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Pescara, 25/07/2024
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Data: 22/12/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Legge di stabilità Abruzzo - Tagli previsti agli enti strumentali. Chi ci rimette è l’Arta. La maggior parte delle risorse è per il Diritto allo studio. Dimezzate quelle all’Agenzia per l’ambiente, briciole all’Ater

L'AQUILA Meno della metà degli stanziamenti per l'Arta fanno tuonare le opposizioni, che vedono nei tagli all'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente la cartina di tornasole di una Regione «che non tiene a cuore la natura». Fra tutti gli enti strumentali regionali, l'Arta è forse quello che subirà le maggiori restrizioni nel prossimo bilancio. La Regione prevede di spendere in totale per i suoi enti strumentali 7,4 milioni: 300mila euro in meno rispetto al passato bilancio (7,7milioni). Ma per ciascuna società/azienda (eccetto l'Arta), gli stanziamenti non si discostano di molto dal bilancio precedente. Secondo le cifre – ancora provvisorie – fornite dai tecnici della Regione, all'Azienda per il diritto allo studio andranno, ad esempio, complessivamente 15,3 milioni di euro, (a quella di Chieti-Pescara 4,7 milioni). L'Ater, l'Agenzia territoriale per l'edilizia residenziale pubblica, è la “Cenerentola”, con 200mila euro. Ma è sull'Arta che già nei giorni scorsi a una prima lettura dei documenti forniti dall'assessore al Bilancio, Silvio Paolucci, in commissione si è scatenato il putiferio. Primi a tuonare sono stati i grillini, che hanno puntato il dito contro un taglio netto rispetto «ai circa 1,5 milioni di euro degli anni precedenti» e per i quali «aver ridotto di circa il 50% le risorse dell'Arta la dice lunga sull'interesse che mostra questa amministrazione nei confronti della tutela dell'ambiente». Il sottosegretario Mauro Mazzocca aveva avuto modo di precisare che per gli anni precedenti al 2015, il contributo concesso all’Arta non avesse mai superato 1,2 milioni.
LE PARTECIPATE. In un bilancio di previsione rigoroso e risparmioso come quello che il consiglio regionale si prepara a discutere martedì prossimo, le voci relative alle partecipate sono ferme alla cifra “zero”. L'assessore al Bilancio ha ribadito che, in un percorso di rigorosità, le società dovranno cominciare a «muoversi con le loro gambe». Alcune di esse «insistono», dice, «vorrebbero che trasferissimo risorse aggiuntive, invece dobbiamo fare in modo che la Regione non ci metta nulla, ma pensi a garantire soltanto accantonamenti per eventuali deficit. In questo auspico nella responsabilità delle opposizioni, è ora di mettere da parte la demagogia», spera Paolucci. Demagogia o no, c'è da chiedersi quanto questa volta la voce “zero” in bilancio non finisca di nuovo per tradursi in risorse sborsate in corso d'opera con variazioni di bilancio. Come quelle che in estate hanno interessato, ad esempio, il gestore dell'aeroporto d'Abruzzo, la Saga, per 4 milioni di euro con l'obiettivo di “garantire continuità al lavoro della società con risorse che avranno cadenza annuale fino al 2018”. Così come il Ciapi (il Campus internazionale della formazione), con 850mila euro. E' vero che la legge di bilancio stabilisce che cosa finanziare e che cosa no, ma è facile intuire che quelle voci non resteranno ferme. «L'indirizzo è di non erogare fondi a pioggia senza che ci venga presentata una reale programmazione», corregge il tiro Paolucci, «tutte le società devono organizzarsi in modo da non rappresentare un peso per il bilancio e non reclamare risorse “a pie di lista”». Le società regionali in questione sono Tua, Saga, Ciapi, Fira, Abruzzo Sviluppo. E poi il Circolo nautico di Roseto, la Majella spa, il Consorzio del polo universitario di Sulmona, il Centro agroalimentare della Valle della Pescara, il Centro ceramico castellano, il Gran Sasso teramano e il Consorzio per la ricerca e per l'innovazione tecnologica. Le uniche risorse che la Regione ha messo in bilancio per esse è 1,6 milioni per eventuali perdite societarie.

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