L’AQUILA «Penso che da parte sua sarebbe opportuno un passo indietro». Stefania Pezzopane conferma e insiste: il ministro del Lavoro Giuliano Poletti si deve dimettere. E mentre l’Abruzzo vive ore di angoscia per la sorte di Fabrizia Di Lorenzo, di cui non si hanno più notizie dall’attentato terroristico di Berlino, la battuta dell’esponente dell’esecutivo sulle qualità di chi va e di chi resta, innesca un caso politico anche all’interno del Pd. E’ proprio la Pezzopane che apre “le danze” sul suo profilo Facebook, definendo «odiose» le dichiarazioni del titolare del dicastero del lavoro, soprattutto alla luce del dramma vissuto dalla famiglia della giovane di Sulmona, che aveva lasciato l’Italia in cerca di lavoro. Senatrice, il ministro Poletti dovrebbe dimettersi? «Penso che da parte sua sarebbe opportuno un passo indietro. In Italia, e in tutta Europa, c’è una questione giovanile gigantesca, che emerge con forza anche dalle ultime vicende elettorali. Penso a come hanno reagito i giovani in occasione del referendum. Il ministro non può liquidare una vicenda così complicata, come l’esodo di migliaia di giovani, con una battuta infelice. Quelle parole stridono ancora di più perché sono state pronunciate lo stesso giorno in cui tutta Italia è in apprensione per la giovane Fabrizia. Credo che la politica debba ritrovare un suo equilibrio, perché ricorrere continuamente alle battute comincia a infastidire». Poletti poi si è giustificato, sostenendo che quello che voleva dire era un’altra cosa, ma è corretto, tuttavia, che un ministro del lavoro si lasci andare a simili considerazioni? «La sua giustificazione ha comunque un sapore amaro. Io lo conosco, lo stimo. Come ministro ha fatto cose importanti, ma oltre allo sforzo per regolare il mercato del lavoro servono misure in grado di crearlo, il lavoro. Un’affermazione così, che liquida migliaia di giovani come persone di cui si può fare a meno, fa male. Quando ho scritto che sono parole odiose era esattamente quello che pensavo. Ci sono vari motivi per cui i nostri giovani vanno all’estero, a volte per desiderio, a volte perché non trovano nulla, a volte per sperimentarsi e mettersi alla prova, ma tutte le loro scelte vanno rispettate e sostenute». Alcuni gruppi hanno presentato una mozione di sfiducia nei confronti di Poletti. Lei la voterà? «Il punto non è questo. Alla luce delle sue affermazioni, che reputo gravi, non esito a pensare che avrebbe dovuto prendere atto della situazione e fare un passo indietro, e non dare modo all’opposizione di strumentalizzare la questione. Quello che ha detto rappresenta un grave segno di inadeguatezza, perché dietro c’è un pensiero. Poi l’opposizione chiaramente strumentalizza ogni situazione, a volte con mozioni improduttive perché costringono la maggioranza a stringersi intorno». C’è un precedente illustre, però, quello dell’ex ministro Brunetta che definì i giovani Brunetta come dei bamboccioni... «Sono pensieri paralleli. Giorni fa ho visto una trasmissione, molti giovani hanno risposto che non studiano, non lavorano, fanno niente. Sinceramente, non ho avuto la sensazione che fossero tutti dei viziati, piuttosto mi sono chiesta he mondo stiamo costruendo per loro noi adulti, cosa stiamo per inculcare nelle loro teste pensieri così negativi. Io mi farei qualche domanda. Troppo sarcasmo e l’eccesso di ironia stanno contribuendo a rendere la politica poco seria».
