Sono l'incubo di lavoratori e studenti i che ogni giorno devono destreggiarsi tra guasti tecnici, ritardi, sovraffollamento e cancellazioni. Dalla Circumvesuviana alla Potenza-Salerno
Non è l'alta velocità. A volte non è nemmeno velocità. Spesso sono ritardi, cancellazioni, carrozze sovraffollate. Come ogni anno Legambiente mette in fila le linee ferroviarie più complicate per chi ogni giorno deve raggiungere il posto di lavoro, la scuola, l'università. In altre parole la vita (a volte la lotta) quotidiana dei pendolari. Più fortunati quelli delle grandi città. Più in difficoltà quelli che utilizzano le cosiddette «linee secondarie», ecco il rapporto «Pendolaria»
1. Roma-Lido
In cima alla lista la Roma-Ostia Lido, una linea suburbana gestita da Atac. Ogni giorno sono almeno 100mila le persone che la utilizzano ogni giorno. Ma, secondo Legambiente, il servizio «peggiora di giorno in giorno, tanto che le ultime rilevazioni evidenziano una riduzione dei passeggeri». Dalla stazione di Porta San Paolo (un fondamentale nodo della mobilità urbana, con la Metro B, la Stazione Fs Ostiense, il Tram) e il mare di Ostia il viaggio dovrebbe essere di 30 minuti. Ma, tra i convogli che hanno in media 20 anni, i ritardi, le attese, i tempi di percorrenza si allungano di molto.
2. Circumvesuviana
Collega, in Campania, un’area metropolitana di circa due milioni di abitanti e si estende per circa 142 km. Sei linee e 96 stazioni per la Circumvesuviana che si snoda intorno al Vesuvio, sia lungo la direttrice costiera verso Sorrento, sia sul versante interno alle pendici del Monte Somma, fino a raggiungere Nola, Baiano e l’Agro nocerino-sarnese. Secondo le segnalazioni dei pendolari ogni giorno ci sono decine di cancellazioni. E poi incidenti, aggressioni, scippi, controllori impotenti. Una linea che presenta molti punti critici, tra cui l'incolumità dei passeggeri. «Fino al 2010 i treni in circolazione erano 94 - si legge nel rapporto Legambiente - poi si è assistito ad una lenta ed inesorabile parabola discendente. Allo stato attuale, salvo guasti, viaggiano 56 treni, ma ne occorrerebbero almeno 70 per garantire un servizio dignitoso ai pendolari, costretti ancora a viaggiare ammassati».
3. Reggio Calabria- Taranto
Dovrebbe essere la linea di collegamento tra le diverse regioni, i centri turistici e i porti: una infrastruttura che esiste dal 1875, lunga 470 km e al servizio (potenzialmente) di metà della popolazione calabrese. E invece la linea Jonica tra Taranto e Reggio Calabria è tra le più degradate secondo lo studio di Legambiente. Dal 2010 tagli del 20% e cancellazione di 5 treni espresso, 7 treni espresso cuccetta, 2 treni interregionali (oltre a 2 intercity e 4 intercity notte).
4. Messina-Catania-Siracusa
Non solo i siciliani, anche i turisti devono convivere con la pessima situazione delle linee ferroviarie dell'Isola. Ogni giorno le corse dei treni regionali in tutta la Sicilia sono 429 contro le 2.300 della Lombardia (che conta il doppio della popolazione siciliana). La linea che collega Messina a Siracusa, passando per Catania è lung 180 km: secondo il rapporto di Legambiente la velocità media è di 64 km orari e negli ultimi 15 anni i treni si sono ridotti addirittura del 41%.
5. Cremona-Brescia
Non solo il sud, però. Da tempo i pendolari protestano per le condizioni della linea che collega Cremona e Brescia. 51 km di linea i cui tempi di percorrenza sono aumentati rispetto al passato (nel 2002 il treno più veloce collegava Brescia e Cremona in 34 minuti, oggi in 58). In più, fino a qualche mese fa, erano in servizio automotrici diesel (nonostante la linea sia elettrificata) fabbricati oltre 40 anni fa.
6. Pescara-Roma
Pochi treni e molto lenti. E così i pendolari scelgono il trasporto su ruota (pullman o auto private, molto più inquinanti). 240 i chilometri di rete ferroviaria che collegano il versante adriatico abruzzese con la costa tirrenica. Ma dell’intero percorso solo 15,2 km sono a doppio binario, tutti nell’area metropolitana di Roma, tra le stazioni Prenestina e Lunghezza.
7. Casale Monferrato-Vercelli e Casale Monferrato- Mortara
Negli ultimi dieci anni, segnalano i pendolari, le condizioni di trasporto su queste due tratte sono molto peggiorate. A pesare i tagli incrociati decisi della Regione Piemonte e della Regione Lombardi. E se fino a pochi anni fa da Casale Monferrato si poteva andare a Vercelli in 18 minuti e a Mortara in 25 minuti con linea diretta, nel 2013 è stato cancellato il servizio sulla linea Casale-Vercelli. Risultato: oggi per andare a Vercelli, ci vogliono nella migliore delle ipotesi più di un’ora e trenta minuti
8. Bari-Martina Franca- Taranto
112 chilometri di linea ferroviaria su cui i pochi treni rimasti viaggiano a una velocità media di 41 km orari. Gestita dalle Ferrovie del Sud Est, la linea è a binario singolo, ad eccezione del tratto di 3,5 km tra le stazioni di Bari Sud Est e Mungivacca. I lavori di elettrificazione della linea sono in corso dal 2012.
9. Treviso-Portogruaro
Un binario unico lungo 52 km: treni lenti, tanti cambi. «Il numero di convogli previsti in circolazione, soprattutto nel pomeriggio, sono diventati sempre più insufficienti - si legge nel rapporto Legambiente - e se per svariati motivi non si riuscisse ad arrivare in tempo da Venezia o Padova per effettuare il cambio, si rischia di dover aspettare due ore il treno successivo. Su questa linea viaggiano 10 coppie di treni al giorno e 10 autobus sostitutivi.
10. Genova-Acqui Terme
46 km di binario unico sui 63 della tratta e tagli del 35% delle corse negli ultimi anni. Disagi accentuati anche dai numerosi passaggi a livello e dalla velocità ferma a 60km orari.