PESCARA «Firma, firma», urlano il centrodestra e il Movimento 5 stelle a Piernicola Teodoro e Massimiliano Pignoli. L’opposizione è in piedi, compatta, fuori dai banchi della minoranza e davanti alla postazione dei due consiglieri che da 45 giorni continuano a tenere sotto scacco il sindaco Marco Alessandrini e la sua maggioranza. In ballo c’è il documento con la mozione di sfiducia del primo cittadino che, in base allo statuto, per essere valido deve essere controfirmato da più dei due quinti degli eletti, vale a dire 13 consiglieri comunali. «Decido io quando firmare: non sarò mai né con voi e né con loro», ribatte a muso duro il capogruppo della lista "Scegli Pescara-Lista Teodoro". In aula la bagarre è in atto. Tra Forza Italia, Pescara in Testa, Pescara Futura e Movimento 5 Stelle le sottoscrizioni arrivano a quota 12. Per la sfiducia occorrerebbe almeno un altro consigliere disposto a staccarsi dalla coalizione di centrosinistra. Ma, nonostante le pressioni, i teodoriani si rifiutano di firmare la richiesta di dimissioni di Alessandrini, senza tuttavia indietreggiare sulle decine e decine di emendamenti presentati durante l’ennesima seduta convocata per tentare di approvare i regolamenti per le entrate tributarie e per la tutela degli animali. Da quando è stata silurata dalla giunta la giovane Veronica Teodoro, figlia del consigliere provinciale Gianni e nipote di Piernicola, i due rappresentanti della lista civica di maggioranza Piernicola Teodoro e Massimiliano Pignoli si sono distinti per un feroce ostruzionismo che da quattro sedute (il 29 novembre, il 6 e 7 dicembre e ieri) continua a paralizzare la macchina amministrativa. Ieri mattina la miccia si è accesa in seguito alla richiesta di Giuseppe Buono (Liberali) di interrompere il consiglio per riunire i capigruppo e valutare uno per uno se gli emendamenti potessero essere migliorativi rispetto alla delibera. «Stiamo assistendo a una buffonata», dice la pentastellata Enrica Sabatini. Il capogruppo di Forza Italia Marcello Antonelli invoca le dimissioni del primo cittadino «in modo da far uscire allo scoperto i nervi della maggioranza» e valutare poi, nei 20 giorni a sua disposizione, «quali consiglieri siano effettivamente disponibili ad andare a casa». «Il sindaco», rimarca Antonelli, «deve dirci pubblicamente cosa intende fare con un gruppo consiliare che è dichiaratamente contro di lui e che di fatto lo ricatta non disdegnando qualche posto nei vari Cda di Tua, Aca, Attiva e altri organi di sottogoverno comunali, provinciali e regionali. Una città intera e un consiglio paralizzati dalla stessa maggioranza di governo. Pensiamo che Pescara meriti di più e per questo porteremo ancora avanti la mozione di sfiducia per consentire ai pescaresi di tornare alle urne. Oggi abbiamo toccato il punto più basso della democrazia». «La città non può rimanere bloccata in attesa che la maggioranza risolva i suoi problemi, sottolinea Carlo Masci di Pescara Futura. E mentre Antonelli rilancia, citando l’esperienza nazionale di Verdini che nel nuovo governo Gentiloni «ha dimostrato un minimo di coerenza e si è messo all’opposizione», Teodoro ribatte con un’espressione dell’ex senatore di sinistra Glauco Torlontano: «Per levarmi la parola dovrete spararmi». «Il nostro non è ostruzionismo», spiega poi Pignoli, «continuiamo a lavorare in maniera costruttiva nell’interesse dei cittadini per migliorare e rafforzare ogni proposta attraverso gli strumenti previsti dalla legge e dai regolamenti. Se riteniamo che una delibera sia fatta bene, come nel caso della pista ciclabile tra Pescara e San Giovanni Teatino che abbiamo pure votato, allora non presentiamo alcun emendamento».
