ROMA È Fabrizia. Ora c'è anche la certezza del dna, da dispersa a unica vittima italiana nella strage di Berlino. «Cugina mia. Sorella d'Europa. A te il mio abbraccio più grande, quello che non sono riuscito a darti». Giulio Di Lorenzo su twitter. È Fabrizia. Per i magistrati tedeschi non ci sono più dubbi. Il corpo senza nome nell'obitorio di Berlino è il suo, la conferma arriva ieri mattina dal ministro degli Esteri Alfano. I timori diventano addii. È Fabrizia Di Lorenzo, 31 anni di Sulmona, laurea magistrale master e quattro lingue, in Germania per passione e voglia di futuro. A Berlino dove viveva dal 2015 si sentiva a casa, il suo posto era lì scriveva sui social e da laggiù l'Italia le sembrava immobile.
La mamma Giovanna lo sentiva già, «mi ha abbandonata», sussurrava nell'attesa del test. Soffre di cuore e ieri dopo un malore è stata ricoverata in ospedale. Il padre Gaetano lo sapeva dalla prima notte, quando la cercava senza trovarla, è partito per Berlino «senza illusioni». Il cellulare sull'asfalto trovato a Breitscheidplatz, la piazza della strage, è il suo, la tessera della metropolitana anche. Ma Fabrizia non è tra i feriti. Doveva tornare mercoledì a Sulmona per le feste di Natale. Lunedì pomeriggio dopo aver lasciato l'ufficio di Charlottenburg - lavorava alla 4Flow una ditta di trasporti e logistica - era andata al mercatino per gli ultimi regali, lo aveva detto un'ora prima alla mamma. Poi il silenzio durato troppo a lungo, l'appello dei parenti e degli amici sui social, #help, è un'emergenza, chi sa qualcosa ci avvisi. Nessuna risposta.
Fabrizia Di Lorenzo come Valeria Solesin, giovani donne con lo sguardo avanti , uccise dai terroristi lontano da casa, una al mercato di Natale di Berlino e l'altra a Parigi la notte del Bataclan. Figlie perdute dell'Erasmus.
LE REAZIONI
«Simbolo di una generazione italiana che si è data da fare, avendo successo nello studio, nel lavoro, una generazione di cui noi tutti siamo orgogliosi», dice il premier Gentiloni commentando la notizia che arriva dalla Germania. Ancora un'altra, «una nostra giovane connazionale rimane, all'estero, vittima della violenza del terrorismo», l'amarezza del presidente Mattarella. «Straordinaria cittadina d'Europa», così la saluta il presidente della Camera Boldrini. «Figlia di un'Italia che guarda all'Europa», per il presidente del Senato, Grasso.
Rientrerà in Italia in una bara, questa giovane donna che in provincia si sentiva stretta. Scriveva di integrazione, su twitter, «che errore sovrapporre terrorismo a immigrazione», concordava con il sociologo Bauman, esprimeva la sua delusione per la vittoria del no al referendum «peccato, presidente».
A Sulmona le luci restano spente, quelle della festa in centro e anche quelle di molte case. Niente luminarie, ha ordinato il sindaco Annamaria Casini.
IL LUTTO
Al loro posto un corteo silenzioso e spontaneo. Tantissime persone, chi con un lumino e chi con una candela, hanno percorso il tragitto da piazza Garibaldi a piazza Tresca, per poi fermarsi in preghiera. Sul balcone di palazzo San Francesco la bandiera è a mezz'asta. Il lutto cittadino sarà proclamato nel giorno del funerale di Fabrizia». Eccola sorridere il giorno della laurea, con l'alloro in testa, e poi in viaggio, selfie con il mare alle spalle o i ghiacciai. tra i colleghi per il premio. «Allegra, solare, piena di entusiasmo», la ricordano gli amici. Ed eccola nel collage di foto, tutte le vittime italiane dei terroristi. Lei è l'ultima: Fabrizia Di Lorenzo, 19 dicembre 2016, Berlino.