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Pescara, 25/07/2024
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Data: 21/12/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Sulmonese dispersa nella strage di Berlino. Dall’Erasmus alla laurea, Fabrizia Di Lorenzo lavorava nella capitale tedesca. Una cittadina del mondo amante della vita. Il papà: «Abbiamo capito che è finita»

SULMONA Le speranze sono ridotte a un soffio. In piazza XX, nel doloroso giorno di Sulmona, gli amici di Fabrizia Di Lorenzo sbuffano aria gelida sotto la statua di Ovidio e si danno pacche sulle spalle. Tanto dolore e lacrime trattenute. Fabrizia, la loro Fabrizia, è ufficialmente dispersa dopo l’attentato di Berlino. E col trascorrere impietoso delle ore le proporzioni della tragedia aumentano e le buone notizie non ci sono. Telefonate mute. L’allarme è scattato nella mattinata in una Sulmona già turbata dal gesto estremo dell’impiegato comunale che si è tolto la vita perché coinvolto nell’inchiesta sull’assenteismo (vedere l’altro servizio in cronaca). La 31enne di Sulmona, uno dei tanti cervelli in fuga dall’Italia, non si è presentata al lavoro nell’azienda di Berlino e i titolari hanno chiamato la polizia. La sera precedente un ragazzo aveva recuperato il cellulare di Fabrizia tra le bancarelle dove il Tir ha seminato morte e distruzione. Fabrizia era andata al mercatino natalizio per acquistare regalini da riportare a casa. Doveva tornare a Sulmona domani. In nottata i familiari hanno avvertito i carabinieri, che a loro volta hanno allertato la Farnesina, perché il padre Gaetano aveva provato invano a telefonarle. Due cugine hanno diramato appelli sui social. Solo silenzio, però. La madre Giovanna e il fratello Gerardo sono partiti subito per la Germania per essere sottoposti all’esame del Dna. Solo dopo la comparazione del profilo genetico con le vittime non identificate potranno essere ufficializzati i nomi. Nel tardo pomeriggio anche il padre della giovane, impiegato postale a Sulmona, è volato verso Berlino. Un cervello in fuga. Fabrizia Di Lorenzo appartiene alla cosiddetta generazione Erasmus e proprio alla Freie Universität Berlin aveva compiuto parte degli studi, scegliendo un percorso formativo orientato all’integrazione tra i popoli e alla lotta alla discriminazione. Dopo gli studi al Liceo linguistico Vico di Sulmona e la laurea triennale all’Università La Sapienza di Roma in Mediazione linguistico-culturali, la 31enne ha conseguito la magistrale all’Alma Mater di Bologna in Relazioni internazionali e diplomatiche e un master alla Cattolica di Milano in tedesco per la comunicazione economica. Dal 2013 e dopo un’esperienza a Vienna si era trasferita stabilmente a Berlino. Lavorava alla 4Flow, società di consulenza trasporti e logistica che conta 350 dipendenti, ma in precedenza aveva avuto un impiego alla Bosch. Insomma, Fabrizia Di Lorenzo era una cittadina del mondo, come emerge da frasi, citazioni e immagini postate sul suo profilo Twitter. L’ultimo tweet. Il cinguettio risale al 5 dicembre scorso, con il video della scena del film “La meglio gioventù” in cui il professore universitario, durante un esame di medicina, invita Nicola (Luigi Lo Cascio) a lasciare l’Italia, un Paese di dinosauri, in cui non cambia mai nulla. Nel 2014 la giovane sulmonese aveva anche collaborato con Berlino Magazine, il sito online in italiano di cultura e attualità (anche il sito ha prontamente lanciato un appello sulla sua pagina Facebook per provare a rintracciarla). Il vescovo: «Una martire». «Una notizia tragica», commenta monsignor Angelo Spina, vecovo di Sulmona, «conosco molto bene la famiglia: la mamma Giovanna è venuta con noi in pellegrinaggio in Terra Santa e il papà Gaetano è una persona bravissima e a modo. Sappiamo tutti che le speranze sono ridotte al lumicino. Sto seguendo gli accadimenti con la preghiera, per questa giovane e per la sua famiglia. Mi si stringe il cuore a pensare che forse la ragazza era andata in quel mercatino per comprare degli oggettini natalizi da regalare ai propri cari quando la tragica morte dovuta alla follia dell’uomo l’ha colpita. Per Sulmona è una prova. Dobbiamo rialzarci tutti con il messaggio del Natale: l’odio produce morte, ma da questa vita spezzata devono ritrionfare la solidarietà e la forza del perdono. Quella solidarietà che Fabrizia amava. Lei è una martire del nostro tempo, ma il male non vince». Concerto annullato. La preside del Vico di Sulmona, Caterina Fantauzzi, ha deciso di annullare la festa natalizia in programma oggi. «I recentissimi tragici eventi ci impongono di annullare il concerto di Natale», afferma, «a nome di tutta la comunità scolastica, esprimo vicinanza alle famiglie che stanno vivendo ore difficili. La ragazza dispersa a Berlino è stata una studentessa del Vico, noi tutti siamo addolorati e sconvolti. Sono davvero dispiaciuta per i miei carissimi musicisti e per gli infaticabili docenti che si sono sacrificati provando ore e ore al fine di regalarci un pomeriggio pieno di gioia e di allegria, ma questa decisione è stata maturata dagli stessi ragazzi in maniera sentita e responsabile». Il messaggio di Mattarella. Anche il presidente della Repubbblica, Sergio Mattarella, ha espresso «apprensione per Fabrizia Di Lorenzo, dispersa dopo la strage di Berlino».

