L'AQUILA 6,2 miliardi di euro. Ecco quanto ci costa la Regione. E sul filo di questa cifra inizia la vera “battaglia” sul bilancio di previsione 2017-2019. Le opposizioni affilano le armi dopo l'assaggio di ieri in commissione Bilancio, dove è stato ascoltato l'assessore Silvio Paolucci (insieme a decine di altre audizioni) su un documento che per la prima volta recepisce le nuove norme contabili nazionali (il decreto 118 del 2011). Che prevede delle macroaree aggregative delle varie voci. Dopo le schermaglie di studio partirà l’affondo per un tour de force che di qui alla fine dell'anno si preannuncia amaro. Appuntamento in commissione Bilancio ieri mattina alle 10. Il documento è quanto meno "rigoroso", dice l'assessore Silvio Paolucci. Ma tiene conto «dei bisogni delle comunità e salvaguarda i servizi». Una manovra di previsione – il Consiglio comincerà a discuterla da martedì prossimo – che "pesa" oltre 6,2 miliardi di euro e che sconta 28 milioni di base imponibile in meno a causa delle riforme del governo di Matteo Renzi. Che ha tagliato alcune tassazioni, a cominciare dall’Irap. E che deve fare i conti (almeno per i prossimi 10 anni) con il disavanzo di bilancio e, quindi, non solo deve accantonare 51 milioni di euro per "il ripiano", ma deve anche misurarsi con l’esigenza di chiudere in pareggio per non incrementare l'attuale debito (la previsione di disavanzo è di circa 700 milioni). Quanto alle entrate tributarie, passano dai 2,791 miliardi del precedente bilancio ai 2,890 dell'attuale; le entrate per trasferimenti correnti da 256 milioni a 332 milioni; le entrate extratributarie da 78,315 milioni a 25,367. Le entrate in conto capitale, infine, scendono da 554 milioni a 511. Il settore che assorbe la spesa maggiore è la Sanità, con una spesa di soli 3 milioni superiore a quella del precedente bilancio, per un importo di 2 miliardi e 352 milioni di euro. Al Fondo unico dei trasporti vanno invece 173,2 milioni di euro, di cui 45,2 sono risorse regionali, passando da 42,7 a 45,2. Più risorse per le "Politiche per il lavoro e la formazione professionale", che salgono dai 31,2 milioni del 2016 ai 52,1 per il 2017, mentre al Sociale andranno 63,489 milioni. I trasferimenti di risorse per investimenti riguardanti il Masterplan sono 139 milioni, dei quali 90,5 per l'attuazione del Por Fesr 2014-2020. Ed è proprio la missione relativa ai bandi europei una delle voci più sostanziose,insieme al cofinanziamento della Regione di 15 milioni di euro. La spesa per gli organi istituzionali passa da 26,1 milioni a 31,2 milioni, di cui 1,5 per la segreteria generale. «L’aumento è dovuto a un adeguamento della riclassificazione rispetto al 2016», spiega ancora l’assessore Paolucci, «la previsione delle spese del personale in passato erano collocate in un’ unica missione e da quest'anno sono ripartite in base ai costi effettivi attribuibili a ciascuna missione. Con le vecchie norme contabili si predisponeva una voce “personale” indistinta; adesso bisogna specificare gli organici di ciascun settore (turismo, agricoltura, segreterie di giunta e così via), ma la somma è identica». La nuova legge sull’armonizzazione del bilancio impone di organizzare lo stesso in aree e macroaggregati (trasporti, eccetera), «per aiutare il legislatore a programmare», sottolinea il presidente della commissione Bilancio Maurizio Di Nicola. Da gennaio, poi, toccherà all'assessore declinare gli stanziamenti sulle singole voci. Un modo per porre fine alla tradizionale scena di fine anno quando si faceva la spola tra questo o quell'assessorato per assicurarsi risorse
E l’opposizione affila le armi. Il M5s: un errore i tagli all’Arta. Di Dalmazio e Fi: si devono abbassare le tasse
L'AQUILA L'ultimo a uscire dall'Emiciclo è stato il presidente della commissione Bilancio Maurizio Di Nicola (Centro Democratico) tutto sommato soddisfatto e tranquillo di come è andata la discussione nella sala più avvezza alle levate di scudi, come la stanza della Prima commissione, al secondo piano della sede del consiglio regionale. Meno soddisfatti e pronti a smontare punto per punto il bilancio di previsione 2017-2019, che «non brilla di coraggio», sono i consiglieri di opposizione. Troppi tagli ai servizi e alle società partecipate, eccessivo carico fiscale: queste le critiche principali a un bilancio che non può volare troppo in alto. «Anzi, va sempre più in basso», è il commento del grillino Domenico Pettinari, affranto in particolare per l'ennesima riduzione dei finanziamenti per l'Arta, l'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente: «Ma come? L'Abruzzo non dovrebbe essere la regione verde d'Europa? A me pare che la giunta regionale a tutto pensi, tranne che alla salute dell'ambiente. Nel bilancio di previsione per l'Arta sono stati previsti solo 750mila euro di trasferimenti, a fronte dei circa 1,5 milioni degli anni precedenti, per una riduzione di circa il 50% delle risorse. Andrebbero aumentati i fondi per l'Arta, non diminuiti, dato che è l'unico strumento efficace per combattere i disastri ambientali e prevenire l'inquinamento. Più volte abbiamo denunciato che l'Agenzia è costretta a operare con apparecchiature obsolete e avrebbe necessità di tecnologia all'avanguardia per poter meglio monitorare i nostri fiumi, il mare, l'aria, il suolo e il sottosuolo. Solo una politica miope può tagliare risorse sulla tutela ambientale dopo lo scandalo della discarica di Bussi, definita la più grande d'Europa». Dello stesso avviso Mauro Febbo di Forza Italia, preoccupato in generale per i tagli alle società partecipate della Regione, ma che ribadisce come fra le spese aggiuntive vi siano quelle per la segreteria di giunta, destinate «probabilmente a una serie di voci variegate, che vanno dai consulenti ai portaborse». Febbo non nutre buone speranze nemmeno per i trasporti pubblici, dove prevede «tagli alle linee a danno delle aree interne». Rincara la dose il collega capogruppo Lorenzo Sospiri, che commenta all'insegna del «ve l'avevamo detto». «Con questo bilancio la tassazione aumenta da 438 a 448 milioni, non abbiamo ancora visionato bene il documento», spiega Sospiri, «ma può trattarsi dell'aumento della base imponibile e non di gettito fiscale. Quindi la tassazione è probabile che resti com'è: invariata e al massimo». «A che cosa è servito uscire dal commissariamento, se non se ne vedono i benefici nel bilancio di previsione?»: a domandarselo è Mauro Di Dalmazio (Abruzzo Futuro), secondo cui il bilancio si caratterizza per i forti tagli senza alcuna riduzione del carico fiscale. «Nonostante l'uscita dal commissariamento della Sanità, che impose all'epoca un maggiore carico fiscale, i cittadini», afferma, «non ne traggono ancora alcun beneficio».