E delinea i due punti fermi per la ricostruzione: velocità e trasparenza
Bisogna finire presto le 17mila verifiche per avviare la progettazione: un aiuto viene dai liberi professionisti che con perizie giurate faranno le valutazioni
TERAMO Un terremoto che ha colpito nel cuore e nell’anima la provincia di Teramo. La misura di quanto sia profonda la ferita la dà una stima della Regione. Saranno necessari quasi mille milioni di euro per riparare i danni che il sisma ha causato alla provincia. Il governatore Luciano D’Alfonso aggrotta le sopracciglia e scandisce le parole quando afferma che «la realtà più colpita in Abruzzo è la provincia di Teramo, anche in ragione del coinvolgimento della stessa città. Ritengo che per la generale ricostruzione di tutti gli edifici privati, pubblici e religiosi danneggiati, siano necessari fra i 600 e i 900 milioni di euro». Una pausa, giusto per far comprendere fino in fondo l’entità della posta in gioco. «D’altronde», riprende il governatore, «ci sono circa 17mila segnalazioni di danni rilevanti agli edifici. Su questo fronte abbiamo molto sostenuto in cabina di regia che per le verifiche strutturali per i danni gravi possano contribuire, con perizie giurate, anche i liberi professionisti in modo da accelerare in qualità e quantità tutto il lavoro di valutazione». E’ un passaggio imprescindibile questo, ricorda D’Alfonso, per far partire la progettazione. E’ proprio di ieri sera la notizia che la nuova ordinanza su quest’argomento, firmata dal capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, sarà pubblicata a breve in Gazzetta ufficiale. D’Alfonso pare determinato a far ruotare tutta la ricostruzione su due perni: la snellezza delle procedure e la loro trasparenza. Uno dei nodi che sarà sciolto per primo sarà l’emergenza per le imprese terremotate: «A giorni», annuncia, «sarà emessa l’ordinanza per la ricostruzione delle aziende e per le loro delocalizzazione, se necessaria». In questo, come in tutti gli altri ambiti, il governatore annuncia una politica del rigore. «Noi saremo rigorosi nei controlli e chiederemo – anche su impulso del commissario del governo per la ricostruzione Vasco Errani – alla Finanza la verifica di tutto il lavoro prodromico istruttorio. Non ci sono stati grandi problemi per il terremoto dell’Aquila del 2009, qui vogliamo evitare anche i piccoli». D’Alfonso promette dunque pugno di ferro contro i “furbetti” del terremoto, ma anche risarcimenti a chi veramente è stato danneggiato dalle scosse. «La norma sulla ricostruzione è molto capiente: ogni danno viene coperto», spiega infatti il presidente della Regione, «ora c'è la decraterizzazione del terremoto: dovunque ci sia un danno che è legato con rapporto causa-effetto al terremoto è previsto il risarcimento, anche se non è in un territorio compreso nel cratere. Ma bisogna essere rigorosi nella dimostrazione e nei controlli». Il governatore annuncia anche che «nei prossimi giorni provvederemo all’assegnazione di risorse umane ai Comuni terremotati del cratere e aiuteremo anche quelli fuori». Non lo dice esplicitamente, ma pare sia imminente anche l’istituzione dell’ufficio territoriale per la ricostruzione (Utr). A tal riguardo è recentemente sorta una diatriba fra Montorio, sede dell’ Utr per il terremoto del 2009 (in quel frangente il capoluogo era fuori), a Teramo che ora rivendica la sede. E fra le righe della dichiarazione del presidente della Regione sembra di capire che la scelta sia caduta su Teramo. «Prendiamo la decisione più funzionale», dichiara, «tenendo conto qual è il più colpito, con saggezza e razionalità. L’ufficio lavorazione delle pratiche è a Fossa, tenendo conto dell'esperienza acquisita, e poi apriremo una seconda struttura tenendo conto dei danni prevalenti».