ROMA Dopo il dossier banche, che deve essere affrontato in queste ore, ci sono i contratti dei dipendenti statali e la riforma del pubblico impiego, la trattativa con l'Unione europea, l'anticipo pensionistico da far partire, la chiusura di Equitalia da portare a termine. Oltre alle decine di provvedimenti attuativi richiesti per far diventare realtà tutte le altre misure della legge di bilancio in vigore dal primo gennaio. Senza contare la necessità politica di dare ulteriori segnali sui temi sociali come povertà e lavoro. Il semestre che attende il governo Gentiloni sarebbe impegnativo per un esecutivo con davanti tutta la legislatura o quasi, mentre qui non si sa nemmeno come sarà lo scenario politico a primavera. Certo può aiutare la continuità al ministero dell'Economia, mentre nei prossimi giorni si potrà capire qualcosa di più sulla squadra economica di Palazzo Chigi.
IMPEGNO POLITICO
Il primo impegno è proprio il provvedimento sulle banche, che del resto è sostanzialmente già pronto anche se naturalmente potrebbe essere adattato ai prossimi sviluppi della situazione. Poi c'è da mettere a punto il tradizionale decreto mille-proroghe, che dovrà contenere le misure piccole e grandi rimaste fuori dalla manovra, approvata al Senato senza modifiche: si va dalle risorse finanziarie per i Comuni ai fondi per l'emergenza sanitaria a Taranto.
Complesso è l'impegno sul fronte del pubblico impiego. Il governo deve dare seguito all'impegno politico con i sindacati, che prevede per i contratti bloccati dal 2010 un rinnovo con incrementi da almeno 85 euro al mese, ma un meccanismo che nelle intenzioni di Marianna Madia (confermata al suo posto a Palazzo Vidoni) dovrebbe favorire soprattutto le retribuzioni più basse. La partita è intrecciata con quella della messa a punto del decreto che cambia le regole del lavoro nel pubblico impiego, perché tra l'altro devono essere superati i meccanismi premiali previsti dalla legge Brunetta del 2009. Per questo provvedimento c'è tempo fino a febbraio, nel frattempo l'esecutivo cercherà di salvare il salvabile sugli altri decreti incorsi nella bocciatura (procedurale) della Corte costituzionale.
Nel mese di marzo si profila poi il nuovo round con l'Unione europea per il via libera ai conti per il 2017: sarebbe una sorpresa se la commissione non rimettesse sul tavolo la richiesta di uno sforzo aggiuntivo, pur se magari contenuto.
IL NODO DELLE POLIZZE
La scadenza è invece fissata al primo maggio per un altro dossier importantissimo, quello relativo all'Ape; ma il governo dovrà iniziare a lavorarci molto prima, già nei prossimi giorni. Ci sono da scrivere le convenzioni con banche e compagnie assicurative sui tassi di interesse del prestito (che finanzia il trattamento pensionistico anticipato) e sulla polizza assicurativa che scatterebbe in caso di morte del pensionato, prima della completa restituzione del prestito. La partita non è banale perché ad esempio le assicurazioni prevedono normalmente per la copertura di soggetti anziani costi molto alti e differenziati in base alle condizioni di salute. Poi c'è da avviare la campagna informativa che dovrà essere gestita dall'Inps. Insomma, un bel po' di lavoro. Titolari della pratica sono il ministro Poletti ma anche e forse soprattutto il sottosegretario alla Presidenza Tommaso Nannicini, per il quale deve però arrivare la conferma di Gentiloni.
Percorso lungo, infine, è anche quello per l'addio a Equitalia, una delle misure più fortemente volute, sul piano simbolico, dall'ex premier Renzi. Il nuovo assetto, che prevede un ente per la riscossione all'interno dell'Agenzia delle Entrate, dovrà essere entrato in vigore al più tardi il primo luglio e i nodi da sciogliere non mancano, dallo status dei dipendenti alle eventuali nuove modalità operative.