«I parenti li manda Dio sui nemici decido io». Parla Piernicola Teodoro della lista civica che tiene sotto scacco l’amministrazione «Sono nel centrosinistra per il bene della città. Devo dare conto solo agli elettori»
PESCARA «Macchè ostruzionismo. Uno, dieci o cento, sono sempre emendamenti. E gli emendamenti, figlia mia, si fanno per migliorare, non per distruggere. Noi siamo nel centrosinistra». Dopo due mesi a dare battaglia «per il bene della città» alla maggioranza del sindaco Alessandrini colpevole di aver defenestrato Veronica Teodoro dalla nuova giunta partorita a ottobre, Piernicola Teodoro, unico superstite della famiglia in consiglio comunale, spiega al Centro perchè, ieri mattina, con l’altro consigliere della lista Teodoro, Massimiliano Pignoli, non ha firmato la mozione di sfiducia che gli sono andati a sventolare sotto il naso i consiglieri di opposizione. Teodoro, che è successo? Deve chiederlo a qualcuno che è venuto verso i nostri banchi con una certa arroganza, come se ci dovessero imporre la sfiducia nei confronti del sindaco. Ma io sono molto distante da Forza Italia, e dai grillini in particolare. Una sceneggiata, una recita napoletana perché c’erano i giornali e le televisioni. Ma noi siamo nel centrosinistra. Le nostre iniziative in questi ultimi mesi sono state fatte per portare, con gli emendamenti, delle modifiche importanti. Prima di tutto al Dup, il documento unico di programmazione economica migliorato con i nostri emendamenti e votato. Con quanti emendamenti? Una trentina, vabbè. Poi abbiamo sospeso tutto. Il documento è stato riportato in consiglio e ridiscusso. E votato con il nostro contributo. Modifiche fattive e costruttive. Pure quando sono centinaia, che tengono sotto scacco il Consiglio per quasi due mesi? Uno o dieci o cento sono sempre emendamenti che devono migliorare. Anche per il regolamento sul mondo animale: bisognava migliorarlo. E in effetti è stato rimandato in commissione e modificato in 30 punti. Ciò significa che quello che dicevamo era vero. La stessa cosa abbiamo cercato di fare oggi (ieri ndr) per il regolamento dei tributi. Gli emendamenti si fanno per migliorare. Ma in questi due mesi ne avete fatti tantissimi. Possibile solo per migliorare? Se ne possono discutere anche 600 quando hai dall’altra parte un sordo un cieco e un muto. Ma quando c’è il buonsenso si arriva a soluzione, come si sta arrivando su ogni atto di delibera. Diceva Totò che il totale fa la somma, il risultato è migliorativo per il bene della città. Sì, ma ve ne siete ricordati adesso? Com’è che fino a due mesi fa filava tutto liscio? Fino a che potevo discuterne in giunta. Non avendo più il componente in giunta che mi può apportare modifiche o contributi, qual è il luogo dove il consigliere comunale si può esprimere? E qual è lo strumento che ha per migliorare qualcosa? Quindi il vostro assessore al Sociale Veronica Teodoro si occupava anche dei tributi? La giunta è collegiale. Poi gli esponenti di giunta sono anche esponenti di partito, ognuno dei quali cerca di apportare qualche modifica. Allora volete un altro posto in giunta? Assolutamente no. Nessuno ha chiesto né poltrone né nulla. Siamo abituati a lasciare le poltrone e ad andare all'opposizione. Mai fatto viceversa. Non dobbiamo dar conto nè a Forza Italia, nè ai grillini. Solo al nostro elettorato. La voce che gira insistente è che dietro questa battaglia avviata dopo il rimpasto di giunta che vi ha esclusi, c’è la richiesta di un incarico in Regione per suo fratello Gianni, consigliere provinciale. L’8 gennaio si rinnova il consiglio provinciale. Che ci dice? Non sono io che mi occupo di queste cose, né ho il potere di fare questo. Io faccio il consigliere comunale e ho soltanto un obiettivo: migliorare il regolamento e gli atti deliberativi. Se qualche mattina viene davanti alla porta mia e di Pignoli vedrà la fila di gente che ha necessità. Gli altri consiglieri facessero lo stesso. Sono vent’anni che i cittadini ci premiano, significa che qualcosa di buono l'abbiamo fatto a differenza di chi fa una legislatura e poi sparisce. Resterete in maggioranza? Sono nel centrosinistra. E poi, i parenti me li manda Dio, ma gli amici e i nemici me li scelgo io. Non firmo documenti altrui. Al massimo li faccio io e li firmo io per primo, e sono gli altri ad aggiungersi. Con Alessandrini, tutto ok? Fa il sindaco, io faccio il consigliere comunale. È stata una delusione? Di solito le delusioni si hanno in amore, non in politica.