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Pescara, 25/07/2024
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Data: 24/12/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Funivia e Filovia: stesso destino - Filovia, un altro stop. Bloccati i nuovi lotti. Regione e Tua annullano l’appalto per i progetti della 2ª e 3ª parte (l'articolo in pdf)

PESCARA Una pietra sopra il secondo e terzo lotto della filovia. Almeno per ora. È stata annullata la gara d’appalto da 270 mila euro per progettare i due collegamenti dal terminal di Pescara fino al confine con Francavilla e fino all’aeroporto. A deciderlo è stato il cda dell’azienda di trasporto regionale Tua il 6 dicembre scorso. Lavori a ostacoli. Il verbale della riunione spiega che, prima di pensare al secondo e al terzo lotto, è necessario concludere i lavori della prima parte, ancora fermi sulla Strada parco tra Pescara e Montesilvano. E visto che, finora, non è stato affatto una passeggiata – con la prima pietra risalente al 2009 –, ecco che i tempi per ultimare la grande opera dell’area metropolitana sono destinati inevitabilmente ad allungarsi ancora di più. Anche perché per collegare il centro di Pescara con Francavilla e l’aeroporto servirebbero altri 20 milioni di euro circa e, finora, dei finanziamenti non c’è traccia. Quindi, per i prossimi anni, nonostante l’emergenza smog diventata ormai cronica a Pescara e anche a Montesilvano, la filovia funzionerà solo sulla prima tratta. Strada parco. Adesso, la priorità della Tua è risolvere i problemi del presente senza perdersi nel futuro: l’obiettivo è completare i lavori sulla Strada parco con l’avvio del servizio. «Vogliamo risolvere al più presto il contratto con la Balfour Beatty», spiega il presidente della Tua Luciano D’Amico, «e, probabilmente, alla fine di gennaio raggiungeremo questo risultato». Si tratta di un passaggio fondamentale perché con il fallimento della consorziata Apts, la ditta inglese non è più in grado di fornire i 6 filobus Phileas che avrebbero dovuto fare su e giù lungo gli 8 chilometri della tratta. «Una volta risolta questa pendenza che ci ha tenuto con le mani legate per troppo tempo», dice D’Amico, «non ci sarà più l’obbligo di acquistare i Phileas e dovremo trovare un altro tipo di mezzo: stiamo studiando la soluzione alternativa e sarà la Regione a decidere in quanto la Tua è solo una stazione appaltante». Mezzo elettrico. Ma la possibilità di scelta dei mezzi sembra ridotta all’osso: attualmente, l’unico modello disponibile è il filobus bimodale, un mezzo che funziona grazie all’energia elettrica dei fili che passano sui 191 pali della Strada parco mentre, al di fuori del percorso riservato, va a batteria. Ma un mezzo del genere ha una scarsa autonomia: senza elettrificazione può percorrere solo pochi chilometri e, quindi, è legato per forza ai fili lungo il percorso. Conto alla rovescia? Secondo D’Amico, il 2017 potrebbe essere l’anno del debutto per il filobus tra Pescara e Montesilvano. Il condizionale, dopo tante promesse mai rispettate, è d’obbligo. E i collegamenti fino a Francavilla e fino all’aeroporto? Secondo il presidente Tua, un giorno diventeranno realtà ma non si sa quando: «Con i fili o senza fili, si tratta di una soluzione necessaria per la mobilità dell’area metropolitana», afferma. Ma non sarà presto e non si sa nemmeno quando: dopo la rescissione del contratto con la Balfour, ci sarà un’altra gara d’appalto per comprare i filobus. Spesi 14 milioni. Per i lavori fatti finora, sono stati spesi già 14 milioni di euro e, in cassa, ne restano circa 11 rispetto all’importo originario del contratto fissato a 25. Poi, a disposizione ci sarebbero ancora altri 6 milioni: il finanziamento iniziale, senza ribasso d’asta, ammonta a 31 milioni. Secondo le stime della Tua, allo stesso prezzo di 6 Phileas, si potrebbero acquistare 10 filobus bimodali full electric. Il problema, però, è che questi mezzi, a inquinamento zero perché totalmente elettrici, possono percorrere solo pochi chilometri sulle strade cittadine normali: un sistema del genere, quindi, è impossibile senza una rete elettrificata da un costo ipotizzato di 17-20 milioni. Ecco perché l’incognita dei finanziamenti pesa sui successivi sviluppi dell’opera: la parola sul futuro della filovia torna alla politica. E cioè alla Regione e al Comune.

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