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Data: 20/12/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Lavoro, non si arresta il boom dei voucher il governo è pronto a modificare le norme INPS

ROMA Frenano le assunzioni a tempo indeterminato, non si arresta invece il boom dei voucher, i ticket da 10 euro per pagare le prestazioni di lavoro accessorio. I numeri sono emersi ieri dalla pubblicazione dell'Osservatorio sul precariato dell'Inps. Nei primi dieci mesi dell'anno, si legge nel documento, sono stati venduti 121,5 milioni di buoni per il lavoro accessorio. Si tratta di un aumento del 32% rispetto allo stesso periodo del 2015, una cifra comunque inferiore all'incremento del 67% registrato lo scorso anno in confronto al 2014. Va anche detto che, probabilmente, il dato non sconta ancora le recenti modifiche legislative che hanno introdotto delle regole più stringenti sulla tracciabilità dei voucher, con sanzioni comprese tra i 400 e i 2.400 euro per gli imprenditori e i professionisti che non comunicano l'inizio della prestazione. Le nuove norme sono entrate in vigore solo lo scorso 7 di ottobre e, dunque, sono solo parzialmente comprese in questa rilevazione. È possibile anche che il boom dei voucher sia legato all'emersione di lavoro nero, persone che prima erano nella zona grigia del mercato e che ora stanno emergendo. Comunque sia, nel caso in cui la tendenza nella vendita dei voucher dovesse confermare l'uso distorto dello strumento, il governo sarebbe pronto ad intervenire.

LA REAZIONE A spiegarlo è stato lo stesso ministro Giuliano Poletti, che ha detto che il confine dell'uso dei voucher potrebbe essere rideterminato per via normativa. Prima tuttavia, Poletti vorrebbe attendere di capire se le nuove norme determineranno una riduzione del tasso di crescita delle vendite dei buoni lavoro. Il punto è che sui voucher incombe anche il possibile referendum abrogativo proposto dalla Cgil e sulla cui ammissibilità la Corte Costizionale si pronuncerà a breve insieme a quello, più preoccupante per l'esecutivo, sul superamento dell'articolo 18 contenuto nel jobs act. Nel primo caso, per superare il quesito referendario, il governo sarebbe pronto a limitare ulteriormente l'uso dei voucher, riportandoli alla loro funzione originaria di pagamento delle collaborazioni domestiche. Sul jobs act, invece, lo stesso Poletti ha escluso qualsiasi intervento. Si tratta, ha detto il ministro, «di una buona legge che ha fatto bene e fa bene al Paese». L'altro dato emerso dall'Osservatorio Inps, è la frenata delle assunzioni stabili. Nei primi dieci mesi dell'anno si è registrato un saldo positivo tra nuovi rapporti stabili (1,37 milioni) e cessazioni (1,3 milioni) di 61.640 unità con un calo dell'89% rispetto ai primi 10 mesi del 2015 quando l'esonero contributivo previdenziale era totale. L' Inps ha anche segnalato un aumento dei licenziamenti in generale (+3,4% da 490.039 a 506.938) ma un boom per quelli di natura disciplinare (per giusta causa o giustificato motivo soggettivo) saliti del 27,4%. Anche in questo caso il fenomeno dovrà essere approfondito maggiormente. Nello stesso periodo, infatti, sono diminuite in modo consistente le dimissioni (da 762.517 a 658.666, -13,6%) e nelle scorse settimane il presidente Inps, Tito Boeri, ha collegato questo fenomeno con l'introduzione delle norme sulle dimissioni on line che hanno reso più complicato l'abbandono volontario del posto di lavoro, soprattutto per gli stranieri, costringendo in molti casi i datori di lavoro al licenziamento disciplinare il dipendente resosi irreperibile.


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