TERAMO La sera del 6 novembre di due anni fa era alla guida della sua macchina che, in prossimità di un passaggio a livello privato, venne travolta da un treno sui binari, a Villa Rasicci di Bellante. Fortunatamente il convoglio non viaggiava a velocità sostenuta e sfiorò lateralmente l’automobile dell’uomo che rimase ferito ad una spalla. Ma i procedimenti giudiziari si muovono su strade obbligate dal codice e per quell’incidente in cui ha rischiato di morire, il 60enne di Bellante Gelsomino Carusi è finito a processo per disastro ferroviario. Ieri mattina, assistito dall’avvocato Amedeo Di Odoardo, ha patteggiato sei mesi davanti al giudice Massimo Biscardi. Una società delle Ferrovie, inoltre, gli aveva chiesto 200mila euro di danni, ma il rito del patteggiamento chiude il processo penale senza costituzione di parte civile e quindi senza richiesta di danni. Almeno in questa sede. Ora bisogna vedere se la società deciderà di seguire la via del ricorso civile. Quella sera del 2014 l’uomo aveva appena aperto il passaggio alzando manualmente la sbarra quando arrivò il treno che procedeva in direzione Teramo. Il funzionamento dei passaggi a livello privati non dipende da allarmi sonori: vengono aperti con delle chiavi dai proprietari dei terreni privati su cui insistono. Come, appunto, nel caso di Villa Rasicci. E così ha scritto il pm Bruno Auriemma nella citazione diretta a giudizio: «Per avere, in qualità di legittimo assegnatario delle chiavi lucchetto delle barriere ferroviarie, forniti dall’ente Ferrovia, cagionato per colpa pericolo di disastro ferroviario. In particolare alla guida della propria autovettura Renault Kangoo impegnava con la propria auto, dopo averne aperto le barriere, il passaggio a livello privato della linea ferroviaria». La tragedia sfiorata provocò rallentamenti e interruzioni su tutta la tratta ferroviaria e sollevò, ancora una volta, il problema di questo genere di passaggi a livello che continuano ad esistere nell’era dei più avanzati sistemi tecnologici .