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Pescara, 25/07/2024
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Data: 20/12/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
L'occupazione in Abruzzo non tiene il passo dell'export è ancora dramma lavoro

PESCARA Le imprese manifatturiere con oltre dieci addetti (l'80% del tessuto produttivo regionale) aumentano le ordinazioni interne e sul mercato estero, contribuendo alla ripresa con una serie di indicatori dal segno più. Ma non tutte allo stesso modo, come segnala uno studio del Cresa riferito al terzo trimestre 2016. Cresce la produzione (+2,4%), il fatturato (+5,5%), l'export (+8,4%) e, quel che più conta, l'occupazione (+1,4%). La performance migliore arriva dalla grande industria: le imprese con oltre 250 addetti mettono a segno un aumento di produzione del 5,5% e una crescita del fatturato a due cifre: +15,5%, mentre gli ordini interni crescono del 6,6% e quelli esteri del 6,7%. Bene anche il risultato delle imprese tra i 10 e i 49 addetti, con il +4,3% di produzione, fatturato in aumento del 5,9%, gli ordini interni attestati su un modesto +1,4% mentre quelli esteri volano a +11%. Lenta, invece, la risalita delle aziende che occupano tra i 50 e i 249 addetti, dove si segnala addirittura un leggero calo nella produzione (-0,9%), con il fatturato a +1,6%, gli ordini interni fermi a un modesto +0,4 mentre quelli esteri segnano un +8,7%.
LA SPINTADunque, è ancora l'export ad incoraggiare la ripresa. «L'importante - dice il presidente del Cresa, Roberto Di Vincenzo - è capire come intercettare questi dati, sicuramente positivi, che vanno ad irrobustire i deboli segnali 2015». I prodotti che escono dall'Abruzzo, come i furgoni Sevel, continuano ad essere appetibili sui mercati europei: quello tedesco rappresenta da solo il 60% dell'export regionale. Ma anche l'elettronica, il settore alimentare, la chimica-farmaceutica hanno il loro mercato negli Stati uniti e in Europa. Di contro, come segnala la direttrice del Cresa, Fausta Clemente, la dinamica occupazionale resta debole, il pil è ancora inferiore di 6 punti, la crescita è bassa, la disoccupazione giovanile è ferma su livelli preoccupanti. Insomma, l'invito ad interfacciare il dato quantitativo con l'Abruzzo reale, quello del 30% dei residenti a rischio povertà e ad esclusione sociale. Lo dice anche l'indagine del Cresa: «La dinamica occupazionale resta debole, fatta eccezione per i mezzi di trasporto (+12%)». Dalle informazioni disponibili non mancano tuttavia i segnali incoraggianti, rilevatori per il centro studi, se non di una vera e propria inversione di tendenza, almeno di un arresto del lungo declino che permane ormai da sette anni sull'economia regionale.

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