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Pescara, 25/07/2024
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Data: 24/12/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Bilancio, fumata nera in commissione e il 27 si va in aula. Consiglio regionale, braccio di ferro sul documento contabile. L’assessore Paolucci: fondi importanti per sociale e trasporti

L'AQUILA Un bilancio «senza anima, deprimente e con le tasse al massimo» per Forza Italia; «incoerente e distante dai cittadini» per il Movimento 5 stelle. L'affondo riservato dalle opposizioni al Bilancio di previsione 2017-2019 nella tre giorni di commissione è stato dei più duri, ma soltanto un assaggio di quello che succederà in aula martedì 27, quando a partire dalle 15 comincerà la discussione del documento contabile regionale. Che non è stato approvato ieri in commissione, complice il muro di gomma sollevato dalle opposizioni con centinaia di emendamenti. Tra l'ultima commissione Bilancio di ieri e il primo dibattito in aula di martedì c'è di mezzo il Natale, che non addolcirà le posizioni. Settecento circa gli emendamenti (pochi quelli di merito) depositati dalle opposizioni in prima commissione, moltissimi dei quali saranno riproposti in Consiglio. L'intenzione del presidente Giuseppe Di Pangrazio sarebbe quella di non andare oltre la mezzanotte di mercoledì 28, ma i consiglieri e gli assessori hanno già preparano la sacca con lo spazzolino e il pigiama per le ore piccole in aula consiliare. Un bilancio rigorosissimo, da 6,2 miliardi, non un euro di più. La battaglia in aula riguarderà un documento che per la prima volta recepisce le nuove norme contabili nazionali (decreto 118 del 2011), che prevede delle macroaree aggregative delle varie voci e che non permette di stanziare risorse per capitoli precisi: insomma per questo o quel Comune, o palestra, o progetto e che ha consentito, in passato, la “fiera delle vacche” di chi è alla ricerca di contributi. «E' un'anomalia», hanno tuonato i consiglieri pentastellati Domenico Pettinari e Sara Marcozzi riferendosi alla mancata approvazione del Bilancio in commissione. «E', invece, un documento di previsione straordinariamente responsabile», la replica l'assessore Silvio Paolucci, «che mantiene una quota significativa di accantonamento con fondi importanti per il sociale, per i bandi europei e per i trasporti, nonostante la necessità di tenere sotto controllo il disavanzo pubblico». Per cui «non si poteva fare di più». Paolucci riconosce però che, pur con dovuti distinguo, il confronto in commissione si è concluso «in modo sereno, responsabile e di qualità».
EMENDAMENTI. Il capogruppo di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, ieri ha descritto – insieme Mauro Febbo, Paolo Gatti ed Emilio Iampieri - le misure su cui Fi darà battaglia in aula. «Occorre incentivare piccole imprese artigiane», hanno spiegato, «poi abbiamo ottenuto la proroga del Piano case per il 2017 rispetto al quale si otterrà un maggiore gettito fiscale da condoni e sottotetti, che proponiamo di destinare ai Comuni colpiti dalle alluvioni nel 2015 e nel 2016. Riteniamo necessario garantire, poi, al 100% il contributo per il trasporto degli studenti disabili. Esiste uno stanziamento di 4,5 milioni di euro che è insufficiente: servono 6 milioni». C'è poi il progetto “Family friendly”, per favorire la «partecipazione delle donne al mercato del lavoro e per le pari opportunità degli ordini professionali» e per il quale occorre un milione di euro individuati nella programmazione dei fondi Fse». Bocciati ieri in commissione gli emendamenti del Movimento 5 stelle, che hanno parlano di «incoerenza della maggioranza». Incoerente, perché alcuni di essi sono nel programma elettorale del presidente Luciano D'Alfonso. «Parliamo per esempio» incalza Pettinari «della nostra proposta per stanziare 2 milioni per la manutenzione e la ristrutturazione degli edifici popolari. Hanno detto no all'emendamento che avrebbe consentito agli assegnatari degli alloggi popolari la possibilità di riscattare il proprio appartamento e alla nostra proposta d'istituire il reddito minimo garantito». Intanto per il capogruppo del Pd Sandro Mariani «resta centrale l'approvazione in commissione del Milleproroghe».

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