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Pescara, 25/11/2024
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14/12/2016
Prima da Noi
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Regione Abruzzo, 163 pensionamenti entro fine anno. «Risparmio di 4,5 mln di euro». Nessun preavviso di 6 mesi ma una indennità che costerà alle casse tra i 3 e i 4 mln |
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ABRUZZO. Ben 162 prepensionamenti in un colpo solo, più 78 posti vacanti che saranno soppressi del tutto: in totale una sforbiciata di 240 seggiole, tra quelle ‘calde’ e quelle già ‘fredde’ che spariranno entro la fine dell’anno.
La Regione è pronta ad una grande riorganizzazione dopo che la giunta D’Alfonso ha approvato il piano di ristrutturazione «sulla base della favorevole istruttoria resa dagli uffici competenti».
In questo modo si conta di risparmiare ogni anni ben 4,5 milioni di euro.
Ed, infatti, è proprio questo l’obiettivo della manovra che ha fatto storcere qualche naso tra i dipendenti messi alla porta, senza nemmeno i canonici 6 mesi di preavviso. Per questo a loro spetterà una indennità per digerire l’uscita.
Dalla ricognizione degli uffici la situazione sembrava decisamente difficile e questa l’unica via d’uscita: dopo la soppressione dell’Aptr, (nella delibera si cita anche Abruzzo Lavoro che non risulta soppresso), Arssa e Province, negli ultimi anni, in capo alla Regione sono arrivati 238 nuovi dipendenti. Decisamente troppi, dice l’ente regionale.
In più il trasferimento di funzioni e personale da parte delle Province ha comportato un aggravio di spesa per le casse regionali, solo per le retribuzioni, di oltre 8,5 milioni di euro.
Da qui la presa di posizione netta: ridurre la dotazione organica per ridurre gli attuali livelli di spesa per il personale, «salvaguardando la complessiva funzionalità dell'apparato burocratico e garantendo l'invarianza dei servizi resi».
Il 15 novembre 2016 le organizzazioni sindacali sono state informate sulla procedura di prepensionamento e all'unanimità hanno espresso parere favorevole ponendo una sola condizione, si legge nella delibera di giunta.
Quale?
La verifica della certezza che non ci sarà alcun esodato come risultato finale dell'operazione, dunque tutti interessati dal provvedimento dovranno essere prepensionati.
CHI SALTA
A decidere i posti che salteranno è la Regione applicando il criterio di maggiore anzianità contributiva. «Nel caso in cui il numero dei dipendenti dovesse eccedere il numero dei posti occupati ed in fase di soppressione sì valuterà dunque la decorrenza pensionistica certificata dall'Inps e le esigenze del piano di ristrutturazione», si legge nel documento.
Alla delibera è allegata anche la tabella con nomi e cognomi dei prepensionati, tutti con una età compresa tra i 64 anni e 62 anni.
I posti eccedenti come detto in totale sono 162: un autista, due tecnici e un vivaista con profilo di categoria A; 59 collaboratori amministrativo contabile, 1 collaboratore addetto all'attività di accoglienza, 4 collaboratori autista, 3 collaboratori tecnici, un vigilante tutti di categoria B1.
E poi ancora 24 assistenti amministrativi, 42 assistenti tecnici, 5 assistenti contabili, 3 assistenti docenti, 1 assistente addetto alla vigilanza. Questi hanno un inquadramento di categoria C . Altri 34 posti della stessa categoria risultano vacanti e saranno soppressi definitivamente.
Così come verranno soppressi 44 posti vacanti di categoria D1, oltre ad altri 6 occupati tra i quali 3 specialisti culturali, 3 specialisti docenti, 7 funzionari esperti amministrativi, 1 funzionario esperto statistico, 1 informatico, 1 funzionario esperto culturale.
Si tratta dunque tutti di profili eccedenti che per almeno i prossimi tre anni non verranno riempiti da personale esterno, nemmeno a tempo determinato, così come ha garantito la Regione ai sindacati.
L’INDENNITA’ PER IL MANCATO PREAVVISO
Secondo la Regione questa operazione comporterà un risparmio annuale stimato dagli uffici in 4,5 milioni di euro tenendo conto della retribuzione tabellare comprensiva di oneri riflessi a cui vanno aggiunte anche le voci accessorie e quelle che non hanno carattere ripetitivo e ricorrente.
E’ anche vero, però, che la Regione dovrà corrispondere 6 mensilità di indennità aggiuntiva ai 162 dipendenti uscenti per il mancato preavviso perché entro fine anno dovranno abbandonare il posto di lavoro.
La spesa da sostenere per questa voce secondo la Regione si aggira tra i 3 e i 4 milioni di euro (una tantum).
La cifra sarà corrisposta secondo le modalità stabilite da un progetto di legge regionale in fase di approvazione. Si parla di pagamenti rateizzati a partire dal primo mese successivo a quello di collocamento in quiescenza.
La voce troverà copertura finanziaria, sempre stando a quanto scritto nella proposta di legge, nel bilancio di previsione pluriennale 2016-2018, nell'ambito della spesa per il personale già iscritta in conto alle diverse missioni e programmi di bilancio, associati a ciascun Dipartimento e Servizio interessati.
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