di Renzi». Di Maio annuncia che non parteciperà alle consultazioni e conferma l’Aventino al voto di fiducia per il nuovo esecutivo, ma anche sulla legge elettorale. In sostanza i 5 Stelle non collaboreranno per scriverne una nuova: «L’idea di un tavolo sulla legge elettorale è finita» dice Di Maio. Su Gentiloni si abbattono anche gli strali della Lega e di Fdi. «Tutto cambia perché nulla cambi. Siamo passati dal governo del burattino delle lobby al governo del burattino del burattino delle lobby» attacca Giorgia Meloni. Ancora più duro è il commento di Matteo Salvini, che rifiuta di partecipare alle consultazioni di Gentiloni («Non abbiamo tempo da perdere») e parte a testa bassa: « Questi ci prendono per il c..o! Noi non ci arrendiamo, daremo battaglia a questa cricca. #votosubito». Unica voce fuori dal coro continua ad essere quella di Silvio Berlusconi, che annuncia una opposizione “responsabile” .

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