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Pescara, 25/07/2024
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Data: 23/12/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Addio botteghe: persi 12mila posti di lavoro

PESCARA E' il piccolo mondo antico delle micro imprese che continua a scivolare sul piano inclinato della crisi, con qualche rara eccezione. Quello della bottega sotto casa, fatta di uno o due addetti, dell'artigianato di qualità chÈ soffre la contrazione della domanda interna e non riesce a stare al passo con i mercati stranieri. E' forse l'Abruzzo più vero che se ne va, lasciando sul campo una sfilza di numeri dal segno meno: 5.406 imprese chiuse tra il 2010 e il 2016, il 12,42% del totale, con la perdita di 12.000 posti di lavoro. Un trend negativo che colloca la regione all'ultimo posto nella classifica nazionale per la moria di aziende del settore, contro la media del -7,48%. Colpa del mondo che cambia, ma non solo secondo le associazioni di categoria e le sigle sindacali che ieri - tutte insieme per la prima volta - hanno chiesto una svolta nelle politiche della Regione e delle altre istituzioni locali per garantire anche alle micro imprese gli stessi strumenti adottati nei confronti della grande industria e delle Pmi.
STRUMENTI Si tratta di strumenti mirati a consolidare la crescita e l'occupazione: accesso al credito, incentivi fiscali, formazione, informatizzazione, start up. Cna, Confartigianato, Casartigiani, Claai, insieme con Cgil, Cisl e Uil, non si erano mai visti allo stesso tavolo per segnalare la gravità della situazione e aprire all'unisono una vertenza su quello che hanno definito il grande malato d'Abruzzo. A mettere in fila le numerose questioni sul tappeto ci ha pensato il presidente di Cna Abruzzo, Italo Lupo: «Paghiamo ancora il debito sulla sanità, con la tassazione più alta d'Italia, arrivata oltre il 60%; la burocrazia asfissiante, il terremoto». Per l'associazione di categoria serve una cura da cavallo: «Partendo dalla questione del credito - continua Lupo -, che abbiamo più volte sollecitato alla Regione con la richiesta di mettere a disposizione dei confidi, nel più breve tempo possibile, le risorse del Por Fesr». Associazioni e sindacati chiedono anche di rispolverare il vecchio strumento della bottega scuola per sopperire alla scarsa formazione dovuta spesso a fattori generazionali: «Per migliorare la competitività - dice Lupo - serve linfa nuova».
Maurizio Spina, segretario regionale della Cisl, si affida a un richiamo nostalgico: «L'artigianato e la micro impresa rappresentavano un tempo la fortuna dell'Abruzzo. Si diceva, piccolo è bello. Oggi questo mondo non è più protagonista dello sviluppo produttivo. Qualcuno, da solo, ci sta provando ma si tratta di un mondo che va aiutato, come sta avvenendo per gli altri». Ed ecco le domande poste alla Regione: «Chi aiuta oggi le micro imprese a mettere in rete i propri prodotti? La scuola bottega - osserva Spina - non è uno strumento tradizionale, ma innovativo». L'altra necessità per i sindacati è quella di aiutare i piccoli a fare rete, ad esempio nel settore artistico, con progetti mirati sull'export, e l'adozione di bandi ad hoc per la digitalizzazione.

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