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Pescara, 25/11/2024
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Data: 19/12/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Il caso Raggi spacca i Cinque Stelle. Arriva Colomban. Di Battista e Di Maio rompono il silenzio: «Dirigenti scelti da lei». E l’uomo di Casaleggio in pole per il posto di vicesindaco

ROMA L’imprenditore veneto Massimo Colomban vice sindaco, Gabriella Acerbi al posto di Marra a capo del personale. A 24 ore dalla resa, Virginia Raggi è pronta a rimpiazzare i suoi fedelissimi nella Giunta capitolina finita di nuovo nella bufera dopo l’arresto del capo del personale, Raffaele Marra. Siglata la tregua con Grillo e Casaleggio, la prima cittadina di Roma potrebbe nominare già oggi l’ex indipendentista veneto molto vicino ai Casaleggio, vice sindaco al posto di Frongia. Una donna, la Acerbo, sarebbe invece in pole position per la sostituire Marra, l’uomo che si era vantato di essere lo «spermatozoo che ha fecondato il Movimento», ora agli arresti. Acerbo, una dirigente di lungo corso con una reputazione irreprensibile potrebbbe essere scelta come responsabile del personale del comune (23mila dipendenti). A suo merito anche le intercettazioni nelle quali Salvatore Buzzi si lamentava di lei. «Basta che se ne vada, non te riceve, non te parla», diceva Buzzi. Gongolante quando la Acerbo salta. «Comunque semo riusciti a farla fuori», dice. Ancora da coprire il posto di assessore all’Ambiente, vacante dopo le dimissioni di Paola Muraro, raggiunta da un avviso di garanzia. Malgrado il commissariamento della Raggi a Roma il clima non è affatto sereno. Gli inquirenti stanno passando al setaccio tutti gli atti amministrativi. E nel mirino ci sarebbero anche le nomine e le promozioni fatte o convalidate dalla Raggi. Fatto sta che dopo due giorni di silenzio, e solo dopo il via libera di Grillo, tornano a parlare sia Luigi Di Maio e Alessandro Battista i due esponenti pentastellati nel mirino degli ortodossi per aver difeso e anzi sponsorizzato a suo tempo la Raggi. «Il Movimento cinquestelle ha sempre chiesto di allontanare Raffaele Marra dal gabinetto della sindaca», scrive Di Maio dal blog di Grillo. Il candidato premier in pectore del Movimento nega di aver mai fatto sponda con Marra, ma svela di averlo incontrato una volta a Montecitorio, un incontro «di cui Grillo e Casaleggio erano al corrente». «Gli riportai che il Movimento non aveva fiducia in lui e che quindi non era il caso che facesse parte del gabinetto del sindaco», assicura Di Maio, lasciando se è possibile un po’ più sola la Raggi. Si affida a un video su Facebook Di Battista. «Avevo bisogno di riflettere», dice a proposito del black out. «A volte siamo ingenui, a volte onestà e ingenuità camminano insieme, quando viene arrestato un delinquente io sono contento, se poi questo si era guadagnato la fiducia di un esponente del M5s sono ancora più contento, tutto il Movimento aveva suggerito e chiesto con diverse modalità a Virginia di allontanare questo soggetto». La Raggi non lo fece perché si fidava di questo personaggio che per noi «aveva dei tratti torbidi». Resta il silenzio «pesante» dell’ala ortodossa del M5S. Non parla Roberta Lombardi la parlamentare che per prima ha messo in discussione la Raggi e il suo «raggio magico». E non parla Roberto Fico. Nessuno dei due ha condiviso il post di Grillo. Lo fa però Morra che attacca la deriva protagonistica. «Il Movimento è metodo, quando si gioca in squadra e si è bomber ci si può illudere di essere più bravi, ma è un’illusione»

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