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Pescara, 25/07/2024
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Data: 16/12/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Expo, Sala indagato: mi autosospendo. Il sindaco di Milano accusato di falso nell’ambito di un’indagine sui lavori della Piastra dei servizi, l’appalto più corposo

MILANO Non è soltanto ripartita ma ha anche già accelerato l’inchiesta milanese sulla cosiddetta Piastra dei servizi di Expo, l’appalto più rilevante dell’Esposizione universale. C’è anche Beppe Sala, attuale sindaco di Milano e all’epoca amministratore dell’Esposizione, tra i nuovi iscritti dalla procura generale nel fascicolo per corruzione e turbativa d’asta. Insieme a Sala, accusato di falso materiale, c’è anche quello del legale rappresentante del gruppo Pizzarotti, accusato di tentata turbativa d’asta. Immediata la reazione del primo cittadino di Milano «Apprendo da fonti giornalistiche che sarei iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla piastra Expo. Pur non avendo la benché minima idea delle ipotesi investigative, ho deciso di autosospendermi dalla carica di sindaco, determinazione che formalizzerò nelle mani del prefetto di Milano». L’indagine avrebbe subito uno stop nel 2014 anche a causa dei contrasti al vertice della procura. La procura generale, infatti, dopo aver tolto di mano il fascicolo proprio ai pm, esercitando un potere previsto dalle norme, non solo ha chiesto di potere andare avanti negli accertamenti per altri 6 mesi ma ha anche iscritto nuovi nomi, rispetto ai cinque già noti, nel registro degli indagati. È quanto risulta, infatti, dalla richiesta di proroga delle indagini avanzata nei giorni scorsi al gip Lucio Marcantonio dal sostituto pg di Milano Felice Isnardi. Nell’atto, notificato ieri dal giudice ad alcuni legali, il pg spiega che sono necessari ancora una serie di «approfondimenti» e ciò soprattutto alla luce del fatto che si è dovuto procedere a «nuove iscrizioni» e che sono necessarie ancora «audizioni». La procura tempo fa aveva iscritto nel registro degli indagati cinque persone: gli ex manager Expo Angelo Paris e Antonio Acerbo, l’ex presidente della Mantovani spa Piergiorgio Baita e gli imprenditori Ottaviano ed Erasmo Cinque. Già agli atti della prima inchiesta, figurava anche un’annotazione della Finanza, già emersa anche in un altro procedimento due anni fa, nella quale gli investigatori parlavano di un «contesto di evidente illegalità» in relazione all’appalto per la Piastra. Gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria scrivevano all’epoca, tra le altre cose, anche che l’allora amministratore delegato di Expo, Giuseppe Sala, ora sindaco di Milano, il responsabile unico all’epoca del procedimento Carlo Chiesa e l’allora general manager Paris non avrebbero tenuto un comportamento «irreprensibile e lineare». Pur «con gradi di responsabilità diversi - chiariva la Guardia di finanza - attraverso le loro condotte fattive ed omissive hanno comunque contribuito a concretizzare la strategia volta a danneggiare indebitamente la Mantovani (impresa che vinse l’appalto con un ribasso di oltre il 40%, ndr) per tutelare e garantire, si ritiene, più che la società Expo 2015 Spa il loro personale ruolo all’interno della stessa». Nonostante la dichiarazione di autosospensione del sindaco Sala, il primo cittadino di Milano ha subito ricevuto gli attacchi di Salvini («Sala è sempre stato protetto, faccia chiarezza o si faccia da parte. Milano non merita queste ombre») e dei 5Stelle: «Subito dimissioni» dice Gianluca Corrado.

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