Per il deputato del Pd Antonio Castricone è stata un’esternazione «inopportuna»
Il Ministro nel mirino dell’opposizione ma critiche anche dalla maggioranza
sui giovani Mozione di sfiducia
L’AQUILA Opposizioni all’attacco di Giuliano Poletti. Contro il ministro del Lavoro, che recentemente ha pronunciato una frase davvero infelice («Fuga di 100 mila giovani? Bene, conosco gente che è andata via e sicuramente il paese non soffrirà a non averli più fra i piedi»), le opposizioni hanno presentato una mozione di sfiducia. Sinistra Italiana l’ha depositata ieri al Senato ed è stata firmata anche da M5S, Lega e da alcuni senatori del gruppo misto. E dopo il post al vetriolo su Facebook di Stefania Pezzopane che ne chiede le dimissioni, i parlamentari abruzzesi si interrogano sul destino del ministro del Lavoro. L’unico a spezzare una lancia in suo favore è il deputato Paolo Tancredi (Ncd). «Mi sembra una gaffe abbastanza grottesca, del resto si è scusato, no? Io sono favorevole alla globalizzazione, ci sono anche tanti giovani che dall’estero vengono qui, e non mi sembra un fenomeno negativo se implica scambio e integrazione reciproca». Durissimo il commento del senatore M5S Gianluca Castaldi: «Credo che un ministro del Lavoro che si è permesso di distruggere i diritti delle persone deve stare attento alle dichiarazioni che fa sui giovani, la categoria che paga di più le politiche scellerate sul lavoro. È stato anche il ministro del passaggio incredibile in cui i figli staranno peggio dei padri». Tagliente il giudizio di Gianni Melilla, deputato di Si, tra i firmatari della mozione di sfiducia: «E’ offensivo esprimersi così nei confronti di tante persone che sono andate all’estero per lavorare e non per divertirsi. E’ veramente indecente per un ministro dire che chi se n’è andato è il peggio dell’Italia, e dunque penso che Poletti non possa svolgere una funzione pubblica così delicata, avendo espresso una posizione che offende milioni di emigranti». Per Fabrizio Di Stefano «questo governo sta dando il peggior esempio possibile alle giovani generazioni. Mettiamo un ministro senza diploma all’istruzione, e un ministro che non capisce i motivi per cui tanti ragazzi vanno all’estero, tra cui la ragazza di Sulmona, al lavoro. Se i ragazzi se ne vanno non è perché sono esterofili, ma perché l’Italia non offre loro le opportunità che meriterebbero. Addirittura tacciarli con epiteti poco qualificanti dimostra la distanza tra questa politica e il mondo reale». Critico anche Giulio Sottanelli, deputato del gruppo misto, che parla di questione da approfondire. «Mi sembra che si sia scusato. Certo è una cosa grave - spiega -. I giovani vanno rispettati perché i meno giovani non hanno creato le condizioni per assicurare loro un futuro». E si arriva al Pd. Per Antonio Castricone, l’esternazione di Poletti è stata «inopportuna, per uno che fa il ministro del lavoro. Penso che non si sia reso conto. Purtroppo la vicenda della ragazza di Sulmona entra in un’altra sfera di tragicità dei nostri tempi». E della mozione di sfiducia? «Me l’aspettavo una reazione di questo tipo. Se la domanda è cosa farete, dico che sarà il gruppo del Pd a decidere, lo faremo insieme». Sempre in casa Pd, anche il deputato Gianluca Fusilli ritiene che le dichiarazioni di Poletti, oltre a essere state espresse male, sono «assolutamente inadeguate, infelici e inopportune, e credo - aggiunge - che non rappresentino neanche il suo pensiero. Non credo però che un errore di comunicazione imponga le dimissioni, qualora decidesse di farlo sarà sua scelta. Credo anche che l’operato di un ministro non si valuta solo da una dichiarazione infelice». Due dei sette nipoti della deputata Maria Amato lavorano all’estero. «Non è facile, nulla è più facile per questa generazione», dice. «Se guardo questi ragazzi non sono capace di dire se sono più brillanti quelli che vanno o quelli che restano. Poletti non ha pesato le parole, ed è come buttare sale su ferite aperte. Per molti è un obbligo, l’unica speranza di un futuro al di fuori della precarizzazione. Le parole del ministro sono arrivate come uno schiaffo». E sulla mozione di sfiducia? «All’interno del gruppo c’è una discussione. C’è una lettera che raccoglie molte prese di posizione come la mia. La scelta, però, si farà collegialmente. So che Poletti dovrebbe venire a riferire in aula».