Il papà: «Abbiamo capito che è finita». Ma il sindaco Casini non perde la speranza: «Attendiamo notizie ufficiali dalla Farnesina»


di Claudio Lattanzio wSULMONA Sono stati i genitori di Fabrizia Di Lorenzo a mettere in allarme la Farnesina quando, venuti a conoscenza della strage che era stata appena compiuta a Berlino, hanno visto che non riuscivano a mettersi in contatto con la figlia e hanno chiamato i carabinieri di Sulmona. A raccontarlo è il padre Gaetano, con il cuore straziato dal dolore, mentre si accinge a partire per Berlino. «Abbiamo capito che era finita stanotte all’una e mezza», rivela per telefono l’uomo, impiegato dell’ufficio postale di piazza Brigata Maiella a Sulmona, «siamo stati noi a chiamare la Farnesina, dopo aver contattato i carabinieri che si sono messi subito a disposizione per aiutarci a capire che cosa fosse successo a nostra figlia. L’aiuto più grande è venuto proprio da loro che ci hanno fornito i contatti e voglio ringraziarli per questo. Mia moglie e mio figlio sono partiti immediatamente per Berlino mentre io sono rimasto a casa a pregare». Una notte passata nell’attesa di ricevere una telefonata: «Ho perso le speranze quando ho parlato con mio figlio e mi ha confermato che quasi certamente Fabrizia era tra le vittime della strage di Berlino. È lì con mia moglie in attesa dell’esame del dna, aspettiamo conferme, ma non mi illudo». Quando il camion guidato dal terrorista è piombato sulla gente che affollava i mercatini di Natale di Berlino, Fabrizia stava acquistando gli ultimi regali per le amiche e i parenti. La giovane era attesa a casa dei suoi domani per trascorrere le festività natalizie. «Siamo disperate, nello sconforto, e non vogliamo credere che Fabrizia non ci sia più. Fino alla fine vogliamo pensare che a Natale sarà qui con noi, a Sulmona, a ridere e a scherzare». Anche i colleghi delle Poste di Sulmona hanno voluto dimostrare la loro vicinanza a Gaetano e all’intera famiglia, raggiungendo l’abitazione di Sulmona, ieri pomeriggio, quando l’uomo si apprestava a partire per la Germania per raggiungere la moglie e il figlio. «Abbiamo cercato di stargli vicino», afferma uno dei colleghi, «anche se lui era disperato, convinto di aver perso per sempre la figlia. Non ci vogliamo credere e fino all’ultimo pregheremo per Fabrizia sperando di avere delle buone notizie». Anche il sindaco Annamaria Casini non vuole perdere la speranza. «Siamo in attesa di avere notizie», sottolinea la Casini, «la nostra Fabrizia risulta formalmente dispersa e non vi è certezza di quello che è accaduto. Sto cercando di avere notizie anche da canali ufficiali, come quello della Farnesina. Immagino la disperazione per questa famiglia, al quale va l’abbraccio e il calore della nostra amministrazione comunale. Aspettiamo delle notizie dalla Germania».

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