Gentile direttore, chissà quanti anni ancora dovremo attendere prima che la cosiddetta strada parco diventi un asse di collegamento veloce del trasporto pubblico non inquinante tra Pescara e Montesilvano. Nei giorni scorsi Il Centro ha fatto il punto sulla madre di tutte le incompiute dal punto di vista tecnico e finanziario. Una storia lunga più di 25 anni e di cui, nonostante le rassicurazioni, non si intravede la fine. Un ritardo attribuibile anche alle indecisioni dei vertici della Gtm prima e della “Tua” oggi, nonché di sindaci e governatori che per questioni elettorali hanno praticato una sorta di doppio gioco. Ricordo le “passeggiate” di Del Turco e dell’allora sindaco di Pescara, D’Alfonso, assieme ai comitati di cittadini che da anni ormai avevano adottato la strada parco (ex tracciato ferroviario) come un’oasi ecologica riservata a pedoni e ciclisti. Nessuno però ha avuto il coraggio di assumere provvedimenti drastici. L’appalto non è stato mai revocato dai presidenti (di diverso colore politico) che si sono succeduti alla guida della Gtm, per timore di andare incontro a un pesante risarcimento. Un comportamento ambiguo che ha alimentato incertezza e confusione nell’opinione pubblica. Sia tra gli oltranzisti (“giù le mani dalla strada parco”), sia tra coloro che sono per il trasporto pubblico ma con mezzi ecologici. E su questi è ancora disputa. Pagine in bianco di una storia infinita.
Francesco Di Miero